c Allarme riso biotech - 17/03/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 17/03/2010]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: Terra.it]
[Autore: Paolo Tosatti]
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Allarme riso biotech
CINA. Varietà transgeniche rinvenute da Greenpeace in due supermercati nella provincia dello Hubei. Le autorità tendono a minimizzare, contestando la validità dei dati presentati.

Riso geneticamente modificato in vendita nei supermercati nonostante l’esplicito divieto di legge. Succede nella provincia cinese dello Hunan, dove secondo un rapporto di Greenpeace, sugli scaffali del colosso americano Wal-Mart e su quelli del grande magazzino Zhongbai sarebbero reperibili varietà di riso transgenico, vendute sotto i marchi Maoya e Xueyou. Un annuncio, quello dell’organizzazione ecologista, che ha immediatamente messo in allarme il mondo ambientalista del Paese della Grande Muraglia, e che contraddice le recenti dichiarazioni del ministero dell’Agricoltura di Pechino, secondo cui il riso biotech non dovrebbe essere messo in commercio prima di alcuni anni.

«Le analisi che abbiamo compiuto sui prodotti in questione hanno evidenziato alcune modifiche delle loro caratteristiche genetiche», ha dichiarato Wang Weikang, portavoce del programma per il cibo e l’agricoltura di Greenpeace. «La vendita di riso transgenico è vietata dalla legge e potrebbe avere effetti negativi sulla salute dei consumatori. Per questo abbiamo inviato i dati raccolti al ministero».

Al momento, però, le autorità non sembrano intenzionate a dare troppo peso alla “scoperta” dell’organizzazione: «Non credo che questo rapporto sia attendibile», ha commentato Huang Dafang, membro della commissione per la Biosicurezza affiliata al ministero dell’Agricoltura. «La Cina ha una serie di leggi e procedure che regolamentano il settore degli Ogm e che servono a supervisionare il rispetto dei divieti imposti. Non ci risulta alcuna violazione. Siamo comunque pronti ad avviare un’inchiesta in materia se dovesse rendersi necessario un intervento della autorità».

Non è la prima volta che Greenpeace solleva il problema della diffusione del riso biotech nel Paese asiatico. Già nel 2005 l’organizzazione richiamò l’attenzione del governo sulla produzione e la vendita di varietà transgeniche nella provincia dello Hubei. In quell’occasione l’appello non cadde completamente nel vuoto, visto che la magistratura decise di punire i produttori e sequestrare i semi geneticamente modificati. Ma la scoperta di altri prodotti biotech sugli scaffali dei supermercati potrebbe indicare secondo Greenpeace che la questione non è stata trattata con i dovuti accorgimenti.

«Non sappiamo se il riso trovato derivi dai semi piantati nel 2005», ha sottolineato Fang Lifeng, responsabile del programma Ogm dell’organizzazione. Le autorità cinesi si sono più volte dichiarate favorevoli all’introduzione del riso transgenico nel Paese per compensare la bassa produzione di quello biologico. Responsabili del ministero dell’Agricoltura hanno però sottolineato a più riprese che il cammino è ancora lungo: nonostante il dicastero abbia rilasciato la certificazione per due varietà biotech, si dovranno attendere quelle degli organismi preposti al controllo della salute dei consumatori. Che secondo le previsioni dei funzionari, non dovrebbero giungere prima di tre, cinque anni.

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