c Pm10 sottostimati a Milano: intervista ai Genitori antismog - 14/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 14/03/2010]
[Categorie: Ecologia ]
[Fonte: Eco dalle città]
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Pm10 sottostimati a Milano: intervista ai Genitori antismog
Il primo marzo il Corsera aveva parlato di possibili sottostime dei dati Arpa sullo smog, citando i rapporti del Centro Europeo di Ispra. L’Arpa aveva risposto che i dossier europei promuovono il sistema di rilevazione lombardo. In un’intervista a Eco dalle Città i Genitori antismog, dati alla mano, spiegano che le sottostime ci sono state. E chiedono che sia messo a disposizione il 7° rapporto. In allegato il confronto tra i dati Arpa e quelli dell’Ispra su alcune città lombarde nel 2007

Secondo i rapporti del centro studi di Ispra i dati dell’Arpa sullo smog sarebbero sottostimati anche fino al 40%, almeno stando a quanto ha riportato il Corriere della Sera il 1 marzo. Giulia Crespi ha addirittura parlato di dati addomesticati.Voi che possedete i primi sei rapporti del Centro di Ispra potete
confermare che esiste questa sottostima?

I primi due monitoraggi effettuati in parallelo dal Centro Comune di Ricerca (Joint Research Center) – Limito 4-26 luglio 2006 e Monza 29.1-12.2.2007 - indicano notevoli discrepanze dei dati rilevati in contemporanea dal JRC e da ARPA. Pur utilizzando il JRC varie tecniche di misurazione (gravimetrico-
TEOM – TEOM FDMS) in contemporanea i dati di ARPA risultano in quelle due campagne “drammaticamente” inferiori a quelli del JRC come indicato dai grafici sottostanti. Risulta altresì evidente che la sottostima cresce con il crescere dei livelli di inquinamento.

Nel caso della campagna di Limito il JRC dà atto che la centralina TEOM FDMS di ARPA aveva avuto qualche problema “che potrebbe aver compromesso la comparabilità dei dati” ma nessun problema si rileva in ordine all’altra centralina di ARPA TEOM che ha pure sottostimato in modo assai rilevante (oltre 30%) i livelli del PM10 misurato. In quella campagna il JRC utilizzò ben due centraline gravimetriche che rappresentano il sistema di riferimento europeo per il monitoraggio del particolato.

Nella campagna di Monza svoltasi nel febbraio del 2007 risulta
particolarmente evidente la sottostima da parte delle centraline di ARPA (pari mediamente al 30%) allorché i livelli superano i 120 mg/m3. Al di là di questi due episodi eclatanti occorre ricordare che nel febbraio 2007 fu eseguita una campagna di monitoraggio in parallelo effettuata presso 10 località in Lombardia, avente essenzialmente lo scopo di analizzare il contenuto del particolato misurato e di cui si fa il resoconto nel 3° Rapporto del JRC. I 6 monitoraggi i cui dati sono comparabili in quanto effettuati con centraline JRC e ARPA “fianco a fianco” dimostrano una costante sottostima delle misure da parte di ARPA in tutte le stazioni. Sebbene i livelli di scostamento siano spesso entro i limiti di norma colpisce l’univocità della discrepanza. Tutte le 6 stazioni ARPA
monitorate risultano dai grafici sottostimare i livelli del particolato quasi costantemente e di almeno il 10% e di ben più del 10% allorché i livelli dell’inquinamento sono particolarmente elevati. Alleghiamo grafici scannerizzati per opportuna referenza
Il timore di dati addomesticati non può non sorgere allorchè si evidenzino discrepanze in monitoraggi paralleli come quelle rilevate dal JRC ed allorchè si rifletta su una circostanza: il compito istituzionale del settore Aria di ARPA Lombardia è quello di produrre monitoraggi accurati degli
inquinanti dell’aria. Questi, a loro volta ed in conclusione, hanno anche la funzione di consentire la verifica dell’efficacia delle politiche intraprese da chi ha il compito istituzionale di adottare provvedimenti al riguardo. Ma, a casa nostra, chi ha il compito di adottare tali politiche (Regione Lombardia) controlla totalmente il controllore (ARPA), ne nomina gli organi ed i responsabili. Basti dire che l’attuale direttore di ARPA era nel
suo precedente incarico direttore del Settore Aria di Regione Lombardia. Che garanzia di indipendenza può essere ricondotta ad un simile controllore, completamente nelle mani del suo controllato? Negli altri paesi vi è un controllo esterno e spesso gli organi di monitoraggio dell’aria vengono co-gestiti da enti di varia natura. In termini pratici la sistematica sottostima, pur entro i limiti di legge, comporta ovviamente l’omissione di contabilizzare presumibili superamenti
del limite giornaliero di 50 mg/m3 in più.
E’ naturale che sorgano sospetti dove si accostino ad una evidenza di sistematica sottostima, pur entro i limiti di legge, massicce mancate validazioni di dati delle centraline.
Si vedano i dati relativi al 2007 della centralina di Milano Juvara. I dati indicano 125 superamenti della concentrazione giornaliera di 50 mg/m3 di PM 10 da non superarsi più di 35 giorni all’anno.
Se “correggessimo” una ipotetica sottostima del 10/15% avremmo una ventina circa di superamenti in più. Se poi aggiungessimo una parte, anche solo la metà, delle giornate in cui si sono verificate mancate validazioni, 53, finiremmo per avere circa 170 superamenti invece che 125!
Segnaliamo che nel giugno 2007 Giovanni De Santi, Capo dell’Unità
“Transport & Air Quality” del JRC ha citato - in un intervista televisiva a RAI 3 e spiegando il motivo per il quale la Commissione avesse deciso di intraprendere la ricerca di cui parliamo proprio nella nostra area - la circostanza che in Pianura Padana si hanno in media “200 superamenti”
del limite giornaliero di 50 mg/m3 all’anno. Ma forse non parlava della Lombardia… dove ARPA, per il 2006, ne ha contabilizzati circa 150.

Possiamo dare qualche dato che faccia un confronto tra le diverse rilevazioni, magari del 4° rapporto che viene citato dall’Arpa?

Nel 4° Rapporto si toccano alcuni aspetti particolari di alcuni dei monitoraggi eseguiti ed in particolare si analizza la corrispondenza delle misure del PM10 di un particolare tipo di centralina (OPSIS) con il sistema di riferimento utilizzato dal JRC (TEOM FDMS) per concludere, fra le altre, che se si considerano 53 punti di comparazione fra le misurazioni dei due tipi di strumenti per 33 punti la discrepanza in difetto del sistema ARPA è più o meno del 10%, per altri 10 punti la ifferenza sempre in difetto varia dal 10% al 20% e per i restanti 10 punti è maggiore del 20% (4° Rapporto, pag. 218) .
Analoga conclusione viene tratta a proposito delle misurazioni eseguite con gli stessi strumenti del PM2.5 allorché si rileva che “le concentrazioni misurate con OPSIS sono inferiori rispetto a quelle misurate con il gravimetrico e soprattutto allorché i livelli di inquinamento superano il limite europeo di 50mgm3, seppure la differenza sia spesso inferiore al 10%” (4°
Rapporto p. 220).

Nei rapporti si fa qualche riferimento all’utilità dell’Ecopass o dei blocchi del traffico per ridurre lo smog?

Il 6° Rapporto menziona Ecopass nella IV parte (Integrated Assessment) e riferisce, presumibilmente partendo da dati elaborati dal Comune di Milano, una riduzione media di ingressi in area Ecopass nel 2008 pari al 5%. “Sulla base di tale ipotesi” riferisce il rapporto “la riduzione in termini di emissioni sarà di 0.6, 2.4 e 0.7 Tonnellate/anno per rispettivamente PM, NOX e COV”. Nulla di più.

Secondo voi quindi è reale l’inadeguatezza del sistema di controlli e rilevazioni sull’inquinamento?

Noi denunciamo l’inadeguatezza dei controlli e crediamo che i dati che emergono dai monitoraggi del JRC evidenzino il problema. Siamo in procinto di scrivere ai Ministeri competenti per richiedere informazioni in ordine a come sia stata data
attuazione in Italia all’art. 3 della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa che prevede l’obbligo degli Stati Membri di designare, “ai livelli adeguati, le autorità competenti e gli
organismi responsabili della valutazione della qualità dell’aria ambiente, dell’approvazione dei sistemi di misurazione (metodi, apparecchiature, reti e laboratori) e della garanzia dell’accuratezza delle misurazioni”.

Esiste un settimo rapporto effettuato nell’ottobre 2009 ma che non è mai stato pubblicato. Avete qualche dato in mano o siete a conoscenza di qualche particolarità?

Abbiamo chiesto il 7° Rapporto insieme al 6° nel dicembre 2009. Il 6° ci è stato messo a disposizione dal JRC in formato elettronico a gennaio 2010 mentre Regione Lombardia nel medesimo tempo ci invitava a richiederne le fotocopie presso i suoi uffici e adduceva di non poter rilasciare la copia elettronica del Rapporto (che è stato redatto in tale formato e che in base alla normativa sull’accesso deve essere messo a disposizione nella stessa forma)… non essendo in grado di contabilizzare la spesa per il supporto informatico (n. 1 compact disk!).
Il 7° attualmente viene rifiutato argomentando che Regione Lombardia non l’avrebbe ancora approvato (nonostante sia stato consegnato a Ottobre dal JRC a regione Lombardia) e che trattandosi di lavoro realizzato dal JRC su contratto di
diritto privato e Regione Lombardia avrebbe pertanto diritto di impedirne l’accesso in base ad una apposita clausola contrattuale. Il JRC argomenta che sarebbe in corso una peer-review scientifica, ma l’argomento è contraddittorio perché tali reviews vengono realizzate prima della consegna mentre questa
sarebbe evidentemente in corso 5 mesi dopo la consegna a Regione Lombardia, cioè al cliente che ha commissionato la ricerca.
Giovedì 4 marzo 2010 abbiamo scritto ai Commissari Europei per l’Ambiente e la Ricerca segnalando l’utilizzo di dati che si asseriscono riconducibili ai Rapporti del JRC per comunicare nella conferenza stampa tenuta dal Governatore della
Regione Lombardia presso ARPA Lombardia il 25 febbraio 2010 che l’aria in Lombardia sta migliorando. Abbiamo segnalato alla Commissione Europea che in nessuno dei rapporti ad oggi resi disponibili abbiamo potuto rinvenire una simile conclusione e che conseguentemente è indispensabile che il 7° rapporto venga
messo a disposizione per dare evidenza tangibile a tali conclusioni essendovi il rischio, viceversa, che la Commissione Europea involontariamente avalli dichiarazioni non comprovate di un candidato alle imminenti elezioni amministrative su un tema così sensibile e critico come quello dell’inquinamento
atmosferico in Lombardia.
Ieri, mercoledì 10 marzo 2010 abbiamo avuto notizia dal Direttore del JRC Roland Schenkel che la revisione del 7° Rapporto sarà ultimata a breve e che il rapporto sarà reso disponibile entro la fine della prossima settimana. Abbiamo
risposto oggi chiedendo come mai un Rapporto debba essere revisionato dopo essere già stato consegnato al cliente e chiedendo che ci venga messo a disposizione il 7° Rapporto nella versione consegnata a Regione Lombardia.
Temiamo che il 7° Rapporto possa essere depurato da informazioni e dati scientifici rilevanti perché forse confermava la tragica situazione lombarda in materia di effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico confermati anche dal Recente Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente “Assessment of the health impacts of exposure to PM2.5 at a European level” (2009) da cui emerge che mentre gli altri Stati del nord Europa hanno fatto passi avanti nella lotta all’inquinamento la Lombardia si trova al pari di paesi neo comunitari come Polonia e Ungheria e che le stime degli effetti sanitari dell’inquinamento nella
nostra area potrebbe dare come risultato un numero di morti annue anticipate in Lombardia pari a 13.500/27.000 rispetto ad una situazione di “aria pulita”.

L’Arpa ha comunicato in una nota che il Centro Ricerche di Ispra avrebbe concluso nel 4° rapporto che “si è osservata una corrispondenza tra i due metodi di misura, quello dell’Arpa e dello stesso Centro Ricerche”. Cosa pensate al riguardo?

Questa affermazione è in effetti contenuta nel 4° Rapporto in riferimento ad un grafico che rappresenta “fianco a fianco” quattro campagne di monitoraggio e per evidenziare in generale un buon accordo fra le centraline ARPA (OPSIS SM200) e del JRC (TEOM FDMS) ma prelude ad una serie di osservazioni in
ordine alla circostanza che “le concentrazioni di PM misurate con l’OPSIS sono più basse rispetto a quelle misurate con il gravimetrico”. Si deve anche dire che i risultati delle campagne sono parzialmente migliorati nel tempo e che questo lascia ben sperare ma tale circostanza non può adombrare la necessità che un
adeguato sistema di controllo venga messo in atto a garanzia dell’accuratezza delle misurazioni come previsto dalla Direttiva 2008/50/CE.

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