Alunni di una scuola minore
15.11.2007
Rom destinati a istituti per ritardati vincono causa contro la Repubblica Ceca
Vittoria. Gli attivisti umanitari di tutta Europa hanno cantato vittoria, ieri,
quando il tribunale di massimo grado per la difesa dei diritti umani, la Corte
europea di Strasburgo, ha condannato la Repubblica Ceca per aver praticato 'discriminazioni
razziali' ai danni di numerosi bambini Rom. Un maratona legale che si trascina
dagli anni '90, quella di 18 famiglie della regione della Moravia-Slesia, estremità
orientale della Repubblica Ceca, i cui bambini furono inseriti in istituti scolastici
per ritardati mentali. Una pratica comune, pare, in diversi Paesi dell'Europa
dell'Est, e anche in tempi recenti, se una direttiva dell'Unione Europea del 2005
invitava i governi degli Stati membri "in cui i figli dei Rom vengono isolati
in scuole per disabili mentali o sistemati in aule separate, ad avviare programmi
di de-segregazione entro un periodo di tempo prestabilito, incoraggiando così
il libero accesso all'istruzione di qualità per i figli dei Rom e prevenendo sentimenti
ostili ai Rom tra i ragazzi che frequentano le scuole".
Razzismo. La denuncia è arrivata alla Corte di Straburgo da un rapporto della Commissione
contro il Razziso e l'Intolleranza, le cui conclusioni parlavano di una stragrande
maggioranza di bambini Rom nelle scuole speciali per i ritardati mentali. Attivisti
di gruppi umanitari hanno poi rilevato come nella regione della Moravia Slesia,
e specie nella provincia di Ostrava, più della metà dei bambini Rom venivano segregati
in 'istituti speciali' e veniva negato loro l'accesso al sistema scolastico nazionale.
Un bambino Rom che viveva in quelle zone aveva una probabilità 27 volte maggiore
rispetto a un altro bambino di finire in tali istituti. Tre anni fa il governo
della Repubblica ceca ha chiuso le scuole speciali. Ciononostante, le chance di
accesso all'istruzione pubblica sono molto limitate per i bambini delle comunità
Rom ceche. La Corte di Strasburgo ha comminato una multa al governo ceco di 4
mila euro per ogni bambino (per 'danni simbolici'), e al pagamento delle spese
processuali di circa 10 mila euro.
Benvenuti in Europa. Proprio oggi, Amnesty International ha pubblicato un rapporto sulla segregazione
in Slovacchia, dove i bambini Rom vengono inseriti in scuole solo per loro o in
istituti per ritardati o disabili, nonostante non abbiano alcuna deficienza intellettuale
o carenza nell'apprendimento scolastico. In alcuni villaggi, si assiste a scene
che ricordano il profondo sud americano degli anni '60 o il Sudafrica degli anni
'80: esistono scuole dove al piano di sotto ci sono i 'bianchi' e a quello di
sopra i 'neri'. Le classi non si mischiano mai. Ai genitori e agli autobus che
riportano a casa i bambini vengono date istruzioni di presentarsi a orari diversi,
per consolidare la separazione razziale. In alcune zone della Slovacchia orientale,
il 100 percento delle scuole sono segregate. I Rom ricevono un'istruzione di secondo
livello, e hanno poche possibilità di progredire dopo la scuola obbligatoria.
Nel 2006, solo il 3 per cento dei bambini Rom ha raggiunto la scuola superiore.
In un Paese dell'Europa moderna, disegnata dai politici come il continente dei
popoli e dell'integrazione, accade anche questo. Che l'apartheid sia giusto dietro
l'angolo.
Luca Galassi
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