Definitiva rottura tra Comitato promotore dei referendum sull'acqua e il partito di Di Pietro
Il prossimo fine settimana (24 e 25 aprile) prende il via in tutta Italia la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua. La data di "start up" individuata dal Comitato promotore nazionale, coincide con l'anniversario della Liberazione dal nazifascismo, ritenuta dagli organizzatori di buon auspicio per liberare anche l'acqua dal mercato e dal profitto.
Gli obiettivi di carattere tecnico-normativo sono spiegati dal Comitato referendario: «i tre quesiti vogliono abrogare la vergognosa legge approvata dall'attuale governo nel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l'acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti. L'approvazione dei tre quesiti rimanderà quindi, per l'affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000 che prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente "privo di rilevanza economica", servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione».
Tra i promotori di questa campagna referendaria, una vasta compagine di associazioni (laiche, cattoliche, ambientaliste), movimenti, forum, comitati e tra i sostenitori alcuni partiti della sinistra. Non l'Italia dei valori, con cui proprio ieri nell'ultimo incontro tenuto tra alcuni esponenti del Comitato promotore dei referendum per l'acqua e Paolo Brutti, responsabile ambiente Idv, si è sancita la definitiva "rottura". Il partito di Di Pietro farà da solo la sua campagna referendaria sull'acqua.
«L'Idv ha depositato presso la Corte di cassazione il suo quesito, dopo che gli era stato offerto a garantito più volte negli ultimi mesi di fare parte del comitato di sostegno dei 3 referendum già depositati in Cassazione, già sottoscritto, tra gli altri, da Federazione della Sinistra, Sinistra ecologia e libertà, Verdi, Sinistra critica. Il responsabile ambiente dell'Idv ha riconfermato le scelte della dirigenza, giudicando immodificabile la decisione di procedere alla promozione dei loro referendum, compreso quello dell'acqua».
Il Comitato promotore dei referendum sull'acqua quindi ribadisce «la gravità della posizione assunta dall'IdV, che decide di separarsi da quella vasta coalizione sociale che ha promosso i tre referendum per abrogare l'insieme della legislazione che ha favorito tutti i processi di privatizzazione del servizio idrico da 15 anni a questa parte. L'IdV- prosegue la nota del Comitato- sceglie consapevolmente di perseguire una logica di parte e di pura propaganda con l'obiettivo di intestarsi una battaglia che da molti anni movimenti, associazioni, organizzazioni sociali portano avanti. Inoltre lo fa presentando un quesito ambiguo, di dubbia efficacia giuridica e, soprattutto, con contenuti che non mettono realmente in discussione l'insieme dei processi di privatizzazione del servizio idrico».
Di altro tenore l'incontro che il Comitato referendario ha avuto con il portavoce nazionale della Federazione della sinistra Paolo Ferrero, che ha comunicato di rinunciare ai cinque referendum sui temi del lavoro proprio per non compromettere la buona riuscita della campagna sull'acqua. Un numero troppo elevato di referendum su temi differenti avrebbe confuso i cittadini, ridotto la possibilità di successo e contemporaneamente avrebbe prodotto un ulteriore perdita di valore dello strumento referendario, che invece tramite la campagna sull'acqua può riacquisire. E questa è una sfida nella sfida.
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