Miliardi di dollari per fermare i cambiamenti climatici
Roma, 15 Giugno 2007
Le due più grandi banche degli Usa, Citigroup e Bank of America hanno annunciato dei piani di investimento miliardari contro i cambiamenti climatici
In marzo Bank of America ha annunciato un piano da 20 miliardi per sostenere le energie rinnovabili e lottare contro i cambiamenti climatici. La settimana scorsa è arrivata la risposta della Citigroup, che prevede 50 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni con gli stessi obiettivi.
Secondo il sito Social Funds, la presa di posizione forte delle due più grandi banche degli Usa, oltre ai risultati direttamente ottenibili con questi impegni, potrà contribuire a creare una nuova consapevolezza nel mondo dell'impresa e in quello finanziario sull'urgenza di prendere provvedimenti forti per combattere i cambiamenti climatici.
Oltre agli stanziamenti destinati a finanziare progetti ambientalmente sostenibili, le due banche hanno anche dichiarato di avere preso provvedimenti per la riduzione delle emissioni di gas serra direttamente legate alle proprie attività. La Citigroup prevede di diminuire le proprie emissioni del 10% entro il 2011, intervenendo nelle sue 14.500 filiali e uffici in tutto il mondo. Un obiettivo simile è stato annunciato da Bank of America, con una riduzione prevista delle emissioni del 9% entro il 2009, ad esempio proponendo un rimborso di 3.000 dollari per l'acquisto di veicoli a propulsione ibrida (benzina e elettrico) per i suoi dipendenti.
Se da una parte le organizzazioni ambientaliste riconoscono la validità di questi impegni, dall'altra diversi osservatori fanno comunque notare come, più che un aumento degli investimenti in energie rinnovabili, l'importante sarebbe spostare il proprio portafogli di investimenti dai combustibili fossili verso le tecnologie ambientalmente sostenibili. Le stesse due banche statunitensi, infatti, sono tra i maggiori finanziatori al mondo di progetti legati al settore energetico e petrolifero.
Da un altro punto di vista, sostengono queste organizzazioni, si tratta di iniziative importanti, in primo luogo per il mondo politico. Nel primo Paese al mondo per emissioni di CO2, la decisione delle due principali di banche di decidere autonomamente una sorta di "protocollo di Kyoto" sulla diminuzione dei gas serra, manda un segnalo politico chiaro e forte all'attuale amministrazione Usa, che si rifiuta a tutt'oggi di sottoscriverlo.
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