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[Data: 27/01/2010] [Categorie: Alimentazione ] [Fonte: Greenplanet] |
[Autore: Antonio Felice] |
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L'ogm arriva da Bruxelles Sembrava fatta. Al testo avevano lavorato a lungo un gruppo tecnico interregionale e due Comitati: quello degli assessori regionali all'agricoltura e quello degli assessori regionali all'ambiente. Era risultato un documento complicato, che per la prima volta in Italia avrebbe dato comunque, con tutte le cautele e le farraginosità del caso, via libera alle coltivazioni ogm. Titolo: "Linee guida per le normative regionali di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate". La Conferenza Stato-Regioni lo avrebbe dovuto approvare già la settimana prossima come decreto da inviare per il "via libera" a Bruxelles da dove sarebbe stato recapitato alle 20 Regioni italiane per le disposizioni applicative. Una fuga di notizie. E la pausa di riflessione si è imposta da sola. Rinvio, dunque, come proposto giovedì 21 gennaio dall'assessore dell'Emilia-Romagna Tiberio Rabboni. E apertura di un'ampia consultazione. Le prime reazioni sono piuttosto sconcertanti: per motivi a volte opposti, quell'ipotesi di decreto non piace più nessuno. Non ai sostenitori degli ogm (Confagricoltura in testa). E gli stessi promotori avanzano dubbi sulla sua applicabilità, riconoscendone le implicite difficoltà operative, organizzative, finanziarie. La Coldiretti lo boccia senza attenuanti. Contrario anche il ministro Zaia. A questo punto, se non fossimo italiani, ci potremmo chiedere perché quei poveretti dei comitati hanno lavorato, su mandato di chi, eccetera. Purtroppo, lo sappiamo. L'Europa di Barroso ha una politica ambigua in tema di ogm. Ma, alla fine, non li vuole escludere. L'esecutivo europeo chiamato Barroso 1 ha avurto per cinque anni all'Agricoltura una dura come Mariann Fischer Boel, dura con gli ogm, favorevole alle produzioni biologiche. Ma MFB non c'è nel Barroso 2, è stata silurata (anche per le spinte della potente lobby degli ogm?) e al suo posto c'è il romeno Dacian Ciolos, che non ha detto molto, per ora, sul tema specifico. Dunque, cari amici, a Bruxelles ci vuole chi sostenga in modo forte il biologico, qualcuno che dia una visione ampia, ecologista e ambientalista, a un progetto che riconosca al settore biologico il suo ruolo all'interno dell'agricoltura e che dia prospettive crescenti all'interno dell'intera economia agricola europea. Fare lobby a Bruxelles significa evitare brutte sorprese nelle regioni italiane. L'alternativa è fare i filosofi della Magna Grecia, che sono vicini al nostro cuore e al cuore della nostra cultura ma non hanno mai dato da mangiare a nessuno. |
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