Deforestazione, la civiltà di Nazca causò la propria rovina con le sue mani. Un monito per la Terra
Deforestazione. La civiltà di Nazca, famosa per gli enormi disegni tracciati nel deserto peruviano visibili dall’aereo più che dal suolo, causò la propria rovina con le sue stesse mani
Già si sapeva che le cose andarono così sull’Isola di Pasqua, quella con i mastodontici volti scolpiti nella pietra.
Uno studio appena pubblicato lancia un ulteriore monito a proposito di ciò che può accadere quando l’economia si espande senza tener conto che ha a disposizione solo risorse limitate.
La civiltà di Nazca circa 1500 anni fa provocò la sua stessa fine distruggendo le foreste, dice uno studio condotto dall’Università di Cambridge. Diventò impossibile coltivare cibo perchè la mancanza di alberi rese il clima troppo arido.
Gli studiosi finora avevano faticato a spiegare cosa causò la rovina di questa civiltà che era stata chiaramente prospera. Ora hanno appurato che, nel corso di molte generazioni, i Nazca spazzarono via le foreste per far posto all’agricoltura. Dove ora c’è un deserto crescevano foreste di alberi huarango. Furono rimpiazzati da campi di cotone e mais.
Ma gli huarango erano molto più che semplici alberi. Avevano un ruolo cruciale nel fragile ecosistema arido della zona. Miglioravano la fertilità del suolo, aumentavano l’umidità dell’aria. Erano un’importante fonte di cibo, legname e foraggio.
Col procedere della deforestazione il territorio rimase esposto ai venti del deserto e alle alluvioni legate a El Niño, il periodico riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico che provoca notevoli conseguenze sul cima della terraferma.
Senza più la copertura di alberi, le grandi piogge legate a forti episodi di El Niño provocano erosione del suolo. I fragili canali di irrigazione dei Nazca andarono distrutti. Diventò impossibile coltivare la terra. Fame e aumento della mortalità furono le conseguenze.
Questa ricerca contraddice l’opinione diffusa che i Nazca vivessero in armonia con l’ambiente fino all’arrivo dei conquistadores spagnoli, e soprattutto mette in risalto l’importanza degli alberi huarango per l’ecosistema della zona. Ciò che resta di questi alberi, tuttavia, ora viene distrutto illegalmente per ricavare carbone di legno.
L’Università di Cambridge, nel comunicato stampa che diffonde i risultati di questi studi, sottolinea l’importanza della lezione per la gestione delle aree aride. Per la gestione del pianeta, si potrebbe dire.
Il comunicato stampa della Cambridge University: deforestazione, la civiltà di Nazca causò la propria rovina con le sue mani
Un articolo di Reuters: deforestazione e crollo della civiltà Nazca
Da Mondo Ecoblog deforestazione e crollo della civiltà dell’Isola di Pasqua, un monito per la Terra
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