c Che cos’è il PVC? La parola a Bersani… - 06/05/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 06/05/2010]
[Categorie: Ecologia ]
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Che cos’è il PVC? La parola a Bersani…
Bersani, ospite da Santoro, ha enfaticamente diveso la fabbrica sarda di PVC. Ma siamo sicuri che sapesse che cos'è il PVC? E' possibile continuare a difendere l'occupazione in sé, anche quando questa si basa sulla morte e la malattia di migliaia di persone? Queste sono solo alcune delle domande che ci pone nella sua lettera Roberto Pirani.

Ho assistito su you tube alla sceneggiata di Pierluigi Bersani ad Annozero: “chi li difende quegli operai li”, e ho letto della successiva “apertura di credito” con un editoriale su IlFatto da parte di Marco Travaglio, con la motivazione racchiudibile con un “finalmente ha reagito”.

Mi chiedo se siano stati analizzati i contenuti avanzati dal segretario del PD, quali risposte abbia dato... non mi pare affatto che abbia dato risposte.

Ho troppo rispetto per la lotta di coloro che si sono autoesiliati sull’Asinara per essere ascoltati per disinteressarmi di questa vicenda, e sono troppo ammirato da quella terra unica che è la Sardegna per non tentare una analisi, per quanto personale/parziale.

Senza giri di parole, trovo sconcertante che nel 2010 il segretario del secondo Partito italiano se ne esca chiedendo retoricamente “cos’è il PVC” come se questa produzione di morte abbia una qualunque parvenza di giustificazione nel 2010. Qualunque bene o scarto in PVC è talmente difficile da trattare che al termine dell’uso molto limitato, pochi secondi se è uno scarto di produzione o 30 anni per una tapparella, non sappiamo neppure che farne.

Non a caso la nuova direttiva Rifiuti 2008.98. del 19.11.2008 di cui Pierluigi Bersani sarà informatissimo, cita testualmente prevenzione e preparazione per il riutilizzo per l’industria del nuovo millennio.

Qualcosa che non è adatto a riutilizzo e riciclaggio nel 2010 non ha alcun motivo di essere prodotto e rappresenta unicamente un fallimento di progettazione industriale e un non senso per un Pianeta con risorse finite. Un problema ancora più stringente per un Paese, come il nostro senza materie prime fossili.

Non so bene a chi si rivolge P. Bersani quando chiede “cos’è il PVC”. Per quanto mi riguarda so perfettamente come il PVC sia prodotto calpestando la vita degli operai e qualunque interesse collettivo. Nel mio piccolo mi sono battuto come volontario di una nota associazione ambientalista affinché il PVC venisse messo al bando per la sua nocività conclamata a ridosso degli anni che hanno portato al Processo di Venezia.

Enichem stessa successivamente aveva annunciato l’uscita dal ciclo del cloro, ma nulla di tutto questo è davvero avvenuto, nessuna bonifica (difficilissima) dei siti inquinati, nessuna vera riconversione.

I Sindacati e i Partiti ancora mettono in competizione gli stipendi e la dignità di tante persone come se la vita fosse un dato sacrificabile a una sostanza biocida.

E siamo nel 2010...

Sono nato in una città dove il CVM ha mietuto il suo bilancio di vittime come a Ferrara e Brindisi, ma neppure a Ravenna c’è stato un eroe civile come Gabriele Bortolozzo in grado di far partire un processo che a Venezia (a prescindere dalla prescrizione) ha inchiodato (cito un celebre striscione appeso alle ciminiere) “quei cani di porto Marghera” alle loro responsabilità.

Quando Pierluigi Bersani ha un paio d’ore libere, si legga il libro del suo collega di Partito Casson che di quel processo è stato PM. O alzi la cornetta del telefono, lo chiami, e si faccia raccontare cosa è veramente il PVC.

bortolozzo
Sono nato in una città dove il CVM ha mietuto il suo bilancio di vittime come a Ferrara e Brindisi, ma neppure a Ravenna c’è stato un eroe civile come Gabriele Bortolozzo
Quanto segue è la autorevolissima testimonianza giurata del Prof. Maltoni al processo di Marghera, l’11 aprile del 2000:

“Bisogna fare distinzione fra la soglia decisa come socialmente accettabile e la soglia biologica.

Mentre la soglia accettabile viene quantificata sulla base di logiche che sono in parte scientifiche in parte economiche e politiche, la soglia biologica è un’altra cosa e si basa solo sui dati sperimentali. E per i dati sperimentali ogni cancerologo che abbia studiato questi problemi sa che NON ESISTE una soglia limite”.

Come spiegava il compianto Professor Maltoni, riferendosi al CVM - cancerogeno e composto base per produrre il PVC-, la soglia “accettabile” di inquinamento è “contrattata” tra le industrie, i sindacati, il legislatore etc.

Sfortunatamente per gli sviluppisti, la vita dei limiti di legge non tiene conto e la nocività, presto o tardi, richiede sempre il suo conto. Salatissimo.

I limiti poi sono “tarati” su individui adulti, mentre andrebbero posti a difesa dei più deboli: i bambini, come qualunque medico ISDE potrebbe spiegare.

Dovremmo, nel 2010, porci la domanda di cosa produrre, per quali motivi, per fare cosa e a quali costi produciamo un bene piuttosto che fare qualcos’altro.

Solo una ricerca spietata della qualità e dell'efficienza possono assicurare benessere al nostro Paese nei prossimi anni, non la competizione, non il massimo ribasso, non i contributi a pioggia ai furbi (vedi cip 6) che fanno utili privati con denaro pubblico.

Da pochi giorni il padre di un mio caro amico ci ha lasciato, vinto da un male incurabile prodotto da questo modello suicida, dopo aver lavorato decine di anni all’Enichem di Ravenna. Solo una tempra forte l’ha sostenuto per più di un anno. Era di origine sarda.

Quando posso spendo parte del mio tempo libero e parte nella mia vita professionale per veicolare un modello di benessere. Il modello di sviluppo del 1800 lo lascio volentieri a uno sviluppista come Pierluigi Bersani, e se anche mi si obietterà che rappresento lo 0,5% del Paese so che il paradigma culturale per il quale spendo il mio tempo ha un idea di futuro desiderabile per tutti, anche per i figli della classe dirigente del PD et similia.

Il LORO modello di sviluppo - dovremmo deciderci a definirlo un modello di regresso - basato su PVC, carbone, turbogas… non ha alcun futuro.

bersani pvc
Il modello di sviluppo del 1800 lo lascio volentieri a uno sviluppista come Pierluigi Bersani
La classe dirigente di cui Pierluigi Bersani è fra i massimi responsabili ci sta portando in un vicolo cieco, ed è proprio da una terra fortunata come la Sardegna che un futuro desiderabile può nascere, e può prosperare - senza anteporre il profitto a sobrietà, cultura, vita, e in misura non mediabile da ogni singolo - quella cosa chiamata felicità.

È a coloro che all’Asinara si stanno battendo per un futuro per sé e per i propri figli che mi rivolgo, più che al segretario del PD (che come da abitudine di questa risposta neppure ne verrà a conoscenza).

Il libro ripubblicato da poco tempo a cura di Roberto Spano “Manifesto delle Comunità di Sardegna”, può fare riflettere su quale futuro si può basare la Sardegna (e anche l’Italia)

Dalla prefazione di Maurizio Pallante leggiamo:

“…Per liberare gli esseri umani dal ruolo di semplici strumenti dell’economia e riportare l’economia a strumento di cui gli esseri umani si servono per migliorare la propria vita, occorre superare la concezione contrattualistica e competitiva dei rapporti sociali.

Occorre ricostruire legami comunitari basati sulla collaborazione e la solidarietà e sul dono reciproco del tempo, come è insito nel significato stesso di comunità, dove alla preposizione latina cum, che indica il legame, si affianca la parola numus che significa dono”.

E ancora (Spiga Masala e Cherchi scrissero dieci anni fa), riprendiamo dalla prefazione di Pallante

“…la lucida consapevolezza che quella civiltà –tradizionale era culturalmente incompatibile con la presente e proprio per questo è in grado oggi di rappresentare una prospettiva futura radicalmente alternativa.

Un paradigma nuovo (proprio perché si nutre del passato) è in grado di far superare all’umanità quella prospettiva autodistruttiva in cui la stanno conducendo la crisi di valori, la crisi ambientale, la crisi economica e la crisi sociale…”.

È un utopia?

asinara
Il mio parere è che sull’Asinara siano su un ottima strada per sottrarsi alla visione da 1800 di una classe dirigente sviluppista
Il mio parere è che sull’Asinara siano su un ottima strada per sottrarsi alla visione da 1800 di una classe dirigente sviluppista. Dovremmo avere il timore piuttosto che le cose possano rimanere come sono adesso. Dovremmo avere il timore di non percepire l’esigenza di un modello diverso da quello che gli sviluppisti hanno imposto (anche alla Sardegna).

Ma i germi del cambiamento sono già in AZIONE.

Per la mia piccola esperienza, negli ultimi anni tanti cittadini (non solo Sardi…), si sono battuti per evitare il terzo inceneritore sull’isola a Macomer-Ottana e al suo posto sono sorti impianti di riciclo e organizzazione.

Negli ultimi anni hanno portato l’intera Isola a quasi il 40% di raccolta differenziata! Ed è in miglioramento continuo.

Se si fosse dato ascolto alle ricette PD e PDL style, e i comitati locali si fossero rassegnati a soccombere alla sviluppisti-spa-con-denaro-pubblico della solita truffa dei cip6 via Enel, questi risultati non sarebbero mai arrivati!

E neppure i posti di lavoro che sono stati creati nel settore da una seria e rigorosa gestione degli scarti, vanno SPRECATI. La Sardegna è un isola e lottare contro gli sprechi, coi trasporti che separano dalla terraferma, è ancora più utile.

Il futuro della Sardegna appartiene alle persone di buona volontà, e il mio augurio, alle migliaia di persone in lotta per il diritto al lavoro, è di non rassegnarsi a una insensatezza come il PVC. Non ho dubbi che un popolo orgoglioso come quello sardo potrà fare bene e realizzare un modello migliore e un futuro davvero desiderabile anche per chi verrà dopo di noi.

Proprio dalla Sardegna potrebbe nascere un Paese migliore e con una idea di futuro VERA, piaccia o meno a Bersani o al suo omologo PDL Claudio Scajola (ormai dimesso), che ne aveva preso il posto al Ministero sostenendo scelte da 1800, come quella della centrale a carbone di Civitavecchia.

Roberto Pirani

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