Minacce di morte al portavoce No-Tav: vi scanniamo
«Brutto figlio di puttana, le stalle che abbiamo bruciato erano solo un avvertimento. Ora passeremo ai cristiani: vi veniamo a prendere mentre dormite, vi scanniamo come maiali e vi squagliamo nell’acido». Questo il contenuto della lettera anonima recapitata nei giorni scorsi ad Alberto Perino, leader popolare del movimento No-Tav della valle di Susa. Una minaccia «di chiaro stampo mafioso», da parte di chi si attribuisce anche la paternità dei roghi notturni che hanno devastato i “presidi” No-Tav di Bruzolo e Borgone, simbolo della resistenza civile della valle contro la contestatissima linea ferroviaria veloce.
La lettera, anonima, «sgrammaticata e piena di altri errori» nonché di (marcatissime) espressioni dialettali del Sud, è scritta in stampatello con il tratto delle lettere punteggiato. La missiva è stata spedita il 20 febbraio da Torino ed è arrivata quattro giorni dopo in valle di Susa a Condove, dove abita Perino, che ha sporto immediata denuncia ai carabinieri. L’anonimo avverte il portavoce della protesta valsusina che sta «scassando la minchia», insieme a «’sti sucaminchia dei No-Tav».
Un’intimidazione, secondo il movimento No-Tav, rivolta non solo alla popolazione della valle di Susa, «ma a tutta la società civile». I No-Tav si aspettavano pertanto «un attestato concreto e visibile di solidarietà da parte delle forze politiche e delle istituzioni quali Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino». Il movimento che si oppone alla Torino-Lione ricorda la pressione che è costretto a subire da mesi, di cui i misteriosi incendi che hanno distrutto i “presidi” No-Tav, uno dei quali firmato “Sì-Tav”, rappresentano un’inquietante precedente.
E mentre due militanti, un giovane e una signora, sono rimasti seriamente feriti dalle cariche della polizia il 17 febbraio a Coldimosso, vicino a Susa, durante l’ennesimo “assedio” alle trivelle in azione per i sondaggi propedeutici al progetto per l’alta velocità ferroviaria fra Italia e Francia, il 21 febbraio l’europarlamentare irlandese Joe Higgins ha concluso con soddisfazione la sua visita in valle di Susa: a Bruxelles porterà nuovi elementi per contestare la Torino-Lione, «un progetto non necessario, che avrebbe conseguenze catastrofiche per l’ambiente e la comunità e che è fortemente avversato dalla resistenza della popolazione».
Higgings annuncia che presenterà una domanda dettagliata alla Commissione Europea per ottenere per il movimento un’informazione aggiornata e per mettere sotto pressione l’amministrazione europea «affinchè questa ritiri il finaziamento europeo all’opera». Higgings inoltre utilizzerà il suo ruolo istituzionale per pubblicizzare il movimento della valle di Susa e «guadagnare solidarietà internazionale», a maggior ragione se lungo la valle della Torino-Lione torna ad affacciarsi lo spettro delle cosche, come ai tempi in cui – nel 1995 – fu disciolto per infiltrazioni mafiose il Consiglio comunale di Bardonecchia.
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