"OGM: la resa delle lobby, ma resta il nodo della coesistenza"
Mario Capanna, Presidente della Fondazione Diritti Genetici, commenta la decisione della Commissione Ue di lasciare ai paesi membri facoltà di decisione sulla coltivazione di organismi geneticamente modificati
14 luglio 2010 - "La decisione della Commissione europea di lasciare libertà di scelta ai singoli stati sulla coltivazione di Ogm rappresenta la resa delle lobby del biotech".
Così Mario Capanna, Presidente della Fondazione Diritti Genetici, commenta l'approvazione da parte della Commissione europea della proposta del Presidente Barroso di modificare la normativa vigente sulla coltivazione di organismi geneticamente modificati.
"In questa storia le notizie sono tre: una buona, una cattiva, una così così. La buona notizia - spiega Capanna - è che appena un anno fa la Commissione era impegnata in un braccio di ferro con i paesi membri che avevano invocato la clausola di salvaguardia contro le coltivazioni del Mais Mon810, mentre adesso cambia registro. Evidentemente la politica degli stati e delle regioni europee libere da ogm, che hanno legittimato il principio giuridico delle norme di salvaguardia, è stata più forte della pressione delle lobby, risultata fallimentare. Così come a fallire è stata la stessa politica decisionista della Ue, che non ha saputo interpretare nè la volontà del blocco dei Paesi che avevano invocato la clausola di salvaguardia (Italia, Francia e Germania in testa) nè le legittime richieste delle Regioni, continuamente minacciate di interventi sanzionatori. E ora preferisce la soluzione pilatesca di affidare ai singoli paesi la responsabilità della scelta".
"La notizia cattiva - prosegue il Presidente della Fondazione Diritti Genetici - è che il passaggio della questione della coesistenza tra agricoltura transgenica, convenzionale e biologica dal dossier del commissario all'agricoltura a quello del commissario alla salute è un vero e proprio colpo di coda. Ci farà tornare alla situazione precedente la Direttiva 2001/18, poichè quello della salute è il terreno su cui meglio si muovono le lobby del biotech, che, come i cittadini ben sanno, sono le stesse della chimica e del farmceutico".
"La notizia così così - conclude Capanna - è che resta da vedere nel dettaglio quali saranno le valutazioni che i singoli stati potranno addurre per vietare le coltivazioni di Ogm sui propri territori"
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