c Il mondo futuro è a misura di toilette - 12/11/2007 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 12/11/2007]
[Categorie: Sostenibilità ]
[Fonte: Il Manifesto]
[Autore: Marinella Correggia]
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Il mondo futuro è a misura di toilette
terraterra
da "il manifesto" del 10 Novembre 2007

Un grande problema eco-socio-sanitario dell'abitare sul pianeta è il trattamento delle deiezioni umane, ora polarizzato su due «soluzioni» insostenibili: il nulla e lo spreco. Da una parte, l'assenza di sistemi igienico sanitari di base mina il benessere e la salute di ben 2,6 miliardi di persone le quali si arrangiano a fatica con vari metodi, compreso il prelievo con cesti e secchi delle deiezioni umane «fresche» dalle latrine a secco pubbliche e domestiche. In India l'ingrato compito è affidato ai «portatori di suolo notturno», i più disgraziati fra gli intoccabili. Fra gli obiettivi Onu di sviluppo per il Millennio (Milliennium Development Goals) c'è il dimezzamento di questi 2,6 miliardi, i quali hanno diritto a una toilette degna, senza rischi patogeni e senza operazioni ripugnanti.
Ma non ci si arriverà mai seguendo l'altra soluzione: il complesso sciacquone-fognature universalmente diffuso in Occidente insieme alla fossa settica. Fu varato a Londra nel 1850 in risposta a un'epidemia di colera e arrivò a Calcutta già nel 1860; ma tuttora ne sono dotati solo 232 centri urbani indiani su 5.un totale di 5.000. Come riassume in un articolo Lester Brown di Earth Policy Institute, l'insieme «sciacquone-fognatura» prende elementi nutritivi originati da suolo (tramite quel che mangiamo e trasformiamo nella fabbrica del nostro corpo) e anziché permetterne la restituzione al suolo stesso per arricchirlo, li scarica in fiumi, laghi, mari usando molta acqua. Quando poi per ragioni di costi e logistiche il tutto avviene senza depurazione, ecco un circolo viziosissimo che spreca acqua e denaro per disperdere agenti patogeni rendendo non potabili enormi quantità di acqua e dunque provocando malattie e morte (2,7 milioni di persone muoiono ogni anno per mancanza di igiene e 5,9 per malnutrizione e fame anche provocate da parassiti intestinali).
Oltretutto, in un futuro in cui l'acqua sarà sempre più preziosa come si può pensare di dotare di sciacquoni quei 3,6 miliardi? Secondo i calcoli del Centre for Science and Environment di New Delhi, «una famiglia indiana di cinque persone produce in un anno 250 kg di escrementi ma ha bisogno di 150.000 litri di acqua scarseggiante per lavarli via a inquinare corsi d'acqua». Occorre trovare un sistema socialmente accettabile ed ecologicamente sostenibile. Su questo tema si è chinato anche il presidente indiano Abdul Kalam che nei giorni scorsi a New Delhi ha aperto il World Toilet Summit 2007: 400 esperti da 44 paesi che hanno concluso sulla necessità di guardare oltre la toilette all'occidentale. E la soluzione vincente è: la toilette compostante. Come a dire: da questi rifiuti inevitabili, opportunamente maturati e diventati inoffensivi dal punto di vista sanitario, ecco ricavata un'importante risorsa per l'agricoltura conosciuta da millenni (non solo in Cina ma anche, negli orti intorno alla Parigi descritta da Victor Hugo ne I miserabili). Il sistema è igienico, facile da costruire con materiali locali, non inquina le acque di superficie, non è idrovoro (bastano 1,5 litri per far fluire gli escreta), produce fertilizzante. E non richiede il trasporto disgustoso e insalubre di materiale fecale fresco.
I modelli sono diversi, già in corso di applicazione soprattutto nel Sud del mondo. Ad esempio in Kenya la Vacu-tug, macchina portatile che svuota le vasche delle toilette a secco, negli slum sta abbattendo il ricorso alle buste di plastica «ripiene» gettate via. Ma la tecnologia migliore è quella dell'indiana Sulabh Sanitation Organisation (che ha promosso il Summit). Di ispirazione gandhiana e anticasta, costruisce latrine compostanti in grado di liberare migliaia di esseri umani trasportatori di altrui escrementi. E in Occidente? Diversi modelli di toilette compostanti a secco, rispetto alle quali la Svezia è pioniera, sono in grado di funzionare in appartamenti svedesi (o italiani) come in ville statunitensi come in villaggi cinesi. Il wc di un futuro equo, ecologico e senza apartheid. Una rivoluzione.

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