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[Data: 16/06/2010] [Categorie: Ecologia ] [Fonte: Equo] |
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Obama: e ora puntiamo sull’energia pulita Come durante la seconda guerra mondiale, come quando l’America ha mandato un uomo sulla Luna, il presidente Barack Obama ha chiesto agli Stati Uniti di imbarcarsi in una ”missione nazionale”, stavolta per l’energia pulita. ”Il futuro dell’energia pulita e’ adesso”, ha detto Obama che, nel suo discorso dall’Ufficio Ovale, ha detto che Bp ”dovra’ pagare per il disastro provocato dalla sua irresponsabilita’. Poco prima del discorso, scienziati federali hanno reso noto che le stime dellla fuga greggio che fuoriesce dai fondali del Golfo del Messico sono assai piu’ alte di quanto annunciato solo la scorsa settimana: fino a 60 mila barili al giorno, pari a una Exxon-Valdez ogni quattro-sei giorni, abbastanza per riempire 22 volte ogni giorno lo Studio Ovale, ha calcolato un blog americano. Obama ha annunciato di aver nominato il segretario alla Marina Ray Mabus _ ex governatore del Mississipi _ ‘zar delle coste’: avra’ l’incarico di riportare la regione del Golfo del Messico alla sua particolare bellezza e ricchezza. La marea nera, ha detto Obama, ”e’ una epidemia”, non la crisi di un momento e i suoi effetti ”dureranno mesi e perfino anni”, ha detto Obama. Paragonando la crisi del Golfo alle altre sfide che ha di fronte l’America – la recessione, la guerra contro al Qaida – Obama ha promesso che l’America combattera’ questa perdita con tutto quello che abbiamo a disposizione e per tutto il tempo necessario”. Ma Obama ha inserito anche un tocco di ottimismo: “Nelle prossime settimane _ ha assicurato _ Bp sara’ in grado di catturare il 90 per cento della perdita” e a fine estate i pozzi in corso di trivellazione la bloccheranno del tutto. Come dire che ci vrrann ancora dei mesi perchè tutto finisca. Anche pe questo Obama ha deciso di provare a cogliere l’opportunità offerta dalla tragedia per rilanciare. ”Il futuro dell’energia pulita e’ adesso”, ha detto Obama esortando Capitol Hill a sbloccare la legge sull’energia da mesi ferma al Senato: ”Le conseguenze dell’inazione sono davanti ai nostri occhi: ogni giorno mandiamo quasi un miliardo di dollari della nostra ricchezza in paesi stranieri per comprare petrolio. Mentre oggi guardiamo al Golfo del Messico e vediamo una regione minacciata nel suo sistema di vita da una minacciosa nuvola di petrolio”. “La tragedia che ha toccato le nostre coste è un richiamo doloroso e forte per farci capire che è giunto il tempo di adottare le energie pulite per il futuro” e “di lanciare una missione nazionale che liberi le potenzialità dell’innovazione americana prendendo in mano il nostro destino”. “La grande lezione della marea nera” è che le perforazioni petrolifere ormai comportano rischi enormi, quale che sia la regolamentazione. “Noi americani – ha ricordato il presidente – consumiamo il 20% del petrolio mondiale ma possediamo appena il 2% delle riserve mondiali”. MA LE REAZIONI SONO PRUDENTI. O SCETTICHE |
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