CO2: Il nuovo traffico di indulgenze
L’elemento essenziale delle indulgenze era la cessione a favore di una persona dei meriti realizzati da altri. La dottrina base imponeva che la preghiera e le opere di bene avessero un valore accumulabile, il “Tesoro della Chiesa”.
Il deposito iniziale sarebbe stato costituito dalle opere di Gesù, a cui si sarebbero aggiunte quelle dei santi e di milioni di devoti. La Chiesa vendeva le indulgenze divine ai peccatori che facevano la buona opera di ricambiare con del denaro.
La Storia ci spiega come questo avido inganno abbia creato un vero e proprio mercato conosciuto come il “traffico delle indulgenze”, che fu oggetto di accusa da parte protestante ed obbligò a riformarne l’uso.
Oggi, si torna a parlare di nuovo di indulgenze. I paesi ricchi comprano dei “Crediti di carbonio” che permettono loro di continuare nelle proprie emissioni, obbligando i paesi in via di sviluppo a ridurre le proprie. L’effetto è di congelare l’ingiusta ripartizione della ricchezza mondiale, proprio come accade attraverso il meccanismo di sussidi all’agricoltura dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) destinati ai paesi ricchi. Sono ancora una volta i poveri a dover salvare il pianeta, consapevoli dell’attenzione che richiede l’attuale contaminazione ambientale.
La vera contaminazione ambientale
Il pianeta è inquinato e continua ad inquinarsi. La colpa è dell’ignoranza e la causa principale è la considerazione del profitto come fine supremo. Il continuo stimolo al consumo per guadagnare sempre di più e il risparmio nei costi di smaltimento di rifiuti tossici compromettono la qualità dell’aria, della terra o del mare; miniere a cielo aperto; spiagge nere di petrolio; pesca eccessiva; disboscamento per far spazio a coltivazioni di soia; plastica e rifiuti tossici scaricati in mare.
Quasi tutto ciò che viene contaminato può essere recuperato, con uno sforzo. L’Europa ha già recuperato molti laghi, fiumi e boschi. L’alto livello di educazione e una coscienza pubblica ambientale diffusa ha obbligato i politici a prendere delle iniziative, senza perdere la propria supremazia industriale. Il paese che più inquina in termini di rifiuti tossici sono gli Stati Uniti (che inoltre producono il 30% delle emissioni mondiali di CO2), ma questo non viene mai detto. Il Pentagono contamina il mondo intero con la sua guerra senza fine, con le sue 800 basi, ma queste emissioni non contano. Gli Stati Uniti chiedono in tutte le negoziazioni, da Kyoto a Copenaghen, che la contaminazione del Pentagono resti esclusa dalla valutazione, naturalmente per ragioni di sicurezza.
La demonizzazione della CO2
La CO2 è un gas che attraverso la fotosintesi si trasforma in ossigeno. Le piante muoiono se la CO2 scende a 229 ppm e muoiono con 160 ppm. Il livello ottimale è di circa 1000 ppm.
L’aria è formata da diversi gas, tra cui una parte di C02, che oscilla con gli oceani: l’acqua fredda assorbe CO2 e l’acqua calda ne libera. Gli oceani immagazzinano un 25% di CO2 per le piante.
Esiste una campagna contro la CO2 in quanto causa dell’aumento della temperatura terrestre. Il più noto accusatore è Al Gore, che non è uno scienziato ma un politico nordamericano. Il suo documentario “Una scomoda verità” manipola già dallo stesso titolo. Il suo più grande errore è sostenere che i mari si riscaldino a causa delle emissioni di CO2, quando avviene il contrario; il mare prima si riscalda e dopo emette più quantità di CO2. E’ un fenomeno piuttosto noto e spiega la coincidenza delle curve ascendenti di temperatura e di CO2. Temo che sia il caso di parlare di una “bugia conveniente”.
Sappiamo bene che la temperatura terrestre dipende dalle radiazioni solari, e la vita esiste poiché esiste un effetto serra, causato in gran parte dal vapore acqueo, le nubi. La tesi del “Riscaldamento Globale generato dall’uomo” sostenuta da chi voglia difendere l’ambiente dalla contaminazione viene così sfruttata per fini politici. Si sta costruendo un pretesto per imporre un’autorità mondiale che amministri l’uso di carburanti fossili, creando nuove imposte e un altro mercato fatto di falsi valori. Nel frattempo, si distoglie l’attenzione dalla vera contaminazione.
Contraddizioni iniziali
Nel 1988 si creò in seno all’ONU un Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico-IPCC. Nel 1995 il gruppo di esperti presentarono un rapporto che diceva:
1. Nessuno studio ha dimostrato che il cambiamento climatico è dovuto all’effetto serra
2. Nessuno studio attribuisce la causa del cambiamento climatico alle attività umane.
Nel rapporto finale dell’IPCC queste due chiare negazioni vennero cambiate con l’affermazione dell’evidenza dell’influenza umana nel cambiamento del clima globale. Ci fu un grande scandalo, alcuni esperti s’indignarono, molti rinunciarono e fecero cancellare il proprio nome dal rapporto finale.
Migliaia di scienziati firmano il proprio disaccordo con il rapporto dell’IPCC. Qualcuno può essere che sia pagato dalle imprese petrolifere, ma altri hanno i loro argomenti. Tutti dicono che da sempre si verificano cambiamenti globali di temperatura, epoche di freddo e di caldo si succedono. Un altro valido argomento è che gli astronomi riportano un aumento di temperatura generale in tutti i pianeti, dovuto ad una maggiore attività energetica del sole. Non sembra colpa dell’uomo.
Il mercato delle emissioni di carbonio
E’ l’idea favorita da grandi imprese, banche, politici e alcune ONGs. Un’autorità mondiale amministrerebbe un mercato di diritti ad emettere CO2. Il volume delle emissioni legale sarebbe quello dei livelli storici, ovvero, che non diminuisce ma si conserva.
Coloro che oltrepassano il livello di emissioni legale possono comprare crediti dai paesi che emettono meno di quanto permesso. Si tratta del Sistema di Commercio dei Diritti di Emissione. Il Presidente Sarkozy ha già annunciato delle imposte indirette sul carbonio.
L’essenza della proposta è congelare le emissioni storiche. Lo sviluppo necessita di energia e questa proviene oggi da combustibili fossili che generano CO2 e altri gas tossici. Il mercato di carbonio è un mezzo per frenare i paesi in via di sviluppo e creare un altro mercato internazionale in cui poter scambiare emissioni senza considerarne la contaminazione.
Pandemonio a Copenaghen
L’obiettivo occulto della Conferenza di Copenaghen era porre un prezzo alla CO2. Viene presentata una bozza già negoziata con alcuni paesi in via di sviluppo, dimostratisi cooperativi. L’acceso alle riunioni è gerarchizzato, ammettendo solo i paesi rappresentati dai presidenti ed escludendo i rappresentati da cancellieri, violando chiaramente il diritto internazionale. Anche Hugo Chávez y Evo Morales, presenti a Copenhagen, vengono esclusi per non essersi dimostrati cooperativi.
Successivamente, il Primo Ministro di Danimarca, Anders Rasmussen, con il documento in mano, ordina ai paesi di studiarlo in un’ora, approvarlo e chiudere l’udienza. A questo punto ascolta le delegazioni che avevano chiesto la parola.
Solo alla fine, la delegata del Venezuela, Claudia Salerno, riesce ad ottenere la parola, seguita da Cuba, Bolivia altre delegazioni dell’ALBA, che pronunciano il loro rifiuto del documento.
Rasmussen ascolta, senza prendere nota come fa un presidente di una riunione. La sua seconda “gaffe” è chiedere quanti paesi siano contrari alla decisione, per passare alle votazioni. Di nuovo la rappresentante del Venezuela ricorda che le decisioni nell’ONU si prendono per consenso. Rasmussen chiede una pausa, da cui non fa ritorno: la riunione termina presieduta da un Vicepresidente delle Bahamas.
Conclusione
Combattere l’inquinamento è una questione urgente. Individuare nella CO2 il responsabile del cambiamento climatico sembra una manovra diretta a controllare la CO2, che significa dover controllare l’energia. Si vuole creare un diritto acquisito al consumo di energia e il diritto a negarlo ad altri.
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