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[Data: 08/06/2010] [Categorie: Pace ] [Fonte: Libreidee] |
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Cyber-guerra: se gli Usa militarizzano la rete L’America si attrezza per la cyber-guerra: la Nsa, l’agenzia per la sicurezza nazionale (il Grande Fratello che spia le comunicazioni elettroniche della popolazione) diverrà un comando militare interforze dedicato alla guerra cibernetica. Il generale Keith Alexander, che il segretario alla Difesa Robert Gates ha messo a capo del nascente Cyber Command, darà agli Usa una nuova capacità di combattimento: non solo aerea e marittima, ma anche sul nuovo terreno strategico delle reti informatiche. Obiettivo: difendersi dagli attacchi degli hacker e, se necessario, condurre «operazioni militari ad ampio spettro» per interdire la «libertà di azione nel cyberspazio» degli avversari. Le associazioni americane per i diritti civili e la difesa delle libertà dei cittadini, scrive Enrico Piovesana su “PeaceReporter”, sono seriamente preoccupate per il rischio di militarizzazione delle reti informatiche nazionali. Da Fort Meade, nel Maryland (dove ha sede la stessa Nsa) il nuovo Cyber Command coordinerà circa 90 mila “soldati digitali” appartenenti a quattro nuovi comandi cibernetici appena creati in seno alle delle diverse armi: esercito, marina, aeronautica e marines. «Per i difensori delle libertà civili – scrive Piovesana – gli “avversari” contro cui un simile apparato militare potrà agire non saranno solo i pirati informatici cinesi o di altre nazioni, ma gli stessi cittadini americani, già vittime dello spionaggio informatico della Nsa e di altri inquietanti programmi di sorveglianza attivati dopo l’11 settembre 2001 come l’Information Awareness Office (un progetto antiterrorismo del Pentagono, ufficialmente chiuso nel 2003 ma poi portato avanti dalla stessa Nsa)». A suffragare questi timori, aggiunge Piovesana, c’è l’annunciata collaborazione tra il Cyber Command e il Dipartimento per Sicurezza Interna, confermata dallo stesso vicesegretario alla Difesa, William Lynn III. «I timori di possibili violazioni della privacy dei cittadini americani da parte del nuovo comando – continua “PeaceReporter” – sono condivisi anche negli ambienti politici e istituzionali di Washington, tanto che lo scorso 15 aprile la Commissione sulle forze armate del Senato americano ha chiamato il generale Keith Alexander a testimoniare proprio su questi rischi». L’alto ufficiale ha garantito che le leggi e i diritti dei cittadini verranno rispettati, «ma questo non ha convinto il presidente della Commissione, il senatore Carl Levin, che ha espresso forti dubbi sulla cornice legale, sia nazionale che internazionale, in cui opererà il Cyber Command». Secondo diversi commentatori ed esperti informatici, come ad esempio Evgeny Morozov, l’allarmismo sulla minaccia informatica alla sicurezza nazionale Usa proveniente da reti terroristiche o da paesi non amici viene volutamente esagerata per giustificare la creazione di strutture di sicurezza che in realtà hanno lo scopo di aumentare il controllo e la sorveglianza sulla popolazione, soprattutto negli ambiti più “liberi” come la rete internet – rete che, d’altronde, conclude Piovesana, negli stessi documenti strategici del Pentagono è indicata come qualcosa «da combattere come fosse un sistema d’arma nemico» (info: www.peacereporter.net). |
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