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[Data: 02/03/2010] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: Il Velino] |
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Emission Trading, Corte Ue: No risarcimento danni a Arcelor-Mittel Per la Corte il ricorso per annullamento direttiva è irricevibile Roma, 2 mar (Velino) - La Corte di Giustizia europea conferma la validità della direttiva sull'Emission trading e respinge il ricorso presentato da Arcelor-Mittal che chiedeva l’annullamento della normativa e il risarcimento dei danni subiti dall’azienda leader mondiale nella produzione di acciaio a causa della sua applicazione. Nelle motivazioni la Corte Ue ha ritenuto “irricevibile” il ricorso per mancanza dei requisiti di impugnazione dell’atto dal momento che la direttiva Ue è una “norma generale ed astratta che si applica a tutti gli operatori” e dunque l’azienda non può presentare un ricorso contro l’Unione europea per atti che non la riguardano direttamente e individualmente. La richiesta presentata da Arcelor dopo la fusione con Mittal nel 2006, chiedeva oltre all’annullamento di alcuni articoli della direttiva anche il risarcimento dei danni per violazione di alcuni principi dell’ordinamento generale europeo, quali il diritto di proprietà, la libertà di esercizio dell’attività economica, il principio di proporzionalità, il principio della parità di trattamento, la libertà di stabilimento e il principio della certezza del diritto. A questo proposito la Corte Ue ha rilevato che il legislatore non ha violato questi principi e che pertanto non si configura una responsabilità extra contrattuale dal quale far derivare un risarcimento. In particolare la Corte europea di giustizia ha rilevato che la direttiva non garantisce agli operatori la possibilità di trasferire le quote assegnate secondo il meccanismo dell’emission trading a un impianto più redditizio in un altro Stato membro e questo principio non è in contraddizione con il principio della libertà di stabilimento. |
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