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[Data: 13/10/2009] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: Unimondo.org] |
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Greenpeace: nuova vittoria in Amazzonia per fermare la deforestazione "La nostra campagna ha funzionato! I giganti brasiliani della carne e della pelle - JBS/Friboi, Bertin, Minerva e Marfrig - hanno finalmente risposto alle nostre richieste per fermare la deforestazione in Amazzonia. Un passo da gigante verso la protezione del clima". Così nei giorni scorsi Greenpeace ha annunciato l'ennesima risposta positiva alla campagna di pressione "Deforestazione Zero" che ha mobilitato l'attenzione dei consumatori su diverse ditte e marchi internazionali per impegnarli a cancellare i contratti con tutti quei fornitori che non garantiscono che i loro prodotti non provengono da fenomeni di deforestazione in Amazzonia. Nel corso della conferenza stampa organizzata da Greenpeace a San Paolo, questi grandi produttori hanno unito le loro forze per mettere al bando l'acquisto di capi di bestiame provenienti da aree recentemente deforestate. "E' una vittoria messa a segno a soli quattro mesi dal lancio del nostro rapporto 'Amazzonia, che macello', che denunciava la diretta connessione tra la distruzione dell'ultimo polmone del mondo e l'espansione delle attività di allevamento bovino in Amazzonia, legate anche a gravissimi fenomeni di nuove schiavitù" - sottolinea l'associazione ambientalista. L'inchiesta "Amazzonia, che macello" pubblicata dopo tre anni di ricerca e indagini condotte sotto copertura, ricostruisce la filiera dei prodotti a base di carne e di pelle da allevamenti coinvolti in fenomeni di deforestazione, lavoro schiavile e occupazione di territori indigeni in Amazzonia. "Dopo la pubblicazione dell'inchiesta abbiamo raccolto le pronte risposte di aziende italiane come il Gruppo Natuzzi (Divani&Divani), Gucci e Geox ed altre internazionali come Adidas, Timberland e Nike. Questi marchi si sono impegnati a cancellare contratti a tutti quei fornitori non in grado di garantire che i loro prodotti non provenissero da fenomeni di deforestazione in Amazzonia" - spiega Greenpeace. E dopo anni di campagna internazionale di Greenpeace, con azioni anche in Italia, anche Kimberly-Clark, la multinazionale che produce con i marchi Kleenex, Scottex e altri, leader nella produzione di tessuti in fibra di carta in oltre 80 Paesi, ha annunciato nei mesi scorsi l’adozione di standard per l’acquisto di fibre che finalmente garantiscono la conservazione delle foreste. "Kimberly-Clark diventa, con questi standard, uno dei leader della sostenibilità nella produzione di tessuti in fibra di carta" - sottolinea Greenpeace. Nel corso del recente 'evento a San Paolo, le ditte JBS-Friboi, Bertin, Minerva e Marfrig hanno formalmente dichiarato l'adozione di standard ambientali e sociali che assicureranno che i propri prodotti non provengano da allevamenti o mattatoi responsabili di fenomeni come la deforestazione, l'occupazione di territori indigeni e forme di lavoro schiavile. Anche l'Associazione Brasiliana dei Supermercati (ABRAS) e il Governatore dello stato del Mato Grosso, Blairo Maggi, hanno presenziato all'evento sostenendo fortemente il nostro obiettivo "Deforestazione Zero". "La deforestazione è una delle maggiori cause del rilascio di gas serra nell'atmosfera" - spiega Greenpeace. Le foreste del pianeta preservano nel suolo un'enorme quantità di carbonio, stimabile intorno ai 500 miliardi di tonnellate, di cui gran parte si trova nelle foreste pluviali tropicali. Questa immensa quantità di carbonio supera l'intera massa dei carburanti bruciati in tutto il mondo negli ultimi cento anni. L'Indonesia e il Brasile occupano rispettivamente il terzo e il quarto posto nella triste classifica dei paesi emettitori di CO2: insieme contribuiscono al 40% delle emissioni globali determinate dalla deforestazione. Il prossimo dicembre i governanti del mondo si incontreranno alla Conferenza internazionale sul clima di Copenhagen per concordare un efficace patto sul clima. Il 20% delle emissioni di gas serra (GHG) viene causato proprio dalla deforestazione in aree come l'Amazzonia, l'Indonesia o le antiche foreste africane. Un vero accordo sul clima deve prevedere la fine della deforestazione e l'abbattimento delle emissioni. È l'unica chance per il pianeta e per tutti i suoi abitanti. Per questo Greenpeace insieme ad altre associazioni ambientaliste internazionali ha lanciato la campagna tcktcktck.org e invita il 24 ottobre a partecipare alla "Giornata di azione per il clima" ("International Day of Climate Action") per "svegliare" i leader mondiali e richiamarli alle loro responsabilità. Greenpeace Italiaha lanciato inoltre una petizione online per chiedere al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di prendere sul serio la minaccia del riscaldamento globale, unendosi ai maggiori leader mondiali per un accordo all’altezza della sfida in gioco alla Conferenza internazionale sul clima di Copenhagen di dicembre. [GB] |
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