Biodiesel, ecologico, sostenibile?
Il via libera alla realizzazione di un impianto per la produzione di biodiesel in Svizzera ha riacceso l’interesse e la polemica attorno ai biocarburanti.
La società Green Bio Fuel ha ottenuto l’autorizzazione da parte delle autorità del canton Argovia di costruire una fabbrica per la produzione di biodiesel. L’impianto dovrebbe avere la capacità di produrre 130 milioni di litri di biodiesel all’anno, ciò che corrisponde al 5% della richiesta attuale di diesel nel nostro Paese.
Questa produzione, secondo l’Ufficio federale dell’energia, permetterebbe a Berna di rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas a effetto serra.
La Green Bio Fuel afferma che il biodiesel verrà prodotto esclusivamente da semi di jatropha importati dal Mozambico. Il portavoce della società, Ulrich Frei, ha spigato a swissinfo.ch che la Green Bio Fuel vede un enorme potenziale nella jatropha, una resistente pianta tropicale raccolta anche in Brasile, India e Filippine per produrre del biodiesel.
«Crediamo che in futuro ci sarà una crescente richiesta di biocarburanti», ha affermato Frei. «Saranno applicati dei criteri sociali ed ecologici per garantire – per esempio – che la coltivazione della jatropha non competa con colture alimentari e che non occupi la terra destinata alle popolazioni indigene».
Frei ha comunque ammesso che l’autorizzazione a costruire un impianto di produzione in Svizzera è soltanto un primo passo. Per trarre profitti dal biodiesel, la strada è ancora lunga.
Imposta sui carburanti
La società si augura che la produzione del suo biodiesel venga esentata dall’imposta sul consumo di carburanti di 72 centesimi al litro che corrisponde alla metà circa del prezzo alla pompa di benzina. «Senza questa esenzione – ha puntualizzato Frei – il biodiesel non può essere concorrenziale».
Al momento, la Green Bio Fuel non sa se potrà contare su questo esonero. L’Amministrazione federale delle dogane intende infatti aspettare la costruzione e la messa in funzione dell’impianto, che verrà realizzato sulla sponda del fiume Reno, prima di pronunciarsi sulla questione.
Prenderà una decisione sulla scorta delle verifiche effettuate da altri uffici federali, che intendono appurare se lo sfruttamento della jatropha in Mozambico rispetti gli standard ecologici e sociali.
«Questo è un aspetto molto problematico», afferma Bruno Guggisberg, esperto in biocarburanti dell’Ufficio federale dell’energia.
Finora, gli impianti pilota e di dimostrazione per la produzione di biocarburanti da materie prime rinnovabili riconosciuti in Svizzera sono 48. Alcuni producono biodiesel altri biogas. I secondi sono ritenuti maggiormente compatibili con l’ambiente perché si servono di scarti organici come letame e liquame.
Biobarburanti, ma non a ogni prezzo
Nel luglio 2008, i carburanti provenienti da materie prime rinnovabili sono stati esonerati dall’imposta sugli oli minerali. Tuttavia, da allora la richiesta si è ridotta. Si calcola che l’anno scorso in Svizzera sono stati venduti soltanto tre milioni di litri di biodiesel – un quarto rispetto al 2008. Nel 2009, il prezzo per barile del petrolio si è infatti dimezzato rispetto a quello del 2008.
Secondo l’Ufficio federale dell’energia, questa evoluzione rivela che gli acquisti dei consumatori svizzeri sono maggiormente influenzati da aspetti economici che da quelli ambientali.
Freni etici
Un altro ostacolo alla diffusione di biocarburanti è l’iniziativa parlamentare del socialista ed esperto in questioni energetiche Rudolf Rechtsteiner che vuole introdurre una moratoria di cinque anni sull’importazione di biocarburanti.
Rechtsteiner è appoggiato da una coalizione di associazioni non governative che, al contrario di quanto sostenuto da Green Bio Fuel, sono convinti che la coltivazione della jatropha abbia conseguenze sociali ed ecologiche.
Secondo l’organizzazione non governativa Swissaid, «la prospettiva di guadagnare con l’olio di palma o con i semi di jatropha attira degli investitori internazionali ciò che potrebbe allontanare i contadini poveri dalla propria terra».
Se da una parte pare che i biocarburanti abbiano un futuro in Svizzera, dall’altra è nel biogas che sono riposte le maggiori aspettative.
Guggisberg ritiene che la produzione nazionale di energia ottenuta dalla biomassa potrebbe coprire il 10% della richiesta di energia del Paese, a condizione che tutti gli scarti provenienti dall’agricoltura e dall’industria alimentare vengano convertiti in combustibile.
La Jatropha
Originaria dell’America centrale, ma oggi presente anche in Africa ed India, la jatropha è una pianta selvatica capace di crescere anche in zone semi-aride.
A differenza dell’olio di palma, della colza, del girasole, della soia o della canna da zucchero, la jatropha non è commestibile, perché velenosa.
La sua grande adattabilità ad ambienti ostili non la fa entrare in competizione per i terreni coltivabili.
I semi di jatropha hanno un’ottima resa, soprattutto se paragonati ad altre culture da biodiesel. Solo l’olio di palma, stando a uno studio del WorldWatch Institute del 2006, è preferibile sotto questo punto di vista.
Gli esperti del laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca Empa hanno calcolato il bilancio ecologico della coltivazione della jatropha. I risultati sono buoni, specialmente se il biocarburante viene utilizzato sul posto e se vengono ottimizzati i processi di lavorazione.
Nello stesso studio, l’Empa evidenzia che le piantagioni pilota di jatropha, al contrario di quanto si credeva, necessitano di un buon quantitativo di acqua e di fertilizzanti per essere redditizie. Inoltre, anche se la pianta non viene attaccata dai parassiti e dagli animali, va difesa dalle termiti con dei pesticidi.
Bilanci ecologici
L’Ufficio federale dell’energia (UFE) ha pubblicato nel 2007 un studio nel quale vengono esaminati i bilanci ecologici dei diversi biocarburanti: bioetanolo, biometanolo, biodiesel e biogas.
Per la valutazione ecologica dei biocarburanti, non sono state considerate soltanto l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, ma anche le ripercussioni sull’ambiente determinate dalla coltivazione delle materie prime.
Lo studio ha mostrato che i biocarburanti riducono le emissioni di gas serra di oltre il 30% rispetto alla benzina, ma anche che la coltivazione delle materie prime e la produzione dei biocarburanti provocano un impatto ambientale spesso superiore a quello determinato dalla benzina e dal carburante diesel.
L’uso a scopi energetici di scarti organici presenta invece un bilancio ecologico migliore di quello dei carburanti di origine fossile. Da un lato viene a mancare l’elevato impatto ambientale legato alla produzione delle materie prime e, dall’altro, vengono ridotte le emissioni dovute al trattamento dei rifiuti.
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