Braccianti a cinque anni nei campi di mirtilli per rifornire Wal Mart
Un’inchiesta della Abc apre la strada agli ispettori del lavoro. E scattano le denunce.
Human Rights Watch: "Molte aziende utilizzano i figli degli immigrati"
NEW YORK - Suli è stata filmata mentre riempiva due cesti di mirtilli. «Le dita così piccole sono le più efficienti per raccogliere i frutti di bosco», è il commento del video sequestrato dagli inquirenti. Suli ha cinque anni. La sua non è una storia di sfruttamento minorile che arriva dalla Cina o dal Bangladesh. Con i due fratelli di sei e sette anni Suli, messicana, lavora in un’azienda agricola del Michigan. Nel cuore industriale degli Stati Uniti, a due passi dalla capitale mondiale dell’automobile, Detroit. Quei mirtilli raccolti da un esercito di schiavi bambini, fino a ieri erano in vendita regolarmente sugli scaffali di Wal Mart, la più grande catena americana di ipermercati.
Uno scandalo alla luce del sole. Non solo quello dell’immigrazione cosiddetta "clandestina" su cui si regge l’agricoltura più ricca del pianeta, dalla raccolta dei pomodori in California a quella delle arance in Florida. Ma anche lo scandalo dei bambini costretti in massa ad aiutare i genitori, "latinos" senza documenti né diritti. Assoldati alla giornata, con un imperativo: produrre il massimo, risparmiare sui costi, consentire a Wal Mart di attirare i consumatori con prezzi ipercompetitivi. Perfino le leggi federali sul lavoro trasudano menzogna. «I bambini sotto l’età di 14 anni - si legge nei codici - al di fuori degli orari scolastici possono aiutare i genitori nei lavori dei campi, purché in mansioni non pericolose». Un linguaggio ipocrita. Sembra descrivere un’Arcadia di piccole fattorie dove i bambini, una volta finiti i compiti, raggiungono mamma e papà per dare una mano nell’orto.
«La verità - denuncia Lois Whitman di Human Rights Watch - è che la stragrande maggioranza dei bambini nell’agricoltura non lavorano nella proprietà dei genitori. Sono braccia in affitto anche loro, sfruttati da grandi aziende, esposti ai pericoli della meccanizzazione e ai danni per la salute dall’uso intensivo dei pesticidi». Solo ora uno di questi colossi dell’agrobusiness è finito sul banco degli imputati. È il gruppo Adkin Blue Ribbon, basato nel Michigan: nelle sue tenute è stata filmata Suli mentre raccoglieva i mirtilli. Lo ha fatto una troupe televisiva del network Abc, allertata dalle ong per la tutela dei diritti umani.
Soltanto dopo che l’Abc ha mandato in onda il suo documentario sulle "piccole mani" alla raccolta dei mirtilli, l’ispettorato federale al Lavoro si è finalmente deciso a visitare i campi della Adkin. Alla prima visita in quei campi di mirtilli i federali hanno subito scoperto un bambino di 11 anni che era già al lavoro da tre. Altri casi sono venuti alla luce rapidamente. Wal Mart in un comunicato ha annunciato «la sospensione di ogni acquisto da Adkin, in attesa delle conclusioni del nostro comitato etico». Ma nella gara dell’ipocrisia la medaglia spetta alla stessa Adkin. «Stiamo indagando - afferma l’azienda agricola - per capire che cosa ci facevano i bambini in quel campo. Càpita che i genitori si facciano aiutare, a nostra insaputa». Finirà che è colpa loro. In tempi di alta disoccupazione e tensione anti-immigrati, sarebbe ineccepibile.
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