Carni Halal, fra le decisioni Coop e quelle dell'Italia
In questi giorni ha fatto molto parlare e scrivere la scelta di Coop di aprire un reparto carni bovine provenienti dalla macellazione rituale in un suo supermercato di Roma. La notizia si è diffusa in particolare per la presenza vera o presunta di “commesse con il velo”, vista la clientela di fede islamica alla quale è rivolta. Notizia fornita da Unicoop Tirreno senza dare alcun cenno sulle modalità di macellazione previste da questa confessione.
Coop, a parte singole macellerie, non è l’unica “grande distribuzione organizzata” che commercializza carni provenienti dalla modalità rituale. Coop ha però fatto clamore, a differenza di altri. Ma già prima della diffusione della notizia, Coop aveva concordato con i delegati delle Comunità islamiche uno stordimento preventivo di tipo elettrico, come previsto dalla legislazione vigente per macellazioni non rituali. Questo permettendo così la dicitura “halal” anche se derivante da animale stordito.
La LAV ha quindi chiesto specifiche tecniche di merito e – pur in un ambito in cui si batte per scelte alimentari diverse – ha preso atto favorevolmente della scelta di procedere ad uno stordimento preventivo effettuato così per polli (elettronarcosi), ovini e caprini (pinza elettrica) e con un dispositivo a proiettile captivo non penetrante per i bovini. Ciò vuol dire eliminare il dissanguamento senza un atto preventivo che, pur nella tragica e non ineluttabile decisione di dare morte ad un essere vivente, rappresenta un attenuazione del dolore rispetto alla normale macellazione rituale. Si tratta della prima volta nel suo genere in Italia, peraltro per più specie, in tre mattatoi diversi e con delegati islamici diversi che hanno accettato la linea di Coop (lo stordimento era stato accettato anni fa dalle comunità islamiche del Trentino e dell’Alto Adige grazie all’obiezione di coscienza dei veterinari pubblici impiegati nei controlli nei mattatoi per la macellazione di pecore e capre).
Ora speriamo che anche le altre realtà della “grande distribuzione organizzata” seguano l’esempio di Coop, aumentando comunque tutti l’offerta per vegetariani e vegan, credenti o non credenti. E che tutti si indirizzino a etichettare – come richiesto dal Comitato Bioetico per la Veterinaria già nel 2003 - le parti degli animali scartate (i quarti posteriori bovini) e gli animali che pur provenendo da macellazione rituale vengono commercializzate come “normale” carne, nei consueti reparti carne o nelle usuali macellerie. Effettuando per noi una frode in commercio, contro quel pubblico che pur mangiando carne, non ne consumerebbe se derivante da macellazione rituale, comunque senza stordimento preventivo degli animali.
COSA C’E’ DA SAPERE IN PIU’ E’ bene ricordare che la macellazione senza stordimento si può purtroppo effettuare da sempre, legalmente, in tre ambiti specifici:
- la macellazione secondo riti religiosi, da effettuarsi obbligatoriamente in macelli autorizzati (circa 100 fino al 2003, ultimo dato reso disponibile dal Ministero della Salute) a tale scopo o anche a tale scopo. Si tratta del rito ebraico “kosher” e islamico “halal”. Per gli animali sono identici; - la macellazione di volatili e conigli in impianti a “capacità limitata”; - la macellazione di volatili e conigli per autoconsumo familiare.
Si tratta di milioni di animali (dato esatto non rilevato dagli organismi di vigilanza e controllo) rispetto a centinaia di milioni di polli e galline, a decine di milioni di conigli e milioni di bovini, ovini e caprini.
La macellazione rituale, anche per motivi che nulla hanno a che fare con il rispetto o meno degli animali, è un tema molto “sensibile”. E, non solo per la comunità ebraica, stabilmente di circa 35.000 membri ma soprattutto per la crescente presenza in Italia della comunità islamica, oggi fra 1.200.000 e 1.600.000 membri.
La LAV è per la liberta di religione. La LAV è per assicurare il diritto alla vita degli animali e, laddove purtroppo ancora uccisi in ambiti permessi dalla legislazione, battendosi in primis per la diffusione della scelta vegetariana e vegan a prescindere dalle proprie convinzioni anche religiose, come avviene in questi mesi in particolare con la campagna Cambiamenu, chiede che venga reso obbligatorio un efficace stordimento per gli animali destinati alla macellazione poiché – con il conforto tecnico scientifico di organismi indipendenti come la Federazione Veterinaria Europea e il Farm Animal Welfare Council del Governo inglese – la macellazione senza stordimento è più dolorosa di quella effettuata con lo stordimento.
COSA FARE? La LAV sostiene quindi la Proposta di Legge firmata da deputati di tutti i gruppi, la n.1458 Alessandri e altri che renderebbe obbligatorio lo stordimento per ogni tipo di macellazione, allineando così l’Italia a Paesi come la Svizzera (con recente conferma del Consiglio federale che a fronte delle proteste della Comunità ebraica ha stabilito il principio che la protezione degli animali prevale sui precetti religiosi configgenti con la morale di quel Paese), l’islamica Malesia, alcuni Land austriaci, la Svezia, dove questo è già legge.
La decisione deve essere supportata da Parlamento e Governo ed è compatibile sia oggi con il vigente Decreto Legislativo 333 del 1998 sia dal 1° gennaio 2013 quando entrerà in vigore il nuovo Regolamento europeo n.1099 del 2009 che esplicitamente lascia la possibilità agli Stati membri di prevedere “disposizioni nazionali più rigorose”.
Per questo oggi la LAV chiede di inviare email di sostegno per la calendarizzazione e l’approvazione della Proposta di Legge 1458 a: On. Angelo Alessandri - Presidente Commissione Ambiente Camera, primo firmatario Proposta di Legge n.1458 per rendere obbligatorio lo stordimento per ogni tipo di macellazione anche rituale - alessandri_a@camera.it On.Paolo Russo – Presidente Commissione Agricoltura Camera – Commissione dove è stata assegnata la Proposta di Legge n.1458 russo_p@camera.it On.Francesca Martini – Sottosegretario alla Salute – f.martini@sanita.it
Stessa richiesta, per far attuare subito su base volontaria quanto fatto da Coop, è scrivere alle catene di supermercati Per saperne di più clicca qui Per approfondimenti sul progetto di dialogo sostenuto dalla Commissione Europea clicca qui
Gianluca Felicetti *Presidente LAV
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