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I DELFINI TORTURATI
IN ITALIA, A GARDALAND


Traduzione dall'articolo uscito su SOS le Grand Bleu, Planete Mer, trimestrale


Un allenatore di delfini indagato dalla Giustizia per atti di crudeltà, sospinto da due delfini femmina che spingono il loro rostro sotto la pianta dei suoi piedi, Simon Ede, loro allenatore inglese, attraversa a tutta velocità la vasca ellissoidale. Al suo richiamo con il fischietto, le creature marine danno un'ulteriore spinta e lo inviano al di sopra di una corda.

E' il clou dello spettacolo marino che propone Gardaland, il più grande parco a tema italiano, che solleva penetranti grida d'ammirazione nella folla ammassata sui gradini. Ma Ede, 39 anni, non è dell'umore per gustare il sapore del successo che stima di aver portato al delfinario, la più popolare attrazione per i 3 milioni di persone che visitano annualmente il parco sulla riva del Lago di Garda nell'Italia del nord.

Tutto al contrario, l'allenatore si vede oggi sottoposto ad una inchiesta giudiziaria. I magistrati lo sospettano infatti, di aver addestrato i delfini con metodi primitivi che comprendevano in particolare una deprivazione alimentare sistematica e l'isolamento di alcuni delfini troppo restii all'addestramento, il tutto senza una adeguata sorveglianza veterinaria.

Dopo che Simon Ede è stato nominato allenatore capo del delfinario, due delfini sono già morti a Gardaland, il maschi Hector nel settembre scorso e Violetta un mese più tardi. Un terzo tursiope, Amado, è attualmente malato.

La settimana passata, alcune fonti giuridiche affermavano che Enrico Ghinato, il presidente di Gardaland, che ha la responsabilità legale degli animali ma che nega ogni maltrattamento a loro riguardo, sarà a sua volta implicato. Non è certo che il resto dell'equipe debba presentarsi alla giustizia.

Per Gardaland tali citazioni di maltrattamento hanno un profumo di déjà vu.
Nell'agosto del 1977 un altro delfino, Romeo, è morto per un'affezione epatica. La polizia ha dichiarato allora che il delfino era stato sottoposto ad un regime di deprivazione alimentare, isolato e drogato, ma il caso non è stato portato davanti ad un tribunale.

L'inchiesta attuale si è soprattutto concentrata sulla morte di Violetta che era incinta di sette settimane. Nel mese di ottobre la delfina ha cominciato a rifiutarsi di lanciare palloni ed il personale ha notato una tumefazione sulla pinna dorsale.

Nei giorni seguenti essa ha gradualmente cessato di mangiare poi il suo corpo si è paralizzato. Una mattina la si è ritrovata che galleggiava con il ventre rivolto verso l'aria in mezzo alla piscina. Andrei Greenwood, un veterinario inglese, ha effettuato l'autopsia ed ha scoperto che Violetta aveva la colonna vertebrale rotta. Benché non abbia mai sentito parlare precedentemente di questo genere di lesioni, il veterinario ha comunque dichiarato che niente di speciale ed inusuale era accaduto entro il recinto del delfinario.

I magistrati sono meno convinti del fatto.
Essi hanno sequestrato i documenti veterinari ed il diario dell'addestratore dei delfini ed interrogato l'intera equipe, essi hanno inoltre ottenuto i diari appartenenti a Simon Ede di quando lavorava nel delfinario di Brighton nel 1980, che descrivevano in modo evidente di come privava un delfino di cibo per farlo obbedire. Ede nega tutte queste accuse di maltrattamento a Gardaland. Egli afferma che Hector era semplicemente un delfino di una certa età, che ha sofferto di un attacco cardiaco, cosa del tutto normale.

Quanto alla morte di Violetta, resta per lui un mistero. "Io non l' ho certamente mai picchiata, afferma, perché non c'è alcuna traccia di danno muscolare né cutaneo. Essa non ha potuto dunque essere stata colpita né da me né da altri delfini. Anzi , se i delfini sono tanto intelligenti e sensibili come si dice, credete che essi mi circonderebbero e mi darebbero baci come fanno, se fossi un soggetto malvagio ?" dall'articolo di John Follain , Verona sul Sunday Times Europe.

La disastrosa situazione del parco di Gardaland è stata già denunciata a più riprese dagli attivisti italiani. L'associazione Animal and Nature Conservation Fund aggiunge a proposito le seguenti osservazioni: nel 1977, l'addestratore di delfini era Oscar Carini.

A seguito dei suoi tentativi di aiutare i delfini e di migliorare la loro condizione, Oscar ha perduto il lavoro. Oggi è diventato un feroce avversario della cattività. Quelli che l' hanno sostituito sono Simon Ede, Tom Jones e Guglielmo Lopez. Ede ha immediatamente incontrato problemi con il maschio dominante Romeo, sempre più disobbediente. Per punirlo, Ede l'ha isolato per quasi un mese. Romeo è morto poco tempo dopo per una complicazione epatica.

All'inizio del 1998, a seguito dei lavori di rinnovamento, Gardaland ha importato una declina di nome Betti, proveniente da Kolmarden-Svezia. In seguito altri quattro delfini furono inviati dall'"Octopus Park" di Tenerife e si aggiunsero ai due prigionieri già presenti dopo l'apertura.

A coloro che credessero ancora che i delfini sono felici in un delfinario, questo fatto contrario e sordido ricorda la triste realtà e riporta alla luce pratiche ben conosciute e largamente usate.

Per queste creature libere e fiere che sono i delfini, vivere in una pozza d'acqua è una tortura quotidiana ed essi non obbediscono in altro modo se non con la costrizione.

Ciò che imponeva Simon Ede, ha superato certamente la misura ma, chi più chi meno, tutti gli addestratori di delfini si dedicano a dominare totalmente i loro schiavi.

L'altro merito di questa vicenda è che essa chiarisce un po' la situazione dei delfinari in Italia.  Avviso ai turisti amanti dei delfinari: qui i delfini ci muoiono come altrove.

I DELFINI TORTURATI
IN AMERICA, A ACQUATICUS


Un appello anche dagli Stati Uniti


Delfini e altri mammiferi marini sono tenuti prigionieri e costretti ad essere esposti nel giardino zoologico della città dell' Oklahoma, Aquaticus.

Generalmente ci sono due o tre delfini esposti lí in ogni momento, e, incredibilmente, dal 1986 sei delfini sono morti allo zoo, quattro di queste morti sono avvenute negli scorsi due anni, il più recente un piccolo di 5 mesi chiamato Lily.

È innegabile che i delfini in cattività soffrano immensamente.

Nel loro ambiente naturale, i delfini nuotano insieme in gruppi familiari per più di 100 miglia al giorno. Comunicano e navigano utilizzando l'ecolocazione e normalmente passano soltanto dal 10 al 20 percento del loro tempo in superficie.

Un ambiente limitato, soprattutto uno in cui gli animali vengono costretti ad esibirsi per gli spettatori, non solo impedisce a  questi animali di seguire alcuni dei loro istinti fondamentali, ma spesso li rende malinconici fino alla morte.

Per maggiori informazioni sui mammiferi marini, per favore visitate DolphinFreedom.com.
Per favore contattate il giardino zoologico della città dell' Oklahoma e chiedete che venga immediatamente evitata ulteriore sofferenza smantellando Aquaticus.