c Semi transgenici ad Haiti - 08/06/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 08/06/2010]
[Categorie: Alimentazione ]
[Fonte: A sud]
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Semi transgenici ad Haiti

L'impresa statunitense Monsanto ha donato semi transgenici ad Haiti. La denuncia, del 10 maggio scorso, viene da un articolo scritto dal sacerdote inglese Jean-Yves Urfié, ex professore di chimica al Collége Saint Martial, a Port au Prince. “L'impresa multinazionale Monsanto sta offrendo del mais transgenico, insieme a relativi fertilizzanti e pesticidi, che saranno consegnati gratuitamente dal Progetto Winner (“vincitore” in inglese) ad Haiti, con l'appoggio dell'Ambasciata degli Stati Uniti”, avverte Urfié. Secondo questi, la multinazionale ha già iniziato a distribuire le semenze di mais transgenico nelle regioni di Gonaives, Kenscoff, Pétion-Ville, Cabaré, Archaie, Croix-des-Bouquets e Mirebalais.


La forte eco di questa denuncia ha obbligato il Ministro dell'Agricoltura di Haiti, Joana Ford, a convocare una conferenza stampa per il passato 12 maggio a Port au Prince. “Haiti non ha la capacità per amministrare gli OGM (organismi geneticamente modificati)” ha affermato il Ministro Ford prima di smentire che la donazione di Monsanto sia di mais transgenico. “Noi abbiamo preso tutte le precauzioni prima di accettare l'offerta fatta dalla multinazionale Monsanto di fare una donazione di 475.967 kg di semi di mais ibrido e 2.067 kg di semi di ortaggi. Va anche detto che, in assenza di una legge che regolamenti l'utilizzo di organismi geneticamente modificati ad Haiti, non posso permettere l'introduzione di semi “Roundup Ready” o di qualsiasi altra varietà di transgenici”, ha sottolineato il Ministro.


Secondo Ford, le semenze ibride offerte da Monsanto sono adattate alle condizioni tropicali di Haiti. La donazione fa parte di una campagna del Ministero dell'Agricoltura per riattivare il settore agricolo in seguito al terremoto del 12 gennaio. Più di 65 mila ettari di terra, informa il Ministro, stanno beneficiando di trattori per preparare il suolo, fertilizzanti, pesticidi e corsi di formazione per gli agricoltori.
La stessa Monsanto si è vista costretta a pronunciarsi sul caso. “Noi crediamo che l'agricoltura sia la chiave per la ripresa di lungo periodo di Haiti”, ha affermato la multinazionale in una nota pubblicata sulla sua pagina internet. “Dopo il disastro, la Monsanto donò denaro per la ripresa”, continua la nota, “però era evidente che la donazione dei nostri prodotti – mais e semi di ortaggi di qualità – avrebbe potuto fare realmente la differenza nella vita degli haitiani”. Intrisa di questo spirito di generosità, la maggiore impresa produttrice di semenze del mondo ha deciso di donare ad Haiti l'equivalente di 4 milioni di dollari in semi di mais ibrido, cavolo, carota, melanzana, melone, cipolla, pomodoro, spinacio e anguria. Oltre 100 tonnellate di queste sementi sono arrivate in territorio haitiano durante le prime due settimane di maggio. La previsione è che, nei prossimi 12 mesi, altre 345 tonnellate di sementi ibride di mais saranno distribuite agli agricoltori del paese.


Aprendo i mercati


Il terremoto del 12 gennaio ha provocato la morte di 300 mila persone e lasciato senza un tetto più di un milione di haitiani. Le sue conseguenze sono state devastanti. Nonostante abbia raggiunto il settimo grado della scala Richter, è poco probabile che il terremoto abbia distrutto le strutture di funzionamento di un'impresa transnazionale come la Monsanto. La donazione delle 475 tonnellate di sementi ibride può essere pubblicizzata come un'azione di generosità della multinazionale nei confronti del popolo haitiano. Tuttavia, se si analizzano le condizioni in cui questo dono è stato effettuato, la generosità si converte in una mera tattica imprenditoriale per incrementare i dividendi.


Il profitto della Monsanto nel trimestre che si è chiuso il 28 febbraio 2010 è stato di 887 milioni di dollari. Nello stesso periodo dell'anno precedente, i suoi guadagni erano stati di 1,09 miliardi di dollari, il che significa una caduta dei profitti del 19%. Secondo il direttore esecutivo della multinazionale, Hugh Grant, il principale motivo di questa caduta è stata la diminuzione nelle vendite di erbicidi e prodotti chimici.


In una conferenza con alcuni analisti ad inizio aprile, Grant ha affermato di non poter ricorrere all'incremento dei prezzi per recuperare questa perdita, poiché gli agricoltori non appaiono disposti a pagare prezzi più alti per le nuove linee di sementi transgeniche, alcune delle quali sono due volte più care delle varietà coltivate attualmente. “Il riscontro che sto ricevendo dai proprietari terrieri è che, se i nostri prezzi fossero differenti, la curva di acquisto delle sementi sarebbe diversa”, ha detto Grant.


Non essendo possibile alzare i prezzi dei suoi prodotti, l'unica soluzione per Monsanto è quella di invertire la tendenza al ribasso dei suoi profitti attraverso l'apertura di nuovi mercati. Non è un caso che, a poco meno di un mese dalla conferenza di Hugh Grant, i semi di Monsanto stessero arrivando ad Haiti.


Ciò che non è stato detto né da Monsanto, né dal Ministero dell'Agricoltura, è che questi semi ibridi di mais potranno soddisfare le loro promesse di produttività e adattamento al clima tropicale haitiano solo se saranno trattati con erbicidi, fertilizzanti e prodotti chimici specifici, che per casualità sono prodotti dalla stessa Monsanto. Ciò significa che gli agricoltori haitiani che riceveranno le sementi ibride riusciranno a farle diventare produttive solo se acquisteranno gli erbicidi ed i fertilizzanti Monsanto.


Inoltre, le famiglie contadine non potranno sfruttare i semi generati da quel mais, poiché una delle caratteristiche delle semenze ibride è che solo la prima generazione è adatta alla semina. Se volessero continuare a produrre nella prossima semina, i contadini dovrebbero comprare nuovi semi dalla Monsanto.


A questo ritmo, con l'aumento nel consumo di semi e, di conseguenza, di erbicidi, fertilizzanti e prodotti chimici di Monsanto, la previsione del sacerdote Jean-Yves Urfié potrà divenire realtà: “Presto ci saranno solo semi di Monsanto ad Haiti. Allora sarà la fine dell'indipendenza degli agricoltori”.


Vincitore


La Monsanto non è sola in questa impresa. Il trasporto e tutta la logistica della distribuzione delle sementi ad Haiti è a carico di due aziende statunitensi: la Kuehne Nage Emergency and Relief Logistics e la UPS Foundation.


Ken Sternad, presidente della UPS, ha insistito nel pronunciarsi su questa azione: “Come parte dei nostri continui sforzi per appoggiare la ripresa di Haiti, la UPS ha l'orgoglio di donare i suoi servizi alle imbarcazioni contenenti semenze, poiché il paese inizia a muoversi nella direzione della costruzione di un futuro sostenibile”.


Questo “futuro sostenibile” di cui parla Sternad e che sta attraendo l'interesse di tante aziende straniere si sta concretizzando nel Progetto Winner lanciato l'8 ottobre del 2009 dalla USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale). Il Progetto Winner investirà 126 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per costruire una nuova infrastruttura agricola ad Haiti, con l'obiettivo di aumentare la sua produttività. Nel frattempo, offrirà assistenza tecnica specializzata, oltre che servizi tecnici e forniture agricole, come pesticidi e fertilizzanti.


È per mezzo di questo progetto che saranno distribuite le 475 tonnellate di semenze della Monsanto. Di fatto, tali semenze non arriveranno direttamente nelle mani dei contadini haitiani. Saranno destinate primariamente ai negozi gestiti dalla USAID e poi vendute ad un prezzo “significativamente ridotto” alle famiglie contadine. “Il nostro obiettivo è raggiungere 10 mila agricoltori durante questa stagione”, ha informato Jean Robert Estime, direttore responsabile del Progetto Winner. “Le sementi aiuteranno ad alimentare ed offrire opportunità economiche agli agricoltori, le loro famiglie e la comunità in generale”.


Per comprendere di che tipo di “opportunità economiche” si tratti, occorre chiarire quali sono gli attori che stanno dietro il Progetto Winner. Il suo direttore responsabile, Jean Robert Estime, prestò servizio come Ministro delle Relazioni Esterne durante i 29 anni della dittatura di Duvalier ad Haiti, epoca durante la quale furono assassinati più di 30.000 haitiani e il paese aprì le porte ai prodotti alimentari stranieri. Grazie a questa apertura, Haiti importa oggi l'80% degli alimenti che consuma.


Ideatrice e coordinatrice del Progetto Winner, la USAID è un'agenzia governativa statunitense creata nel 1961. Secondo il suo sito internet ufficiale, essa ha la missione di “promuovere gli interessi di politica estera degli Stati Uniti nell'espansione della democrazia e dei liberi mercati, migliorando la vita dei cittadini del mondo in via di sviluppo”. Con sede a Washington, la USAID è presente nelle cinque regioni del mondo. Il suo lavoro appoggia “la crescita economica ed i progressi della politica estera degli Stati Uniti”.


Nuovo terremoto


“Si tratta di un nuovo terremoto, a lungo termine più pericoloso di quello occorso il 12 gennaio. Non si tratta di una minaccia, ma di un attacco molto forte all'agricoltura contadina, ai contadini e alle contadine, alla biodiversità, alle semenze creole che stiamo difendendo, a ciò che resta del nostro ambiente ad Haiti”, denuncia Chavannes Jean-Baptiste, coordinatore del Mouvman Peyzan Papay (MPP) e membro della Via Campesina haitiana.


Chavannes accusa il governo haitiano di approfittare del terremoto per vendere il paese alle forze imperialiste e alle imprese multinazionali. “Non possiamo accettare questo”, avverte il dirigente contadino, “dobbiamo iniziare subito la mobilitazione contro questo progetto, contro la Monsanto ad Haiti. Abbiamo bisogno di una forte unità ad Haiti e di una forte solidarietà internazionale per fronteggiare la Monsanto e tutte le squadre della morte che vogliono smantellare la sovranità complessiva di questo piccolo paese che ha conquistato la sua indipendenza col sangue dei suoi figli e delle sue figlie nel 1804”.


Come primo passo di questo scontro, il MPP ha invitato i contadini a sotterrare e bruciare tutti i semi di mais provenienti dal Ministero dell'Agricoltura. Inoltre, la Via Campesina di Haiti sta pianificando una grande marcia per i prossimi 4 e 5 giugno, in occasione della Giornata Internazionale dell'Ambiente. La marcia partirà dalla regione di Papay diretta verso la città di Hinche, capitale del Dipartimento Centrale.

di Thalles Gomes

Traduzione di Roberto Trevini Bellini

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