c Bevi la Coca Cola che ti fa bene... - 14/10/2007 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 14/10/2007]
[Categorie: Movimenti ]
[Fonte: Social Press]
[Autore: Cinzia Cislaghi, Anna Camposampiero]
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Bevi la Coca Cola che ti fa bene...
venerdì 28 settembre 2007

La campagna di boicottaggio contro la Coca Cola e’ portata avanti da anni. In Italia il Comitato Carlos Fonseca fa un ottimo lavoro anche a dire di Juan Carlos Galvis Galvis, presidente della sezione di Barrancabermeja di Sinaltrainal, il sindacato del settore alimentare colombiano. Cioe’ da anni si denuncia che la Coca Cola va lesionando fortemente la dignita’ umana. In Colombia Sinaltrainal ha usato tutti i mezzi possibili per fare denuncia. Uno dei simboli della persecuzione nei confronti dei sindacalisti affiliati a Sinaltrainal e’ il caso di Isidro Segundo Gil, ucciso dai paramilitari all’interno dello stabilimento Coca Cola di Carepa, dipartimento di Antioquia, il 5 dicembre del 1996. 11 anni di impunita’. Questo caso e’ stato portato davanti alla Corte di Miami, distretto Sud Florida, USA, nel 2001. Bisognerebbe aprire una parentesi ampia sul ruolo del paramilitarismo al servizio delle multinazionali, piu’ o meno apertamente: le ultime(1) minacce di morte ricevute da Sinaltrainal sono di oggi, 25 settembre, da parte del gruppo Aquile Nere, come ci ha mostrato Juan Carlos ( e che trovate allegate in fondo a questo articolo).

Nonostante tutte le denunce, le azioni portate avanti in tutto il mondo (Coca Cola agisce seminando danni ovunque, dal Guatemala alla Turchia, all’India) e le campagne di boicottaggio, la multinazionale non ha cambiato strategie. Continua nella sua opera di eliminazione del sindacato. Oggi anche con strumenti piu’ sottili, e legali.
Ci racconta Juan Carlos che nel 2003 l’azienda chiude in Colombia 14 linee di produzione, licenziando 600 lavoratori, tutti sindacalizzati, e dando incentivi economici sostanziosi ad alcuni dirigenti sindacali. Dopo dura lotta il sindacato e’ riuscito a reintegrare la maggior parte dei lavoratori, appellandosi ad una legge che prevede l’obbligo di ricollocamento in caso di chiusura. Ma la campagna di indebolimento del sindacato continua. Coca Cola usa lo strumento della esternalizzazione: la legge 789 del 2002 permette di dare lavoro a cooperative esterne, eludendo cosi’ il contratto nazionale. Cosi’, ci dice Juan Carlos, il lavoratore non ha alcuna stabilita’, non c’e’ sicurezza sociale, ognuno si deve far carico della propria pensione, del rischio professionale, della malattia (vi ricorda qualcosa?).

E’ dal 1990 che la Coca Cola elude il contratto nazionale, prepensionando, licenziando e assumendo lavoratori con contratti a termine, anche di pochi mesi, che sono cosi’ poco inclini a sindacalizzarsi. Si crea un turn-over elevato con la difficolta’ di costruzione di relazioni e la condizione di precario rende difficile l’azione comune. La paura di perdere il posto di lavoro e la forte offerta di manodopera a basso costo fanno il resto.
Tutti questi aspetti mettono a rischio di chiusura la sezione Sinaltrainal di Barrancabermeja. Delocalizzazione, licenziamenti, chiusura di linee produttive. Il numero dei lavoratori e’ in calo. Il 16 maggio di quest’anno e’ stata licenziata, senza giusta causa, la venticinquesima iscritta al sindacato. Cosi’, dato che la legge locale prevede la cancellazione dal registro sindacale se i membri iscritti sono meno di 25, i restanti 24 hanno dovuto trovare un escamotage per sopravvivere e portare avanti le rivendicazioni. In Colombia e’ permessa la doppia affiliazione, purche’ in settori similari (il concetto di intercategorialita’ non e’ ammesso dalla legge). Data la difficolta’ di raccogliere nuovi iscritti, nuovi affiliati come si dice da queste parti, i superstiti locali si sono affiliati al sindacato dei lavoratori della ristorazione nei club dove si recano i lavoratori della Ecopetrol. Per ora sono riusciti ad evitare di essere cancellati, lavorativamente e nel vero senso della parola.
Alla corte di giustizia di Miami di cui sopra, e’ stato presentata anche la denuncia per minacce continue contro Juan Carlos Galvis Galvis, colui che ci ha intrattenuto questa mattina.

Ancora una volta ci viene chiesta solidarieta’ internazionale, necessaria e fondamentale perche’ le loro voci non vengano ridotte al silenzio. E oggi, dobbiamo aggiungere, molti degli argomenti ci hanno toccato molto da vicino. Sembra di vedere dove stiamo andando: il modello neoliberista qui trova un’applicazione totale con la complicita’ dello stato e delle sue leggi, la precarieta’ si esplicita nelle sue forme peggiori. E tutto questo lo stiamo vedendo anche da noi. Certo, da noi i sindacalisti non vengono ne’ minacciati di morte, ne’ eliminati fisicamente, ma la difficolta’ di portare avanti le rivendicazioni e’ grande, perche’ i lavoratori sono timorosi di perdere il precario posto di lavoro, senza rendersi conto che si sta applicando un sistema globale che sta rendendo precaria la loro vita. Presente e futura.

Barrancabermeja (Colombia), 25 settembre 2007

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