H&M, Wal-Mart e lo scandalo dei vestiti nuovi fatti a pezzi
Abiti nuovi, invenduti, ancora con il cartellino attaccato ma rigorosamente e volontariamente sfregiati prima di essere gettati nella spazzatura. Questa la sconcertante realtà che, raccontata in un articolo del New York Times, ha indignato cittadini di ogni parte del mondo.
In una fredda mattina d’inverno, precisamente il 5 gennaio, una notizia apparsa sul celebre quotidiano The New York Times ha suscitato l’indignazione dei newyorkesi e, nel giro di poche ore, del mondo intero.
Nel bel mezzo di una notte, si legge nell’articolo, un uomo ed una donna sono stati visti rovistare tra una piramide di sacchetti della spazzatura: gli scarti del negozio H&M che regna sulla 34esima strada, appena ad est di Sixth Avenue a Manhattan. Le buste contenevano indumenti mai indossati e che, per evitare che venissero rivenduti o utilizzati, qualcuno aveva tagliato prima di gettarli via. L’uomo e la donna erano lì per recuperare ciò che era sfuggito a rasoi e taglierini. La donna, dopo aver preso alcuni indumenti intatti, ha riposto il resto nella piramide di spazzatura.
“È inverno. Un terzo della città è povero e di notte vestiti mai indossati vengono distrutti”, sottolinea Jim Dwyer, autore dell’articolo.
Poco più avanti, sulla 35esima strada, centinaia di capi di abbigliamento Wal-Mart (gigante della grande distribuzione negli Stati Uniti) sono stati scoperti in sacchi della spazzatura la settimana prima di Natale. Ogni capo era stato bucato.
Un portavoce di Wal-Mart ha fatto sapere che solitamente la società dona i suoi capi non usati ad enti di beneficienza e che, quindi, avrebbe indagato sull’accaduto.
Cynthia ha raccontato che, durante le sue passeggiate sulla 35esima strada, ha spesso trovato indumenti H&M distrutti nella spazzaturaLa sconcertante scoperta è stata fatta da Cynthia Magnus, studentessa alla City University of New York, che, sbalordita alla vista di quei “rifiuti”, ha deciso di portarli nella sua casa di Brooklyn sperando di poter poi trovare qualcuno disposto a sistemarli per renderli indossabili.
Cynthia ha raccontato che, durante le sue passeggiate sulla 35esima strada, ha spesso trovato indumenti H&M distrutti nella spazzatura: il 7 dicembre si è imbattuta in circa 20 sacchi di vestiti H&M che erano stati tagliati.
Giacche con lunghi squarci, guanti senza dita, calze tagliate, scarpe con le suole distrutte: la studentessa ha fatto l’inventario dei capi trovati.
Abiti nuovi, invenduti, ancora con il cartellino attaccato ma, rigorosamente e volontariamente, sfregiati. “La povera gente ha bisogno di coprirsi e sta morendo di freddo in tutta la città, ma invece di donare i capi invenduti questi magazzini li distruggono e li trattano come immondizia”, si legge in un’altra rubrica del New York Times.
La grandissima compagnia svedese, molto conosciuta anche in Italia, ha fatto sapere che il caso di New York non rispecchia la politica dell’azienda che dichiara di “donare abitualmente vestiti ad associazioni di beneficenza”. La portavoce della H&M ha anche assicurato: “quello che è avvenuto non accadrà più. Non è la nostra pratica standard, e di sicuro faremo in modo che nessun altro negozio attui strategie simili”.
Peraltro, poco tempo fa la multinazionale di abbigliamento low cost aveva suscitato l’ammirazione dei consumatori più attenti con il lancio di una nuova linea di abbigliamento sostenibile e con la dichiarazione di voler limitare fortemente lo spreco di carta. Alla faccia della coerenza…
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