USA: spostate i vostri soldi!
New York. Chiudete i vostri conti correnti nei grandi gruppi bancari e spostate i vostri soldi nelle banche del vostro paesino. Questo è il nuovo spettro che si aggira per gli Stati Uniti, terrorizzando gli amministratori delegati delle banche “troppo grandi per fallire,” che ancora festeggiano la crisi a colpi di bonus miliardari. La campagna Move your Money! è stata lanciata a Capodanno su un blog americano e in pochi giorni ha già persuaso la Casa Bianca.
Lo stile è quello del classico boicottaggio, in salsa americana: usare l'unico strumento rimasto a disposizione dei cittadini, la scelta mirata del prodotto, per farsi giustizia da soli. Mentre fino a qualche anno fa il mito di Wall Street era intoccabile (complice la New Economy e i suoi soldi facili), l'immaginario collettivo è profondamente cambiato. Milioni di persone hanno perso il lavoro e i risparmi di una vita, guardando impotenti il governo attingere a piene mani dalle loro tasche per sistemare i bilanci di Wall Street. La frustrazione del ceto medio di fronte al salvataggio delle grandi banche ha oltrepassato i limiti di guardia e si è concretizzata in vari movimenti. All'estrema destra, con il movimento conservatore del Tea Party, mentre a sinistra ha dato vita alla campagna “Spostate i vostri soldi!”
Il ragionamento sottostante è molto semplice. Le grandi banche non scuciono un dollaro in prestiti per le aziende. Si tengono ben stretti i soldi nei loro forzieri, nonostante lo scopo ufficiale del piano di salvataggio finanziario del 2008 fosse precisamente quello di fornire liquidità alle banche, che avrebbero poi riaperto i rubinetti dei prestiti. Siccome il governo non fa nulla per cambiare la situazione (la riforma della finanza è lungi dall'essere approvata), i cittadini devono dare una lezione alle grandi banche. E ritirare i soldi da quei conti correnti, per darli alle piccole banche che invece fanno ancora il loro mestiere: prestare denaro alle aziende.
Le statistiche ufficiali della Federal Deposit Insurance Corporation mostrano come le piccole banche, cioè quelle con meno di un miliardo di dollari di capitale, possiedano solo un decimo degli assetti bancari statunitensi, ma contribuiscano per più di un terzo al totale dei prestiti elargiti. Più di metà di questi prestiti vanno a beneficiare le piccole imprese. Le grandi banche invece rappresentano quasi i due terzi degli assetti bancari, ma contribuiscono solo ad un terzo dei prestiti, di cui la vasta parte va in operazioni finanziarie. Mentre le grandi banche prendono i soldi dei contribuenti per continuare a speculare come se niente fosse successo, l'intera economia è sostenuta dalle banche locali, che non hanno in genere usufruito dei soldi dello Stato e molte delle quali sono in grosse difficoltà.
L'idea è stata lanciata da Arianna Huffington, l'editrice del celebre blog HuffingtonPost.com, come buon proposito di Capodanno per il 2010. Ma in pochi giorni è nata una campagna virale che ha coinvolto associazioni di consumatori, media e deputati, creando un nuovo movimento nazionale. Le sei grandi banche nel mirino dei consumatori sono JP Morgan/Chase, City, Wells Fargo, Bank of America, Morgan Stanley e Goldman Sachs. I promotori dell'iniziativa hanno messo a disposizione un motore di ricerca che, in base al codice di avviamento postale dell'utente, fornisce la lista di tutte le piccole banche della zona (dette community banks) oppure delle banche di credito cooperativo, con tanto di rating ufficiale e informazioni sulla trasparenza. Tra queste è facile sceglierne una cui affidare i propri risparmi. Nella prima settimana della campagna, le rischieste di apertura di conti correnti nelle piccole banche sono triplicate.
Ai cinefili non sarà sfuggito che il concetto alla base di Move your Money! é mutuato dal celebre film di Frank Capra La vita è meravigliosa, ambientato durante la Grande Depressione. Il protagonista George Bailey, interpretato da James Stuart, è un banchiere locale che cerca di aiutare i concittadini di una piccola città di provincia a sfuggire dalle grinfie del rapace emissario di Wall Street. Il regista Eugene Jarecki, ha girato uno splendido videoclip per lanciare l'iniziativa, una breve rivisitazione in chiave moderna del classico film degli anni quaranta.
In poche settimane, la campagna ha avuto un enorme successo. L'HuffingtonPost ha messo in rete la lista (pubblica) di deputati e senatori e delle banche di cui sono clienti. Oltre la metà di loro si serve delle sei grandi banche ma, sotto la pressione degli elettori, i deputati stanno aderendo alla campagna. Il New Mexico del governatore Bill Richardson è il primo Stato a discutere la propria adesione, forte di un miliardo e quattrocentomila dollari di depositi, mentre il sindaco Bloomberg sta studiando come trasferire le finanze cittadine di New York City nei forzieri delle banche locali.
Ma il vero scoop è stato l'adesione della stessa Casa Bianca. Durante il suo recente discorso sullo stato dell'Unione, il presidente Obama ha annunciato l'intenzione di trasferire trenta miliardi di dollari dal famigerato TARP, l'odiato fondo di salvataggio per le banche, alle community banks, come stimolo alla ripresa dei prestiti. Sperando che questa mossa basti a placare gli animi dei suoi sostenitori democratici, esasperati dall'atteggiamento condiscendente del governo nei confronti dei Paperoni che guidano le grandi banche e che hanno trascinato nella recessione gli Stati Uniti e l'intero pianeta, a colpi di bonus stellari.
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