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[Data: 08/07/2010] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: Qualenergia] |
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Desertec, elettricità solare in Europa già tra 5 anni La prima elettricità dal solare nordafricano sarà in Europa già tra 5 anni con i primi progetti pilota. A darne notizia il commissario europeo per l’energia, Günther Oettinger, in un'intervista nella quale affronta anche i dettagli e le obiezioni a questo progetto sempre più vicino ad essere operativo. L’elettricità dal solare a concentrazione del Sahara sarà in Europa già tra 5 anni: sempre più vicino a divenire realtà Desertec, il progetto industriale da 400 miliardi di euro che dovrebbe soddisfare fino al 15% del fabbisogno elettrico europeo grazie all'energia solare importata dal Nord Africa tramite elettrodotti ad alta capacità. A darne notizia il commissario europeo per l’energia, Günther Oettinger, sentito da Reuter subito dopo un incontro con i ministri dell’energia di Algeria, Marocco e Tunisia. “Penso che già nei prossimi 5 anni arriveranno centinaia di megawatt sul mercato europeo”. Una produzione che verrà dai primi progetti pilota e che si moltiplicherà man mano che il progetto verrà implementato.
Quanto al rischio, paventato da alcuni, che gli elettrodotti intercontinentali vengano usati per importare dall’Africa energia da fonti fossili anziché dal solare, Oettinger risponde che “la questione dovrà essere risolta definitivamente nei prossimi anni”, anche se assicura che è tecnicamente possibile monitorare gli import elettrici per evitare tale possibilità. Altra obiezione al progetto Desertec sollevata in passato e a cui il commissario risponde, riguarda il timore che il programma finisca per diventare una sorta di colonialismo energetico, sottraendo energia pulita ad economie, quelle nordafricane, che ne hanno un crescente bisogno. Ad esempio Herman Scheer ha criticato inizialmente il progetto Desertec perché prendeva in considerazione progetti su larga scala e non una generazione distribuita. Inoltre, Scheer ha sempre evidenziato la elevata criticità dell'iniziativa a causa delle tempeste di sabbia che potrebbero danneggiare gli impianti a concentrazione solare.
Secondo Oettinger, invece, “Quella del Desertec è una partnership a doppio senso, poiché l’elettricità prodotta è prima di tutto per il mercato dei paesi nordafricani, anche se una percentuale maggiore di elettricità verrà probabilmente esportata in Europa; al tempo stesso dovremmo esportare tecnologia, esperti e know-how, per cui si tratterà di una vera collaborazione e non solo di un rapporto di compravendita”.
Sull’aiuto che l’Ue darà al progetto, Oettinger ha specificato che questo consisterà soprattutto nel coordinare gli stakeholders, aggiornare la regolamentazione per permettere la circolazione transnazionale dell’elettricità e a finanziare ricerca e studi di fattibilità. La possibilità che la Commissione permetta agli Stati Membri di erogare aiuti economici diretti alle aziende impegnate nel progetto, invece, sarà stabilita solo dopo che le aziende partecipanti al consorzio avranno presentato un business plan dettagliato. L’interesse per il business legato al progetto è già alto e diverse altre aziende negli ultimi mesi si sono aggiunte alle 12 che nel luglio 2009 avevano formato il consorzio. Quello che manca per fare partire a pieno regime gli investimenti è un quadro normativo che dia una forte spinta alla produzione da fonti rinnovabili nei paesi nordafricani in cui saranno realizzati gli impianti di produzione, per la maggior parte grandi centrali di solare termico a concentrazione. L’import di elettricità pulita dai deserti nordafricani – che, beninteso, non deve essere visto come un’alternativa al massimo sfruttamento del potenziale delle rinnovabili entro i confini europei – è parte fondamentale di diversi scenari che vedono un’Europa più verde. La roadmap per ridurre le emissioni europee dell’80% entro il 2050, delineata recentemente da un report di McKinsey (Qualenergia.it, Scenari per un’Europa low carbon), ad esempio, lo prevede e sull’import di energia pulita dal Nord Africa punta molto anche un altro scenario, quella di PicewaterhouseCoopers, che prevede che entro il 2050 il vecchio continente soddisfi il 100% del suo fabbisogno elettrico con le energie rinnovabili (Qualenergia.it, Europa, come ottenere il 100% di elettricità da rinnovabili). Insomma, ogni notizia di avanzamento rapido del progetto Desertec ci porta un passo più vicini allo scenario di un’Europa low-carbon delineato da molti studi. Sarà tuttavia fondamentale che gli auspici di Oettinger siano concretamente realizzati, evitando distorsioni del mercato e approcci eurocentrici che non darebbero i benefici sperati.
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