Israele-Palestina: riconosciamo il nostro fallimento
Martedì, 22 maggio 2007
di Luisa Morgantini - Vicepresidente del Parlamento Europeo
Israeliani e palestinesi stanno pagando le conseguenze della nostra incapacità di agire politicamente con responsabilità e giustizia in Medio Oriente. Ancora una volta le conseguenze devastanti travolgono i civili palestinesi, le migliaia di profughi in Libano, che subiscono gli attacchi dell'esercito libanese. Ancora una volta i palestinesi vengono puniti collettivamente per colpa di un gruppo di estremisti e nemici degli stessi palestinesi come il gruppo di Fatah El Islam.
L'Unione Europea, la Comunità Internazionale deve sentirsi moralmente responsabile dell'escalation delle violenze, moralmente implicata nelle uccisioni dei civili inermi a Gaza e nei campi profughi libanesi. Il rischio di esternalizzazione del conflitto tra Israele e Palestina riguarda tutti noi: bisogna preservare l'autonomia della causa palestinese e del diritto dei popoli d'Israele e Palestina ad avere due Stati Sovrani, riconosciuti e in sicurezza.
Basta parole: è doveroso e indispensabile riconoscere il nostro fallimento, quello della Comunità Internazionale, dei partiti, dei movimenti nel fare rispettare la legalità internazionale e nel porre fine ad un occupazione militare che dura ormai da quarant'anni. La tragedia di questi giorni è stata annunciata da tempo. Dello slogan "Due popoli e due Stati", che ripetiamo dal 1980 ve ne è uno solo che esiste quello israeliano, potenza occupante e insicuro, e dall'altra un popolo occupato, umiliato e senza libertà.
L'aiuto umanitario da parte dell'Unione Europea non può sostituire ciò che è indispensabile: una soluzione politica e un lavoro trasparente delle diplomazie che lavorino per l'unità dei palestinesi e non per la loro divisione e che sappia imporre al governo israeliano il rispetto della legalità. Perché aiutiamo gli estremisti a svuotare di potere il Governo di Unità Nazionale? Cosa deve fare ancora il Governo Palestinese?
I passi che l'UE e il Quartetto devono compiere sono il riconoscimento del Governo di Unità Nazionale Palestinese, che in tutta la sua complessità di rappresentanza politica, risponde con il proprio programma alle condizioni poste dal Quartetto ed esprime la volontà di tornare al tavolo delle trattative, cogliendo l'occasione storica dell'Iniziativa di pace della Lega Araba. In secondo luogo è urgente fare pressioni in ogni modo sul Governo israeliano affinché cessino le sistematiche lesioni della legalità, le uccisioni mirate e impunite, il furto di terre con la costruzione del Muro e quello delle imposte e dei dazi palestinesi, trattenuti arbitrariamente.
L'occupazione militare uccide ogni ipotesi di sicurezza sia per i palestinesi che per gli israeliani, ogni speranza di pace. I palestinesi devono recuperare la loro unità e cessare le lotte fratricide e fare il possibile per fermare i rockets sulle vicine città israeliane. La Palestina cade a pezzi, e con lei tutto il Medio Oriente: le conseguenze di queste ingiustizie e di queste violenze ci si ritorceranno contro, dopo aver travolto migliaia di civili innocenti.
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