CHENGDU (Cina)
Con un vero e proprio blitz i volontari di "Animals Asia Foundation" hanno liberato dieci orsi in via di estinzione prigionieri in condizioni terribili da 30 anni in una "fattoria della bile" nella provincia di Shangdon.
La bile d’orso, estratta attraverso un catetere impiantato nell’addome dell’animale vivo (procedura vietata dal governo), è utilizzata per la cura di numerose patologie dalla medicina tradizionale cinese, nonostante siano disponibili oltre 50 alternative sintetiche ed erboristiche, più economiche e più sicure per la salute umana.
La bile viene infatti estratta da animali gravemente malati, è contaminata da sangue, urine, pus, e non subisce alcun processo di raffinazione. La pratica di estrazione della bile è purtroppo ancora legale in Cina, nonostante il Governo abbia bandito il rilascio di ulteriori licenze. Agli allevamenti è concesso praticare l’estrazione della bile con il solo metodo del free-dripping o gocciolamento libero, che si rivela comunque devastante per la salute degli orsi.
Con l’ultima operazione 20 delle 31 province cinesi sono ora prive di "fattorie della bile". Questa liberazione porta a 276 il numero di orsi riscattati a oggi da Animals Asia Foundation in Cina, mentre sono 42 gli allevamenti chiusi. Il salvataggio ha permesso la liberazione di 10 orsi, 7 femmine e 3 maschi, di cui 6 orsi della luna, 3 orsi bruni e un meticcio.
Gli orsi, accompagnati dagli operatori della Fondazione, sono arrivati presso la riserva-santuario di Animals Asia a Chengdu, nella provincia del Sichuan, dopo 4 massacranti giorni di viaggio e un intervento chirurgico d’urgenza