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[Data: 14/10/2007] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: Econews - Portale della Federazione dei Verdi] |
[Autore: Redazione] |
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Sorpresa Cuba 5 ottobre 2007 Prima per l'impronta ecologica e la garanzia dei diritti fondamentali come istruzione e sanità. Studio su New Scientist A Cuba i diritti umani, si sostiene da più parti, non sono in cima alla lista delle preoccupazioni del regime. Però quello che serve per vedere garantiti i diritti fondamentali della persona e dell’ambiente circostante pare non manchino. E’ questo almeno quello che risulta a una ricerca del Global Footprint Network, ripresa dal settimanale britannico New Scientist, che ha messo a confronto le condizioni di vita raccogliendo i dati relativi al Pil individuale, all’istruzione, alla sanità, alle aspettativa di vita e a molti altri indicatori di 93 paesi. Il tutto è stato poi messo a confronto con l’impronta ecologica del paese, un indice che misura l'impatto ambientale dello stile di vita di una determinata nazione. Il risultato appunto colloca Cuba in cima alla lista. Lo studio, che sara' pubblicato sulla rivista Ecological Economics, fa parte della ricerca più vasta su 150 Paesi che viene presentata nel giorno del debito ecologico mondiale che avverrà domani. I risultati sono stati, in larga misura, quelli attesi: i paesi occidentali hanno standard di vita molto elevati ma consumano troppe risorse. Gli scienziati autori della ricerca hanno addirittura calcolato che servirebbero cinque pianeti come la terra se tutta la popolazione mondiale vivesse secondo gli standard statunitensi. All'altro capo della scala, i Paesi dell'Africa, dell'America Latina e di buona parte dell'Asia consumano le risorse della Terra in proporzione sostenibile - tanto che il nostro pianeta basterebbe tranquillamente a farci vivere tutti come un cittadino, ad esempio, della Malaysia - ma gli standard di vita sono troppo bassi. L'unica nazione dove lo sviluppo sembra andare d'accordo con la sostenibilità è il paese guidato da Fidel Castro. “I cubani - spiega Mathis Wackernagel, coordinatore dello studio - hanno alti livelli di istruzione e di aspettativa di vita, e sono stati costretti anche dall'embargo petrolifero ad avere una piccola impronta ecologica”. “Nessuno ha il coraggio di dire cosa sia veramente la sostenibilità - aggiunge lo scienziato - ma noi crediamo di averne fornita una misurazione solida”.
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