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[Data: 20/05/2010] [Categorie: Alimentazione ] [Fonte: Decrescita felice] |
[Autore: Gabriele Porrati] MDF Pavia - Progetto Cambiamo |
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Meno carne, ambiente migliore, più salute La filiera della zootecnia è il settore di maggior produzione di gas serra, il primo consumatore di suolo, il principale responsabile della deforestazione ed una delle più importanti cause di inquinamento dell’acqua. Un consumo di carne eccessivo mette a rischio la salute umana: aumenta la probabilità di tumori e di malattie cardiovascolari. * Consumi in aumento * Gli allevamenti intensivi e l’ambiente ALLEVAMENTI E DEFORESTAZIONE. La produzione di mangimi per animali ed il pascolo sono la prima causa di deforestazione. Ad essere più colpita è la foresta amazzonica, cuore della biodiversità terrestre, dove ogni due ore spariscono definitivamente 1.000 ettari di alberi, che per la caratteristiche del suolo ci metteranno da 200 a 1.000 anni per poter ricrescere di nuovo. Il 70% della foresta amazzonica ormai scomparsa è destinato ad usi collegati alla zootecnia. CONSUMO DI ACQUA. La terra non è l’unica risorsa che gli allevamenti intensivi depredano: consumano anche quantità enormi di acqua. Basti pensare che per produrre un chilo di carne rossa occorrono 15.500 litri di acqua (media mondiale), che in Italia diventano 21.100. Per fare un paragone si pensi che una famiglia media occidentale, adottando ogni possibile accorgimento, può risparmiare con molta fatica 10.000 litri di acqua domestica al mese. PRODUZIONE DI GAS SERRA. Secondo i dati FAO del 2006, la somma dei contributi di anidride carbonica, metano e ossido di azoto, porta il settore zootecnico al secondo posto (18%) dopo l’energia (21%) e davanti ai trasporti (14%) nella classifica dei comparti che producono gas serra. Successivamente, secondo l’interpretazione del World Watch Institute del 2009 che ha corretto il calcolo di alcuni elementi sottostimati e ne ha aggiunti dei nuovi, il settore della zootecnia ha superato anche quello energetico portandosi al primo posto (43-51% del totale dei gas serra). BILANCIO IN PERDITA. Infine, bisogna considerare che gli animali sono «macchine» in grado di convertire alimenti vegetali in proteine animali con un’efficienza molto bassa: circa il 10% di resa. A parità di territorio coltivato, è sufficiente introdurre nella dieta un solo 25% di prodotti di derivazione animale per dimezzare il numero di persone che si possono sfamare. * Carne e salute umana * Una questione culturale * Un po’ di etica Di tutto questo si parlerà nel Convegno “Gli impatti ambientali dell’alimentazione carnea” organizzato il 22 Maggio a Pavia, Aula del ‘400 dal Progetto Cambiamo, nel contesto della Campagna “Meno carne, ambiente migliore, più salute” finalizzata all’informazione e sensibilizzazione per una riduzione dei consumi di carne. Informazioni sul sito web di Cambiamo, dove associazioni e persone fisiche possono aderire sottoscrivendo il manifesto attraverso la email alimentazione[at]cambiamo.org Progetto Cambiamo |
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