c Obama: e ora puntiamo sull’energia pulita - 16/06/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 16/06/2010]
[Categorie: Ecologia ]
[Fonte: Equo]
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Obama: e ora puntiamo sull’energia pulita

Come durante la seconda guerra mondiale, come quando l’America ha mandato un uomo sulla Luna, il presidente Barack Obama ha chiesto agli Stati Uniti di imbarcarsi in una ”missione nazionale”, stavolta per l’energia pulita. ”Il futuro dell’energia pulita e’ adesso”, ha detto Obama che, nel suo discorso dall’Ufficio Ovale, ha detto che Bp ”dovra’ pagare per il disastro provocato dalla sua irresponsabilita’.

Dopo il discorso della scorsa notte (le 2 del mattino in Italia) Oggi, alle 10.15 (le 16.45 in Italia) Obama incontra i vertici della multinazionale del greggio: ordinera’ al presidente di Bp Carl Henric Svanberg e all’amministratore delegato Tony Hayward di ”accantonare ogni risorsa necessaria per compensare i lavoratori e le imprese danneggiate dalla marea nera”. Ma i negoziati con la Bp continuano. Nodo cruciale e’ se i lavoratori dell’industria del greggio rimasti senza lavoro per la moratoria sulle trivellazioni debbano essere indennizzati da Bp.

Poco prima del discorso, scienziati federali hanno reso noto che le stime dellla fuga greggio che fuoriesce dai fondali del Golfo del Messico sono assai piu’ alte di quanto annunciato solo la scorsa settimana: fino a 60 mila barili al giorno, pari a una Exxon-Valdez ogni quattro-sei giorni, abbastanza per riempire 22 volte ogni giorno lo Studio Ovale, ha calcolato un blog americano.

Obama ha annunciato di aver nominato il segretario alla Marina Ray Mabus _ ex governatore del Mississipi _ ‘zar delle coste’: avra’ l’incarico di riportare la regione del Golfo del Messico alla sua particolare bellezza e ricchezza. La marea nera, ha detto Obama, ”e’ una epidemia”, non la crisi di un momento e i suoi effetti ”dureranno mesi e perfino anni”, ha detto Obama. Paragonando la crisi del Golfo alle altre sfide che ha di fronte l’America – la recessione, la guerra contro al Qaida – Obama ha promesso che l’America combattera’ questa perdita con tutto quello che abbiamo a disposizione e per tutto il tempo necessario”. Ma Obama ha inserito anche un tocco di ottimismo: “Nelle prossime settimane _ ha assicurato _ Bp sara’ in grado di catturare il 90 per cento della perdita” e a fine estate i pozzi in corso di trivellazione la bloccheranno del tutto. Come dire che ci vrrann ancora dei mesi perchè tutto finisca.

Anche pe questo Obama ha deciso di provare a cogliere l’opportunità offerta dalla tragedia per rilanciare. ”Il futuro dell’energia pulita e’ adesso”, ha detto Obama esortando Capitol Hill a sbloccare la legge sull’energia da mesi ferma al Senato: ”Le conseguenze dell’inazione sono davanti ai nostri occhi: ogni giorno mandiamo quasi un miliardo di dollari della nostra ricchezza in paesi stranieri per comprare petrolio. Mentre oggi guardiamo al Golfo del Messico e vediamo una regione minacciata nel suo sistema di vita da una minacciosa nuvola di petrolio”. “La tragedia che ha toccato le nostre coste è un richiamo doloroso e forte per farci capire che è giunto il tempo di adottare le energie pulite per il futuro” e “di lanciare una missione nazionale che liberi le potenzialità dell’innovazione americana prendendo in mano il nostro destino”. “La grande lezione della marea nera” è che le perforazioni petrolifere ormai comportano rischi enormi, quale che sia la regolamentazione. “Noi americani – ha ricordato il presidente – consumiamo il 20% del petrolio mondiale ma possediamo appena il 2% delle riserve mondiali”.

MA LE REAZIONI SONO PRUDENTI. O SCETTICHE

Ma Obama ha convinto poco. Scegliendo di insistere soprattutto sulla linea generale della necessità di una riforma energetica, ha sottolineato Ezra Klein del Washington Post, Obama «ha evitato di affrontare il problema in modo chiaro, non ha dato il sostegno a nessuna legge specifica, non ha stabilito obiettivi precisi». Sarcastici i commenti nello studio della Msnbc subito dopo la diretta del discorso alla nazione, che è stato trasmesso in prime time: «sarebbe stato un grande discorso se fossimo stati su un altro pianeta per 57 giorni – ha detto Keith Olbermann – non è stato detto niente di specifico, e non credo che neanche lo volesse». Forte è la delusione anche tra gli ambientalisti: «Obama non ha offerto una chiara posizione su molte questioni, per esempio non ha detto se e come l’amministrazione intenda eliminare le protezioni della compagnie petrolifere dalle richieste di risarcimento oppure non ha fornito una stima di quanto la Bp dovrà mettere nel fondo destinato appunto ai risarcimenti» si legge sul sito ambientalista Mother Jones nell’articolo intitolato «il deludente discorso di Obama». Spostandoci al Congresso se suona scontata la bocciatura dei repubblicani, che accusano il presidente di sfruttare «il peggior disastro ambientale dell’America» per portare avanti la propria agenda politica, colpisce però che anche da parte democratica si si sia espressa una certa insoddisfazione per il discorso. «Ho apprezzato l’attenzione del presidente per il disastro, ma l’opinione pubblica ha bisogno di ulteriori assicurazioni del fatto che la risposta alla fuoriuscita, dalla ripulitura ai risarcimenti, sia coordinata e fatta rispettare dal governo» ha dichiarato il leader della maggioranza Steny Hoyer. Mentre il democratico del Michigan John Dingell non ha esitato a dichiararsi deluso dal fatto che il presidente non abbia avuto parole più chiare sulla necessità che bengano pagati tutti i danni dalla Bp «lo scorso ano ha fatto 16,8 miliardi di profitti».

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