Il riscaldamento nascosto
Fra i miti del negazionismo climatico che perdurano, incuranti delle confutazioni ricevute, uno dei più frequenti è quello dell’incapacità della comunità scientifica di spiegare il “mancato riscaldamento” del primo dopoguerra.
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Uno dei principali sostenitori di questa tesi è il Prof. Franco Battaglia, che l’ha proposta in numerosi interventi scritti e orali, l’ultimo dei quali nel numero di marzo 2010 de Chimica e L’industria.
Nel tentativo di sostenere che il “rallentamento” nell’aumento delle temperature globali registrato nel periodo 1940-1970 non possa essere attribuito all’azione “raffreddante” dei solfati, FB ha sostenuto, contro ogni esistente evidenza scientifica, che le emissioni di solfati in quel periodo non siano state superiori a quelle dei decenni precedenti.
Le parole scritte sono “..i dati di emissioni di solfati, ad esempio americani, sono disponibili; e non si riscontra alcun aumento nel periodo 1940-75 rispetto ai valori dei 30 anni precedenti. Più precisamente, ad esempio, le emissioni americane di biossido di zolfo furono di 23,3 Gt nel 1925, di 21,5 Gt nel 1955 e di 28 Gt nel 1975 (dati USEPA tratti da National air pollutants emission trends, 1900-1996)”.
La prima cosa da notare è che FB è incorso in un altro dei suoi classici errori, da me documentati in un apposito capitolo del mio libro, ossia un errore sulle unità di misura. FB cita emissioni degli Stati Uniti in 21,5, 23,2 e 28 Gt (gigatonnellate) mentre le emissioni USA sono 1000 volte inferiori, ossia dell’ordine delle decine di megatonnellate.
È facile verificare come, secondo i dati presenti nel rapporto EPA citato da FB, le emissioni di SO2 degli Stati Uniti sono cresciute, seppur in modo molto irregolare, fino al 1972, anno in cui si è registrato il picco con circa 31Mt. Il totale delle emissioni statunitensi nel periodo 1910-1940 e inferiore a quello del 1940-1970 di circa il 20 %.
L’errore basilare in cui FB incorre è considerare le emissioni dei soli Stati Uniti. Le temperature globali sono influenzate dalle emissioni globali, non da quelle statunitensi. Il trend storico delle emissioni globali può essere facilmente reperito nella letteratura scientifica (si veda ad esempio [1], [2] e [3], tramite una ricerca nelle apposite banche dati, o eventualmente tramite “Google Scholar”.
Le emissioni globali mostrate nella figura a fianco (Fonte: [1]), hanno avuto un aumento vertiginoso fino agli anni ’80; l’aumento delle emissioni dal decennio 1910-1940 al 1940-1970 è ancora più accentuato, e non lascia spazio a fraintendimenti. Le emissioni globali di SO2 nel periodo 1940-1970 sono state quasi il doppio di quelle del precedente trentennio.
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Da notare che l’influenza dei solfati sulle temperature è evidente anche per il fatto che l’attenuazione delle temperature nel periodo 1940-1970 è stata maggiore nell’emisfero nord, in quanto l’aumento delle emissioni era principalmente dovuto a USA e Europa. Sono disponibili studi di dettaglio che valutano il peso che ha avuto (e ha tuttora) la forzante raffreddante rappresentata dai solfati [4]. Non va dimenticato che il ruolo del solfati nel mancato aumento delle temperature in quel periodo è noto da decenni agli studiosi del settore, che ne discutevano (ben prima che si manifestasse il mercato riscaldamento degli ultimi due decenni) su riviste come Science [5] o, in Italia, sul Nuovo Cimento [6].
Perché è importante la comprensione del raffreddamento occorso alle temperature globali negli anni ’50 e ’60. Non sono, in fondo, cose passate?
In realtà ci sono chiare evidenze scientifiche che anche attualmente solfati e aerosol stanno mascherando una parte importante del riscaldamento del pianeta. I gas serra hanno comunque la meglio (ed infatti le temperature crescono, pur se in modo irregolare). Se ne parla in importanti articoli usciti sulle riviste scientifiche [7] e [8], in cui si valuta come le strategie di risanamento della qualità dell’aria dovranno concentrarsi anche su sostanze, quali ad esempio fuliggine e “black carbon”, che sono non solo dannosi per la salute ma hanno anche importanti effetti climalteranti.
È proprio il riscaldamento nascosto negli anni ’70 a doverci far preoccupare per quella parte di riscaldamento che anche oggi stiamo nascondendo con le emissioni di polveri e solfati.
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[1] Stern D.I. (2005) Global sulfur emissions from 1850 to 2000 Chemosphere, 58, 2, 163-175. I dati utilizzati sono disponibili qui.
[2] Smith S.J. et al. (2004) Historical Sulfur Dioxide Emissions 1850-2000: Methods and Results. Pacific Northwest National Laboratory, Richland, WA.
[3] Lefohn A.S. et al. (1999) Estimating historical anthropogenic global sulfur emission patterns for the period 1850-1990. Atmospheric Environment 33 3435-3444
[4] Boucher O., Pham M. (2002) History of sulfate aerosol radiative forcings, Geophys. Res. Lett., 29, 9, 1308.
[5] Broecker W.S. (1975) Climatic change: are we on the brink of. a pronounced global warming? Science. 189, 460-463.
[6] Zecca A., Brusa S. (1991) The missing part of greenhouse effect. Il nuovo cimento, 14, 5, 523-527.
[7] Raes F., Seinfield (2009), New Directions. Climate change and air pollution abatement: A bumpy road, Atmospheric Environment, 43, 32, 5132-5133.
[8] Ramanathan V., Feng Y. (2009) Air pollution, greenhouse gases and climate change: Global and
regional perspectives. Atmospheric Environment, 43, 37–50
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Testo di Stefano Caserini
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