Inquinamento dell'aria: in Europa 5 bambini su 1000 muoiono per problemi respiratori
Da domani e sino al 12 marzo si svolgerà a Parma la quinta conferenza paneuroepa Ambiente e salute, con l'obiettivo di mettere in atto strategie d'azione per la tutela della salute dei cittadini dalle minacce rappresentate dall'inquinamento in atto dell'aria, dell'acqua, del suolo e dalle minacce che i cambiamenti climatici rappresentano per il futuro.
L'attenzione sarà rivolta in particolare ai bambini, che in alcune aree della regione europea dell'Oms, che comprende 53 paesi, sono soggetti a massicce esposizioni inquinanti: da 1 a 5 bambini su 1000 muoiono per problemi respiratori con tassi ancora più altri nei paesi dell'est. Tra i principali fattori che contribuiscono in maniera significativa a determinare questa situazione vi sono l'inquinamento atmosferico esterno (quali le particelle fini emesse dai veicoli e dagli impianti a carbone) e l'inquinamento indoor prodotto soprattutto dall'umidità degli ambienti in cui vivono.
Una esposizione cui sono sottoposti in particolare i bambini e che l'Oms, ritiene «alta in modo inaccettabile». L'attività umana dei settori del trasporto, della produzione di energia, di molte altre industrie e il riscaldamento domestico sono i principali responsabili della produzione di polveri sottili cui i bambini in giovane età sono particolarmente vulnerabili, perché creano problemi al funzionamento dei polmoni e al loro sviluppo, oltre a contribuire all'asma, alla bronchite ed alle infezioni respiratorie acute.
Ma anche negli adulti, l'esposizione a questo particolato conduce ad una perdita, in media, di 9 mesi di speranza di vita. La completa attuazione della legislazione corrente si stima che potrebbe ridurre di un terzo l'effetto del PM, ma è l'attivazione di tutte le misure possibili che potrebbe ridurre della metà i livelli correnti di inquinamento.
I problemi alla salute, in particolare allergie e asma sono però dovuti anche all'umidità che si registra in molte abitazioni. L'umidità che si accumula nell'interno permette infatti lo sviluppo di muffe, funghi e batteri e velocizza la cessione dei prodotti chimici utilizzati nei materiali da costruzione nell'aria delle abitazioni. Un problema che si registra in maniera più accentuata nelle costruzioni povere e nella scarsa manutenzione di edifici ormai vecchi in cui vive più di un quarto della popolazione in alcuni paesi della regione europea dell'Oms.
E in cui semplici misure potrebbero ridurre l'umidità degli interni e quindi il rischio di esposizione all'inquinamento atmosferico che vi si genera. Senza dubbio è maggiore il lavoro da fare per ridurre l'esposizione all'inquinamento causato dai combustibili usati per riscaldare le abitazioni e per cucinare. I dati dell'Oms indicano che più del 50% della popolazione della regione europea usa ancora combustibile - carbone o legna - per queste attività e che nella maggior parte di queste sedi l'inquinamento atmosferico eccede i limiti stabiliti dalle linee guida di riferimento per la qualità dell'aria dell'Oms.
Con la conseguenza dell'aumento di patologie respiratorie quali bronchiti, polmoniti , malattia respiratorie croniche sino al cancro polmonare. E sono le donne e i bambini, che spendono la maggior parte del loro tempo in casa ad essere particolarmente a rischio.
Un problema già affrontato nel quarto congresso ministeriale sull'ambiente e sulla salute ( 2004) che aveva adottato il piano d'azione per l'ambiente e la salute dei bambini per l'Europa (Cehape) e che includeva quattro obiettivi regionali di priorità per ridurre l'incidenza delle malattie dovute a fattori ambientali nei bambini. Il terzo di questi obiettivi era proprio quello di prevenire e ridurre le malattie respiratorie dovute all' inquinamento atmosferico esterno e indoor e fare in modo che i bambini potessero vivere in ambienti con aria pulita.. I risultati raggiunti saranno presentati a Parma nel quinto congresso ministeriale sull'ambiente e sulla salute, ma i dati non sembrano indicare, purtroppo, grandi progressi.
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