Caccia e tutela uccelli, dura condanna dell'Italia per troppa caccia e scarsa tutela.
Violata in più parti la direttiva comunitaria.
La Corte di Giustizia europea si è pronunciata sulla ponderosa procedura di infrazione 2131 del 2006 per mancata tutela degli uccelli selvatici. "Condanna attesa e inevitabile ma molto pesante. Ora l'Italia e molte delle sue regioni cambino passo o saranno sanzioni".
"Ora è ufficiale: la direttiva Uccelli è stata violata in più punti, per scarsa tutela degli uccelli e troppa o cattiva caccia".
Lo dichiara la LIPU-BirdLife Italia in merito alla sentenza di ieri, della Corte di Giustizia Europea, contro l'Italia sulla procedura di infrazione n. 2131 del 2006.
"Una sentenza attesa e per molti versi prevedibile, che leggeremo e approfondiremo con la massima attenzione, data l’importanza – spiega Danilo Selvaggi, responsabile Rapporti istituzionali LIPU - Tuttavia, già da una prima lettura, emerge la nettezza della pronuncia della Corte e la fondatezza delle obiezioni che abbiamo sollevato in questi anni di contenzioso.
"La Commissione contestava all'Italia il mancato recepimento o la cattiva applicazione di molti passaggi importanti della direttiva Uccelli – prosegue Selvaggi - Tra questi, la tutela degli habitat naturali esterni alla Rete Natura 2000 o l'impegno dello Stato a mantenere le specie in buono stato di conservazione. Ampia è poi la sezione specifica relativa alla caccia, rispetto a cui l'Europa ci contestava il mancato divieto di caccia nei periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli e un uso illecito, anzi un vero e proprio abuso, della caccia in deroga.
“Ebbene, la Corte ha accolto interamente le contestazioni, condannando la Repubblica italiana per la violazione degli articoli 2-7, 9-11. 13 e 18 della direttiva. Un enfasi particolare la Corte ha posto sul tema delle deroghe, specificando come l'Italia ne abbia fatto continuo abuso secondo un regime del tutto scorretto.
“Non solo: sul tema delle deroghe la Corte si è contestualmente pronunciata anche sulla legge sulla caccia in deroga della Lombardia dello scorso anno – aggiunge Selvaggi - per la quale si era addirittura ricorso ad un ordinanza europea di sospensione. Inevitabile anche qui la condanna, a testimonianza dell'uso del tutto improprio e strumentale di uno strumento, quello delle deroghe, che dovrebbe essere eccezionale e mirato e che invece in Italia è stato utilizzato come "trucco" per cacciare ordinariamente specie non cacciabili.”
“Con la legge Comunitaria da poco approvata, l'Italia ha mosso alcuni passi avanti, anche importanti, per affrontare la nuova procedura di infrazione che si apre adesso. Tuttavia non basta, Si tratterà di capire se gli strumenti previsti (ad esempio, il divieto di caccia agli uccelli in riproduzione e migrazione) saranno applicati realmente, se gli habitat naturali esterni alla Rete Natura saranno protetti in modo concreto e, soprattutto – conclude Selvaggi - se finalmente la triste vicenda italiana delle deroghe di caccia sarà conclusa, con buona pace di quelle regioni che magari anche quest'anno pensavano di riprovarci".
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