Banca Mondiale: miliardi di dollari per le centrali a carbone sudafricane
La Banca Mondiale ha approvato un prestito di 3,75 miliardi dollari all'utility sudafricana Eskom per costruire una centrale elettrica a carbone da 4.800 MW a Lephalale nel Waterberg, nella provincia del Limpopo. Il finanziamento dovrebbe anche sostenere la progettazione di un secondo impianto a carbone a Witbank. Le due nuove centrali a carbone sudafricane saranno tra le più grandi ed inquinanti del mondo e produrranno ogni anno 25 - 40 milioni di tonnellate di emissioni climalteranti, triplicando le emissioni di CO2 della Eskom entro il 2018. Secondo Earthlife Africa Jhb, le centrali a carbone opererebbero senza il controllo finale dell'inquinamento per l'anidride solforosa, mettendo così a rischio la salute della popolazione, inoltre «Eskom progetta di vendere la maggior parte dell'energia degli impianti a carbone, con forti sconti, ai suoi clienti industriali, mentre caricherà sulla clientela domestica un costo da tre a cinque volte maggiore per l'energia residua». Bobby Peek, direttore di groundWork, Friends of the Earth South Africa, sottolinea che «Fondamentalmente il problema di questo progetto è quello di assicurare la fornitura ininterrotta di energia alle grandi corporations, come le fonderie e le imprese minerarie, nell'ambito di accordi segreti su prezzi speciali. Non è per i milioni di poveri che non possono permettersi o non hanno accesso all'elettricità. Il Sudafrica non ha bisogno di questo prestito».
Le comunità che vivono vicino all'impianto di Medupi già in via di realizzazione, sostengono che il prestito approvato farà sopportare loro il peso di costi nascosti, in termini di impatto sulla salute, di inquinamento atmosferico, di elevati livelli di SO2, inquinerà di mercurio nella loro acqua, aria e terra e limiterà l'accesso all'acqua. La centrale innescherebbe il degrado dei suoli e dell'acqua in una zona in gran parte agricola. Denunciano anche che nell'area di Medupi sono già in corso illecite operazioni di estrazione di sabbia per la costruzione delle centrale. I membri della comunità, che ha presentato una denuncia all'inspection panel della Banca mondiale, sostengono che i problemi saranno aggravati anche dai progetti di un certo numero di miniere di carbone e di nuovi impianti nella zona; impatti cumulativi che la Banca mondiale ha omesso di considerare nella valutazione del progetto.
Tristen Taylor, coordinatore del progetto Earthlife Africa Jhb. È durissimo: «Fra venti anni, la gente guarderà indietro e vedrà questo prestito come un'occasione mancata per cambiare il mondo in meglio. Eskom e la Banca mondiale hanno fatto un errore monumentale non considerando non solo le terribili circostanze in cui si trova l'umanità, ma anche in la possibilità di un'alternativa più pulita e più efficiente per lo sviluppo. I bambini di oggi li giudicheranno duramente», poi rivela un retroscena politico molto preoccupante: «Non ne avranno vantaggio solo le industrie, ma anche il partito al governo, l'African National Congress, che si appresta ad ottenere profitti maggiori dal prestito attraverso i suoi investimenti nell'Africa Hitachi Power, che si è aggiudicata un appalto dubbio, un evidente conflitto di interessi. L'approvazione del prestito della Banca mondiale contribuirà ulteriormente consolidare l'Anc alle spalle dei poveri».
Circa 200 Ong del Sud Africa e di tutto il mondo (anche l'italiana Campagna per la riforma della Banca mondiale) hanno espresso la loro contrarietà al prestito, dicendo che contribuirà alla povertà energetica ed alla distruzione ambientale..
Mark Kresowik, rappresentante dell'associazione ambientalista Usa Sierra Club per la campagna Beyond Coal, se la prende direttamente con l'Amministrazione statunitense: «Anche se gli Usa sono il maggiore azionista della Banca, l'amministrazione Obama si è astenuta nel voto per l'approvazione del prestito, un tacito assenso al finanziamento delle centrali a carbone. La decisione va contro la politica di orientamento sul carbone approvata dal Tesoro Usa durante i climate talks dell'Onu a Copenhagen che incoraggia lo sviluppo e il finanziamento di fonti energetiche a basso o nullo contenuto di carbonio. Questo non va bene. Dare un aiuto finanziario a progetti che aumentano drasticamente l'inquinamento da global warming è in contrasto con tutto ciò che l'amministrazione Obama sta facendo per la transizione verso un futuro ad energia pulita». Anche i presidenti delle tre commissioni del Congresso Usa che controllano i finanziamenti della Banca Mondiale hanno espresso preoccupazioni e la settimana scorsa hanno scritto al presidente della Banca mondiale Robert Zoellick dicendo che il finanziamento «Solleva gravi interrogativi» su come si accettano le richieste e su come la banca lavora nel mondo per scongiurare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici. Zoellick ha risposto difendendo la bontà della scelta sudafricana, dicendo, tra le altre cose, che dipende anche dai costi elevati e dall'incertezza relative a fonti alternative come il solare.
La Banca mondiale ha fatto di tutto per acquisire il controllo dei finanziamenti internazionali ai Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici, poi si è precipitata ad approvare questo mega-prestito per il carbone. Secondo Karen Orenstein, di Friends of the Earth, «Il prestito svela come i fondi della World Bank vadano a progetti inquinanti che destabilizzano il clima e perpetuano la povertà. Questo dovrebbe mettere fine al malinteso che ci si possa fidare della Banca mondiale per tenere sotto controllo i d fondi internazionali per risolvere la crisi climatica».
Sunita Dubey, di groundwork, mette il dito nella piaga: «La World Bank dovrebbe usare la sua assistenza finanziaria per aiutare le economie in via di sviluppo a fare un balzo fuori dallo sviluppo ad elevato consumo di carbone e a promuovere gli investimenti nelle energie pulite ed alternative e, in ultima analisi, meno costose, come eolico e solare».
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