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[Data: 09/03/2010] [Categorie: Documenti;Ecologia ] [Fonte: Terra] |
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Reattori Epr a rischio Chernobyl. L’Edf francese lo sa e non lo dice NUCLEARE. Greenpeace rende noto un rapporto sulla sicurezza dei reattori d’Oltralpe in cui si evidenzia che abbassare la potenza al minimo (per spendere di meno) rende possibile la stessa meccanica dell’incidente alla centrale ucraina. Il nucleare italiano non ingrana. A un mese dalla firma di Napolitano del decreto sulla localizzazione delle nuove centrali, non c’è stata ancora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che lo farebbe entrare in vigore, come denunciano ieri i senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta del Pd. A gelare l’atomo casareccio sono naturalmente le elezioni regionali e la reazione a dir poco tiepida - in tempi di ricorso alle urne - dei candidati del centrodestra. Ma un’altra tegola sta precipitando sulle sorti del nucleare alla Scajola, nonostante solo ieri il ministro dell’Economia abbia tuonato dalla Francia - dove è in corso la conferenza dell’Ocse sul nucleare civile - che «il programma nucleare italiano procede nei tempi previsti» e che quindi i lavori per la prima centrale italiana saranno avviati entro il 2013. Il network antinucleare francese Sortir du nucleaire, infatti, ha messo le mani su documenti dell’Edf che mostrano una crescente preoccupazione su alcune caratteristiche tecniche dei reattori Epr. La tecnologia scelta dal governo italiano per costruire le quattro centrali avrebbe - secondo i documenti fatti filtrare - un difettuccio: a differenza di quanto giurato e spergiurato, può esplodere per una reazione interna al nucleo, con una meccanica simile a quella che si è prodotta nell’ormai lontano 1986 a Chernobyl.
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