Obama rilancia il nucleare: due nuove centrali in Georgia
Barack Obama rilancia il nucleare. Per difendere l’ambiente, combattere il cambiamento climatico e ridurre anche la dipendenza dal petrolio straniero, il presidente degli Stati Uniti, dopo piu’ di trent’anni di stop, commissiona nuove centrali atomiche. La settimana prossima sara’ annunciato lo stanziamento di oltre 8 miliardi di dollari, circa 6 miliardi di euro, per costruire due nuovi impianti termonucleari in Georgia, i primi da fine anni ‘70 a questa parte. I soldi andranno alla Southern Company, una delle quattro compagnie elettriche che si divideranno il budget di 18 miliardi di dollari, circa 13 miliardi di euro, stabilito l’anno scorso per il settore nucleare. Gli impianti saranno ultimati tra il 2016 e il 2017.
Gia’ nel suo primo Discorso alla Nazione, lo scorso 27 gennaio, Obama parlo’ di una ”nuova generazione di centrali nucleari sicure e pulite”. Il ricorso all’atomo civile, nella strategia del presidente, si inserisce in una nuova politica energetica il cui pilastro e’ comunque la ricerca sulle fonti alternative.
I due reattori georgiani dovrebbero essere in grado di produrre energia sufficiente a soddisfare i bisogni di circa 1,4 milioni di persone. I cantieri dovrebbero creare circa 3mila nuovi posti di lavoro e, una volta costruito, l’impianto dovrebbe occupare stabilmente circa 850 persone.
Al momento negli Usa sono attivi 104 reattori sparsi in 31 stati che producono circa il 20% dell’energia elettrica utilizzata dal paese. Inoltre rappresentano il 70% delle fonti energetiche che non provocano emissioni atmosferiche inquinanti, assieme all’eolico, il solare e l’idroelettrico.
Contro questo progetto si oppongono ovviamente gli ambientalisti, preoccupati per la questione dello stoccaggio delle scorie, e alcuni conservatori fiscali, fortemente contrari ad ogni grande opera pubblica pagata con i soldi dei contribuenti. In prima fila contro il ritorno del nucleare, il giornale progressista Christian Science Monitor. Gia’ all’indomani del discorso sull’Unione, sottolineo’ le contraddizioni della politica energetica della Casa Bianca, che da un lato triplica il finanziamento pubblico di nuove centrali nucleare, dall’altro azzera i fondi per la ricerca sull’immagazzinamento della scorie nucleari. Una politica, scrive il giornale, che potrebbe far guadagnare voti repubblicani a favore della nuova legislazione contro il cambiamento climatico, ma che rischia di provocare lo scontento di una parte importante della base democratica.
”E’ comico vedere come Obama potrebbe diventare il presidente piu’ filo-nucleare dai tempi di Dwight Eisenhower” commenta irritato Henry Sokolsky, direttore esecutivo del centro americano contro la proliferazione nucleare. “Io ammiro l’amministrazione Obama – sottolinea Edwin Lyman, dell’Union of Concerned Scientists - ma la sua strategia nucleare non e’ coerente. Mentre ha un piano per costruire queste centrali di nuova generazione, non ha alcun programma per stoccare le scorie che questi nuovi impianti produrranno. Tutto cio’ e’ irresponsabile”.
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