Come ti aiuto il Comune a puntare sul solare termico
Nasce il progetto ProSto per aiutare gli enti locali europei ad imporre il solare termico negli edifici. Come possono promuovere questa tecnologia e senza aspettare governi che, come il nostro, si muovono ancora con notevole lentezza. Sono 250 i Comuni che nel nostro paese si sono dati obblighi in materia. Ne parliamo anche con Riccardo Battisti, coordinatore del progetto.
Gli enti locali possono e devono agire per la diffusione del solare termico senza aspettare i governi. In Europa ora è nato un progetto per aiutarli a farlo. Si tratta del Progetto ProSto: co-finanziato dalla Commissione europea, serve proprio a fornire sostegno alle autorità locali nella pianificazione, lo sviluppo, l’introduzione e la gestione di "ordinanze solari", cioè di obblighi di installazione del solare termico negli edifici.
Il progetto si propone di realizzare esperienze pilota che possano essere copiate dalle realtà locali di tutta Europa e - attraverso il portale web - offre strumenti di supporto per gli enti che vogliano predisporre obblighi sul solare termico: dalle consulenze sul potenziale e sui problemi di integrazione con le varie leggi nazionali fino a fornire materiale informativo sui benefici del solare termico.
Un’iniziativa che ribadisce ancora una volta come una vera transizione energetica passi anche per le scelte locali e senza attendere decisioni dall’alto. Emblematico il caso dell’Italia: pochi giorni fa con l’approvazione del decreto “milleproproghe” il Parlamento ha votato lo slittamento di un altro anno dei regolamenti edilizi comunali che dovranno prevedere l’obbligo di installazione di impianti per la produzione di elettricità da rinnovabili sui nuovi edifici (Qualenergia.it – “No alla proroga dell'obbligo di rinnovabili nei nuovi edifici"), ma molti enti locali italiani stanno già adottato regolamenti edilizi che prevedono questo obbligo.
“Il fatto che in Italia a livello nazionale si continui a rimandare l’introduzione dell’obbligo rinnovabili in edilizia mette a rischio il raggiungimento dell’obiettivo 2020 sulle rinnovabili - spiega a Qualenergia.it Riccardo Battisti, del comitato tecnico di Assolterm e coordinatore del progetto euroepo - ma i Comuni per fortuna si muovono più veloci del Governo: sono già circa 250 quelli che prevedono obblighi di installazione del solare termico nei loro regolamenti edilizi.”
Diversi sono i motivi per cui è opportuno che questa tecnologia sia promossa attraverso obblighi per l’edilizia. Il primo è che è chiaramente più conveniente includere il solare fin dalla fase di progettazione di un nuovo edificio, oppure al momento dell’installazione di un nuovo impianto di riscaldamento in un edificio esistente: le ordinanze solari puntano su questa condizione per la diffusioni dei sistemi solari. Altro punto: si promuove così anche il risparmio di chi è in affitto e non partecipa alle decisioni riguardanti gli investimenti strutturali. Infine, creando un mercato stabile su una parte del parco edilizio si attirano investimenti verso l’intera filiera dell'offerta della tecnologia, favorendo economie di scala.
Ma Comuni ed enti locali – spiega Battisti – possono promuovere il solare termico anche al di là dei regolamenti edilizi. “Possono, ad esempio, darsi obblighi in materia che riguardino gli edifici di proprietà dell’ente o imporli ai privati con i quali stipulino un contratto e, soprattutto, puntare sull’informazione e sulle campagne di comunicazione”.
Ma per quel che riguarda gli incentivi economici di Regioni, Province e Comuni restano ancora dei margini di manovra dopo che l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il bonus del 55% non è cumulabile con altre agevolazioni comunitarie e locali? (Qualenergia.it - "Agenzia delle Entrate: il 55% non è cumulabile")
“In effetti - risponde Battisti - ora gli incentivi locali sembrano tutti incompatibili con il bonus. Neanche il finanziamento in conto interesse – come quello messo in campo dalla Provincia di Milano che pagava gli interessi dei finanziamenti di chi acquistava impianti solari – è stato ritenuto compatibile. Una possibile soluzione che resta agli enti locali è non erogare un incentivo direttamente ai cittadini, ma costituire un fondo ad hoc presso una banca che poi presterà i soldi per gli impianti a tasso zero”.
|