Nucleare, il governo impugna le leggi di tre regioni del no
Violano la competenza esclusiva attribuita allo Stato in materia di tutela dell'ambiente, di sicurezza e di concorrenza
ROMA (4 febbraio) - Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori. In pratica le tre sono lesive della competenza esclusiva attribuita allo Stato in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, nonché nell'ambito della sicurezza e della concorrenza. La decisione è stata presa su proposta del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e d'intesa con il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto.
«L'impugnativa delle tre leggi è necessaria per ragioni di diritto e di merito», ha spiegato il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. «In punto di diritto - ha aggiunto - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (articolo 117 comma 2 della Costituzione). Non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese».
«Nel merito - ha continuato il ministro - il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del Governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo».
La localizzazione delle centrali nucleari. Il ministro Scajola ha inoltre ricordato che «al prossimo Consiglio dei Ministri del 10 febbraio ci sarà l'approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l'altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari». In particolare, nell'elenco delle leggi regionali all'esame del Consiglio dei Ministri, con richiesta di impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale ex art. 127 della Costituzione, vi sono le leggi delle Regioni Puglia n. 30/09, Campania n. 2/10 e Basilicata n. 1/10. Il ministro Scajola ha preannunciato che «il Governo impugnerà tutte le eventuali leggi regionali che dovessero strumentalmente legiferare su questa materia, strategica per il Paese».
«La questione nucleare è di rilevante importanza per le strategie di politica economica ed energetica del Governo, e investono un punto fondamentale nei rapporti fra competenze statali e regionali. L'art. 7 del decreto-legge n. 112/2008, convertito in legge n. 133/2008, definisce la strategia energetica nazionale posta in essere, perseguendo, fra l'altro, l'obiettivo della realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare», ha aggiunto Scajola ricordando poi che «le tre leggi regionali sono lesive della competenza esclusiva attribuita allo Stato in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, nonchè nell'ambito della sicurezza e della concorrenza (art. 117 comma 2 della Costituzione)». Scajola ha concluso rilevando che «sulla medesima questione si è già pronunciata nel senso esposto la Corte costituzionale».
Critiche da parte dell'Idv. «Il comportamento del governo è l'ennesimo atto dittatoriale» commenta il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori Felice Belisario. La strategia del governo «fin dalla legge 99 del 2009 (collegato energia) è quella di mirare ad imporre alle Regioni una politica del territorio che ignora il rispetto delle competenze costituzionalmente riconosciute». «Il governo auspica a chiacchiere un federalismo a tutti i livelli, poi nei fatti propone la sua volontà ai territori contro quello che afferma la Costituzione e, soprattutto - ha concluso Belisario - calpestando la volontà dei Consigli Regionali eletti e legittimati dai cittadini».
Secondo Ermete Realacci (Pd) si tratta di «una debole ritorsione, visto che già il Governo è di fronte alla Corte Costituzionale per l'inaccettabile legge che impone, unico caso in un paese occidentale, anche attraverso la militarizzazione dei siti, la costruzione delle centrali nucleari contro il volere delle regioni e dei territori».
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