Il WWF rivela l'impronta ecologica della carta
Il WWF lancia uno strumento per misurare l'impatto ambientale delle cartiere in tutto il mondo. Il Paper Company Environmental Index misura i più importanti aspetti ambientali, dal'uso di fibre riciclate o di quelle provenienti da foreste gestite responsabilmente, all'uso dell'energia, alle le emissioni di CO2, al consumo di acqua e agli scarichi inquinanti.
A sottoporsi alla valutazione del WWF, condividendo le informazioni sul processo produttivo, cinque grandi produttori mondiali di carta: Domtar (Stati Uniti), M-real, Stora Enso e UPM (Europa) e Mondi Group (Sud Africa).
"Le altre cartiere sono invitate a seguire l'esempio, mostrando ai rispettivi consigli di amministrazione, partner, azionisti, investitori e acquirenti, in cosa si sono impegnati per ridurre la loro impronta ecologica globale - spiega Harri Karjalainen, del WWF - contiamo che questo nuovo strumento sia in grado di promuovere una sana concorrenza nel settore della carta: chi può mostrare di avere l'impronta più leggera?"
Secondo il WWF, il consumo totale di carta si prevede un aumento dagli attuali 400 milioni di tonnellate a 450-500 milioni di tonnellate da 20.20. Secondo uno studio del centro di consulenza Pöyry, in caso di uno scenario "medio", la domanda globale di carta e cartone nel 2020 è stimata attorno ai 472 milioni di tonnellate (si tratta ovviamente di una stima da adattare a secondo del tasso di sviluppo economico e di crescita, prevedendo uno scenario ad alta crescita e uno a bassa crescita, con un aumento o una diminuzione di 25 milioni di tonnellate rispetto allo scenario medio).
Questo scenario comporta un'impressionante impatto ambientale, a meno che l'industria cartaria non si dimostri rapida ad adottare pratiche sostenibili. L'aumento del consumo di carta, e di conseguenza del prelievo di legno, minaccia ecosistemi forestali fragili, mentre la produzione di cellulosa è tra le attività ad alta emissione di gas serra, oltre ad avere forti impatti in termini di inquinamento dell'acqua.
Il Paper Company Environmental Index misura l'impatto dell'acquisizione delle fibre (35% su 100 punti), le emissioni dal processo produttivo come l'inquinamento delle acque e l'emissione di gas serra (35%), e la trasparenza dell'impresa (30%). I criteri si applicano sia alle policy che alla produzione, valutando la distanza fra obiettivi e le prestazioni effettivamente ottenute, e include sia le operazioni dell'impresa che quelle dei fornitori, coprendo tutta la filiera dalla foresta al prodotto finito.
La crescita della produzione di carta e cellulosa è guidata soprattutto dalle economie emergenti, in particolare in Asia. Al tempo stesso, numerosi produttori europei e statunitensi, stanno spostando la propria produzione nell'emisfero meridionale, attirati dai costi di produzione più bassi, ma anche da normative ambientali meno rigorose. Circa l'80 per cento della cellulosa è di importazione, e il 40 per cento attraversa l'oceano per raggiungere il finale di destinazione.
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