Unep: investire nell’agricoltura e nell’energia la chiave della sostenibilità
L’agricoltura e l’energia sono i due settori su cui è più urgente investire per uno sviluppo sostenibile nel XXI secolo. È la conclusione del rapporto “Environmental Impacts of Consumption and Production: Priority Products and Materials”, elaborato dall’International Panel for Sustainable Resource Management dell’UNEP (il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente).
I combustibili fossili, soprattutto nel settore energetico e industriale, sono infatti i principali responsabili del degrado ambientale, mentre l’agricoltura rappresenta il 70% del consumo globale di acqua dolce e produce il 19% delle emissioni di gas serra.
Secondo il documento le principali linee d’azione da intraprendere per spezzare il legame fra crescita economica e danno ambientale sono gli incentivi fiscali e gli investimenti nell’innovazione tecnologica.
In generale però è l’intera impostazione sociale ed economica che va ripensata, a partire dal livello individuale: più attenzione al risparmio energetico, ai trasporti e una dieta meno basata sul consumo di carne, la cui produzione ha un elevato impatto ambientale.
Ernst von Weizsõcker, uno dei presidenti del Panel, ha spiegato che “raddoppiare il benessere normalmente porta a un aumento del 60-80% delle emissioni di anidride carbonica, e a volte anche di più nei Paesi in via di sviluppo”.
“Le strategie attuali sulle emissioni sono obsolete, perché ormai i Paesi industrializzati producono il 20-30% delle emissioni all’estero”, ha aggiunto Achim Steiner, direttore esecutivo dell’Environment Programme dell’ONU (UNEP).
Secondo Ashok Khosla, presidente della World Conservation Union (IUCN), “c’è stato qualche piccolo passo avanti, ma rispetto a quello che c’è da fare è come se stessimo cantando e suonando mentre Roma brucia”.
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