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[Data: 17/12/2009] [Categorie: Diritti della Terra ] [Fonte: ASUD] |
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Popoli Indigeni e Cambiamento Climatico Nei giorni di Copenaghen, mentre si discute delle misure da adottare per far fronte al cambiamento climatico che mette in ginocchio sempre più economie e popolazioni, soprattutto del sud del mondo, riproponiamo la dichiarazione dei popoli indigeni di Abya Yala sul cambiamento climatico, diffuso al termine dell'evento internazionale “La Custodia dei Popoli Indigeni alla Diversità bioculturale: gli effetti della deforestazione e le emissioni di gas nel cambiamento climatico”, tenutosi a La Paz, Bolivia nel marzo dell'anno scorso. L’evento internazionale è stato organizzato dalla Coordinatrice di Organizzazioni Indigene del Bacino Amazzonico (COICA), la Coordinatrice Andina di Organizzazioni Indigene (CAOI), il Consiglio Indigeno di Centroamerica (CICA), il Forum Permanente per le Questioni Indigene delle Nazioni Unite, il Gruppo d’Apoggio Inter-Agenziale sulle Questioni Indigene (IASG) e il Fondo per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni di America Latina e dei Caraibi (Fondo Indígena). I leaders indigeni e membri della cooperazione internazionale erano riuniti con l’obiettivo di definire la posizione dei movimenti indigeni del continente rispetto agli effetti negativi che il cambiamento climatico sta producendo sulla vita e nei territori delle Popolazioni Indigene. I Popoli Indigeni abitano gli ecosistemi più fragili del pianeta, come: le foreste tropicali, deserti, steppe, montagne e isole. Per questo motivo gli Indigeni costituiscono i gruppi più vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale. Gli impatti che genera il cambiamento climatico mettono in pericolo la Nostra Madre Terra, la nostra cultura, l'ambiente e il sostentamento. Questi cambiamenti sono il risultato di un modello di sviluppo occidentale, basato su un capitalismo vorace che non contempla il rispetto della Madre Terra. Durante questo secolo si stima che la temperatura media si alzerà di 1.8 C° fino a 4.0 C°, accelerando gli impatti del cambiamento climatico su i popoli indigeni. Ripetiamo che i paesi industrializzati sono gli unici autori di questi cambiamenti che stanno colpendo gravemente la Madre Terra e per questo respingiamo tutte le accuse di responsabilità nei confronti dei nostri popoli indigeni. La manifestazione di questi effetti, che già sono catastrofici, si percepiscono facilmente quando affrontiamo nei nostri territori i disordini climatici come le piogge prolungate, inondazioni, siccità, scioglimento dei ghiacci, aumento del livello delle acque, diffusione delle malattie endemiche, incendi nelle foreste tropicali e alterazione delle stagioni, che portano la rottura del ciclo vitale, minacciando la sopravvivenza dei nostri popoli, colpendo in particolare le donne indigene ed evidenziando gli alti indici di povertà e di estrema povertà. Nonostante noi siamo quelli che soffrono sproporzionatamente per gli impatti attuali del cambiamento climatico, causato principalmente dallo sfruttamento smisurato delle risorse naturali, siamo dimenticati dall'opinione pubblica e dai programmi politici. L'implementazione delle politiche di mitigazione ed adattamento proposte dagli organismi multilaterali, dal settore privato, dagli organismi internazionali, dalle ONG e dai governi (l'insediamento di monocoltivazioni, la produzione di biocombustibili, la raccolta del carbone, la riduzione delle emissioni grazie alla mancata deforestazione e le aree protette), sono presentate come soluzioni ma in realtà stanno penalizzando l'esercizio dei nostri diritti e attentando alla nostra vita. I Popoli Indigeni, grazie alle loro conoscenze tradizionali, hanno avuto e hanno tuttora, la capacità di adattarsi al contesto, così come alle diverse pressioni ambientali che si sono succedute storicamente. Per tanto contiamo su soluzioni alternative che possano aiutare i processi di mitigazione ed adattamento. E' il momento che i Popoli Indigeni siano soggetto parlante e che possano vantare dei diritti all'interno dei processi nazionali ed internazionali che si attuano sulla base delle discussioni e delle azioni in merito al Cambiamento Climatico, alla Diversità Biologica e alle Aree Protette. Per questo chiediamo quanto segue: 1. La partecipazione effettiva al Convegno delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, al Convegno sulla Biodiversità, e sulle Aree Protette. 2. L'istituzione di un gruppo di indigeni esperti sul cambiamento climatico e sulle tradizioni, all'interno del CMNUCC (Convención Marco de las Naciones Unidas Sobre Cambio Climático). 3. La collaborazione con le agenzie e gli organismi specializzati delle Nazioni Unite come il CBD, CMNUCC, UNESCO, FAO, UNICEF, GEF, FPCI, PNUD ed altri rilevanti, con il proposito di accrescere le azioni dirette ed articolate in merito al cambiamento climatico e ai Popoli Indigeni. 4. Che il Foro Permanente raccomandi all'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite, di far elaborare al Relatore Speciale dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali dei Popoli Indigeni, una relazione sugli impatti del Cambiamento Climatico sui Popoli Indigeni. 5. I progetti ed i programmi relazionati al cambiamento climatico devono: 6. La crescita delle politiche del CMNUCC, deve sottostare alla Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli Indigeni. 7. Bisogna rendere flessibili ed ampliare i meccanismi finanziari, in modo tale che i Popoli Indigeni possano avere accesso ai fondi di adattamento, di capacitazione, e alla tecnologia. 8. Riconoscere ed appoggiare i programmi e le strategie proprie dei popoli indigeni dirette alla mitigazione e all'adattamento al cambiamento climatico.
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