OGM, Natura e Sistema immunitario
Fra i più conosciuti miti nella letteratura della Grecia antica vi è quello che racconta delle nove fatiche di Eracle o Ercole.
La seconda descrive la vittoria di Eracle su un terribile mostro a nove teste, che infestava la palude di Lerna in Argolide.
La caratteristica di questo mostro dall’alito fetido consisteva nel possedere nove teste, otto delle quali si rigeneravano immediatamente quando venivano recise.
La nona testa però era immortale.
Eracle recise una ad una le prime otto bruciandone la radice: sotterrò invece la nona, una volta recisa, al centro della terra rendendola in tal modo per sempre inoffensiva.
Questo significativo mito mi è ritornato alla memoria venendo a sapere che il 29 gennaio 2010 il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’Associazione Agricoltori Futuragra di Vivano, in provincia di Pordenone, riguardante la possibilità di seminare in campo aperto vegetali O.G.M. (Organismi Geneticamente Modificati), soprattutto della Monsanto.
Saputa questa notizia ho associato l’ O.G.M. all’Idra dalle nove teste anche se, naturalmente, vi é una qualche differenza: nel caso dell’O.G.M. infatti sono cinque le mostruose teste.
Esse portano i nomi dei colossi multinazionali: Syngenta, Du Pont, Dow, Bayer e Monsanto.
Vi sono state sentenze di tribunali, deliberazioni legislative di molte nazioni europee contrarie agli O.G.M., vi sono stati sondaggi popolari in Europa dimostratisi fortemente contrari - in Italia il 74 % - e addirittura continua ad esserci mancanza totale di verifiche a breve, medio, lungo termine riguardanti la salute dell’essere umano ma inutilmente.
Le teste del mostro continuano imperterrite a rispuntare minacciose.
Molti Eracle continuano però a combattere. Già nell’ormai lontano 1998 Jeremy Rifkin nel suo libro “Il secolo biotech” ammoniva così.
“Immaginate il trasferimento di geni tra specie viventi senza alcuna affinità tra loro o che addirittura attraversano i confini della biologia (piante, animali ed esseri umani) che vanno a centinaia di forme di vita, totalmente nuove, ottenute in un batter di ciglia, rispetto ai tempi estremamente lunghi dell’evoluzione.
Immaginate quindi la propagazione di cloni, la produzione di massa di un numero illimitato di repliche di nuove creazioni, la loro liberazione nella biosfera che permette loro di propagarsi, mutarsi, prolificare e migrare colonizzando la terra, l’acqua e l’aria.
Questo ci piaccia o meno è il grande esperimento scientifico e commerciale che avverrà appena gireremo pagina e ci troveremo nel secolo della biotecnologia”.
La pagina di cui parlava Rifkin dodici anni fa è già divenuto un voluminoso romanzo del terrore.
Il dibattito, che ormai da diversi anni è in corso ha senza alcun dubbio evidenziato che gli O.G.M. non sono assolutamente innocui.
Quelle poche ricerche, indipendenti e non di parte, che sono riuscite a filtrare attraverso la fitta rete di censure e di informazioni pilotate da parte dei mass-media cosiddetti ufficiali, hanno affermato al contrario che gli O.G.M. sono pericolosi per la salute dell’habitat terrestre, uomo compreso.
A questo punto del discorso vale la pena di considerare il danno principale che può comportare la liberazione nell’ambiente e negli organismi viventi di organismi geneticamente modificati.
Approfondendo ciò che ha efficacemente detto Rifkin è necessario prima di tutto considerare una legge della natura.
Nel medesimo libro citato più sopra, Rifkin riporta un’affermazione di Bernard Rollin, professore di fisiologia, biofisica e filosofia presso l’Università di Colorado:
“Sappiamo con certezza che se prendiamo animali le cui caratteristiche sono ben conosciute, ben comprese e ragionevolmente prevedibili e le introduciamo in ambienti che non sono familiari, molto probabilmente rischiamo di provocare un disastro, a cui talvolta non possiamo rimediare.
Ma se ciò è vero, quanto di peggio possiamo fare con i nuovi (geneticamente modificati) organismi, dei quali non comprendiamo ancora le caratteristiche?
Per giungere ad una sempre più precisa disamina del problema è necessario aggiungere ulteriori conoscenze riguardanti l’essere umano ed inerenti al suo sistema immunitario.
Il corpo fisico dell’uomo nel suo lungo cammino evolutivo ha elaborato efficaci strategie per difendersi da nocive intrusioni esterne atte a salvaguardare la sua stessa integrità: questo compito è esplicato dal sistema immunitario.
Quest’ultimo si articola in quattro essenziali funzioni sinteticamente caratterizzate come:
1° Percezione dell’intruso
2° Strategia di neutralizzazione
3° Attuazione di difesa
4° Acquisizione del nuovo e formazione di memoria
Alla luce di tali considerazioni si può affermare che il sistema immunitario, nell’arco di una lunghissima evoluzione, ha acquisito nuove capacità che gli permettono di integrare nuove conoscenze. Queste ultime poi elaborano e ampliano continuamente e dinamicamente la sua memoria.
Tale meraviglioso processo presuppone però un elemento essenziale: qualsiasi intruso esterno deve far parte della natura. Può anche minacciare l’integrità dell’io biologico, può essergli nocivo ma deve appartenere, o essere apparentato, alla natura.
In questa tipologia rientrano ad esempio batteri, virus, funghi ecc., ma certamente non gli organismi geneticamente modificati.
Come accennato nel brano riportato da Rifkin, non rientra a assolutamente nei principî della vita della natura che ad esempio geni di un pesce dell’Artico entrino a far parte del patrimonio genetico di una fragola e questo è soltanto uno tra i tanti esempi delle manipolazioni eseguite tra un componente del regno vegetale e uno del regno animale.
Sono stati manipolati geneticamente vegetali importantissimi per l’alimentazione umana quali mais, riso, frumento, soia rendendoli, per di più, sterili.
Per avviare una nuova produzione gli agricoltori sono così costretti a comperare ogni anno le sementi da multinazionali, poche e sempre quelle, che detengono la proprietà delle sementi grazie ad un brevetto.
Ci si potrebbe chiedere come possa esistere il brevetto, e quindi la proprietà, di un processo che riguarda il rinnovamento e la prosecuzione della vita e che avviene grazie al lavoro di un grandioso confluire di energie cosmiche che insufflano la vita nel seme.
Aldilà però delle implicazioni economiche che fanno conseguire enormi ricavi alle multinazionali, Fra le molte due sono le prioritarie domande che ciascuno dovrebbe porre a se stesso cercando di dare una risposta.
La prima chiede:
può la natura rimanere indifferente a questi mostruosi interventi sull’essenza stessa della sua vita?
La seconda chiede:
quali effetti possono avere sul corpo fisico umano gli alimenti derivanti da vegetali O.G.M.?
Per quanto riguarda la risposta alla prima domanda è legittimo pensare alle parole di Rifkin sulle quali vale la pena di riflettere con molta serietà.
“Ogni volta che un organismo trattato geneticamente viene liberato, esiste almeno una piccola probabilità che esso diventi pericoloso, perché, come le specie non-indigene, è stato introdotto artificialmente in un ambiente complesso, che ha sviluppato una complessa rete di relazioni integrate attraverso un lungo periodo nella storia evolutiva”.
Riferendosi al processo del sistema immunitario accennato più sopra, come risposta alla seconda domanda ne sorge un’altra altrettanto legittima.
Che cosa può succedere al sistema immunitario quando si trova a fronteggiare un nuovo elemento sconosciuto che però non è naturale e che è stato creato artificialmente mescolando i geni di due differenti regni della natura?
E’ in grado il sistema immunitario che appartiene al mondo della natura, di riconoscere un qualcosa non appartenente alla natura?
Non potrebbero sorgere forse reazioni di tipo autoimmune?
Il sistema immunitario infatti, incapace di riconoscere un aggressore sconosciuto, pur di eliminarlo potrebbe commettere l’errore di aggredire il corpo stesso che dovrebbe invece difendere.
E se oltre a quest’ultima eventualità, geni modificati geneticamente e non neutralizzati dal sistema immunitario passassero nel sangue e andassero a rigenerare tramite il ricambio cellulare i tessuti dell’organismo umano?
Non bisogna dimenticare inoltre che fanno parte dell’umanità anche i bambini che hanno un sistema immunitario ancora in via di formazione e, di conseguenza, estremamente vulnerabile.
Queste sono solo alcune domande che desidererei rivolgere a tutte le persone di buon senso e in special modo al Sig. Silvano Dalla Libera vicepresidente della Futuragra preoccupatissimo del danno enorme che verrebbe procurato all’agricoltura, se l’O.G.M. non fosse liberalizzato, danno considerato non certo dal punto di vista ambientale bensì economico.
Ai componenti del Consiglio di Stato vorrei chiedere invece con quale criterio hanno deliberato di ammettere la coltivazione dell’O.G.M. a cielo e campo aperto.
Probabilmente hanno considerato il bene supremo della libera circolazione delle merci, non certo quello della salute pubblica che, evidentemente, non è di loro competenza.
Ai cosiddetti scienziati che sostengono l’innocuità degli O.G.M. non chiedo nulla, perché mi ricordano le tre famose scimmiette che non vedono, non sentono, ma che purtroppo, al contrario della terza scimmietta, parlano senza avere sicure prove scientifiche.
Infine invito le madri e le mogli degli agricoltori della Futuragra, dei Consiglieri di Stato, degli scienziati O.G.M. a pensare con grande attenzione alla salute dei propri figli piccoli o,anche in proiezione futura, dei loro nipoti e augurandomi che il loro meraviglioso senso materno - e lo dico con molta convinzione, assolutamente senza ironia - riesca a cambiare i pensieri dei loro uomini e li trasformino da astratti a viventi, come lo sono, fino ad ora, tutti gli esseri della natura, di cui tutti noi facciamo parte.
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