La “TckTckTck campaign” scandisce il conto alla rovescia
È un’ambiziosa iniziativa partecipativa. Un’azione per chiedere da ogni angolo del mondo, attraverso la Rete, un accordo globale sul clima. Viene supportata da oltre 2 milioni e 600mila persone e da una formidabile coalizione di Ong.
In inglese “tck tck tck” è il suono dell’orologio, o meglio della sveglia che suonerà tra poco più di un mese, all’apertura dei lavori della Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici. La “TckTckTck campaign” è un’iniziativa democratica, partecipativa, immensa per visione e dimensioni. Un’azione che segna il conto alla rovescia verso Copenaghen e spinge da tutti gli angoli del mondo per un accordo globale sul clima. Una campagna concepita secondo i criteri del bottom-up, di pressione politica dal basso, che viaggia sulle grandi arterie di comunicazione delle moderne tecnologie, attraverso i social network della Rete, come facebook, Twitter e mySpace, i motori YouTube e Google, spinta da orde di cittadini qualsiasi nelle forum communities, sui piccoli blog personali e persino con la rapidità del passaparola via sms.
Un grande sforzo supportato formalmente da oltre 2 milioni e 600mila persone in tutto il pianeta, i cui risultati sono convogliati in un sito internet accessibile a tutti. “TckTckTck” aggrega migliaia di azioni grandi e piccole in un’unica voce, per «fare un gran baccano e mostrare (ai politici) che alla gente importa davvero» vivere in un’ambiente migliore. Dietro le quinte una formidabile coalizione di organizzazioni non governative: Oxfam, Greenpeace, Avaaz, Amnesty International, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Wwf, Christian Aid, Consumers International, l’Unione degli scienziati preoccupati, Care, l’Istituto internazionale per l’ambiente e lo sviluppo, Presencia Ciudadana e tante altre. La créme de la créme dell’attivismo partecipativo. Tante sigle diverse per la prima volta riunite con lo scopo di chiedere ai leader del mondo un impegno concreto per costruire «un futuro che funzioni per tutti ».
Copenaghen viene definito «il più importante appuntamento della nostra vita», perché da esso dipenderà il futuro di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Dai contadini dell’Africa orientale rovinati dalla siccità ormai ricorrente, ai cittadini delle Maldive che vedranno il loro paradiso scomparire sotto un metro d’acqua. Dalle popolazioni dei tropici sconvolte da tempeste sempre più violente ai 25 milioni di bambini che saranno affamati nel 2050, secondo l’Ifpri (l’Istituto internazionale di ricerca sulle politiche alimentari) e la Banca mondiale. «Un trattato forte sul clima - promette la campagna - non solo invertirà la marcia dei pericolosi cambiamenti climatici ma ci aiuterà anche ad affrontare le sfide più grandi del mondo d’oggi. Si creeranno milioni di posti di lavoro “verdi”, si ridurranno i costi sanitari, si affrancheranno dalla povertà milioni di persone e si metteranno le energie rinnovabili nelle mani dei comuni cittadini nei Paesi in via di sviluppo». Il sito internet straripa di esempi, storie, articoli, opinioni autorevoli e parole di speranza.
C’è il filantropo di origine ungherese George Soros che ha investito un miliardo di dollari in tecnologie amiche dell’ambiente e il ragazzo del Malawi che ha imparato a “catturare il vento”, recuperando ingranaggi e pezzi di bicicletta nelle discariche del villaggio. C’è Kofi Annan che, parlando da un manifesto attaccato al muro, dice che «dobbiamo fare qualcosa» mentre parte in sottofondo “Beds are burning”, hit delle classifiche cantata da decine di artisti internazionali. C’è il celebre arcivescovo anglicano Desmond Tutu che invita a supportare la campagna per la giustizia climatica, oppure le richieste del mondo scientifico indipendente, quello che non si fa comprare dalle multinazionali del petrolio e degli Ogm. Regolare le emissioni di CO2, dicono, salverebbe migliaia di vite e anche molti miliardi di euro destinati a polverizzarsi in spese sanitarie.
C’è l’appello mondiale di 350.org per la Giornata internazionale di azione per il clima, del 24 ottobre scorso, per la quale sono stati organizzati oltre 5.200 piccoli e grandi eventi, chiedendo la riduzione dei gas a effetto serra. “TckTckTck”, il conto alla rovescia verso la Conferenza Onu sul clima prosegue implacabile. Anche di fronte a chiari segnali di disimpegno da parte dei grandi della politica, gli attivisti non demordono. «Ovunque, lungo la strada per Copenaghen, saremo lì per mostrare ai nostri leader che il mondo è pronto» e attendere al varco i delegati affinché venga firmato un «accordo ambizioso, giusto e vincolante», al quale tutti abbiamo il dovere di contribuire. Perché il nostro compito è trasmettere un mondo migliore ai nostri figli, ciò che nessuno può permettersi di negare.
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