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[Data: 22/04/2010] [Categorie: Documenti;Ecologia ] [Fonte: Misna] |
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LA “GREEN ECONOMY” AVANZA, DALLA DANIMARCA AL SUD DEL MONDO “Lo scorso anno si sono installati nel mondo 37.000 megawatt di energia eolico, cioè l’equivalente di 12 centrali nucleari; il 61% di tutta la potenza elettrica installata in Europa è stata da fonti rinnovabili. Questi numeri ci indicano che negli ultimi anni il settore energetico sta gradualmente cambiando e che il processo è ormai irreversibile”: lo ha detto Gianni Silvestrini, direttore scientifico di ‘QualEnergia’ e ‘Kyoto Club’. intervistato da Ecoradio per la “Giornata della Terra”, anche sul libro “La corsa della green economy. Come la rivoluzione verde sta cambiando il mondo” (Edizioni Ambiente), di cui è autore con Antonio Cianciullo,giornalista del quotidiano romano 2LA Repubblica”. Silvestrini ha citato l’ esempio della Danimarca, che nel giro di 20 anni è riuscita a creare un sistema energetico decentrato con migliaia di impianti eolici e da biomassa diffusi su tutto il territorio. In un’altra intervista trasmessa qualche ora fa dal “Notturno” radiofonico di Radio1, Silvestrini ha aggiunto che il Germania soltanto l’anno scorso il settore dell’energia verde ha creato, in tempi di crisi, 20.000 nuovi posti di lavoro; 300.000 in tutto da quando qualche anno fa il paese ha investito nelle nuove energie sostenibili. Non soltanto generandole ma soprattutto producendo gli apparati necessari alla loro generazione, una strada che anche l’Italia, rimasta indietro nel settore anche se oggi in fase di recupero, dovrebbe seguire per non essere costretta a importare la tecnologia e gli strumenti necessari. Per ora, in Italia è la Toscana a distinguersi, secondo Silvestrini, “coniugando sapientemente sviluppo economico, diffusione delle rinnovabili e difesa del paesaggio”. L’importanza della ‘green economy’ è l’opportunità di creare un nuovo tessuto industriale e occupazionale emerge chiaramente dalle 23 storie raccontate nel libro di Silvestrini e Cianciullo che illustra anche i cambiamenti già in atto nei paesi in via di sviluppo, uno dei fatti più nuovi emeno noti del processo di riadattamento in corso nel mondo.
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