Sono più di duemila i condannati per traffico di esseri umani in Cina nei primi sette mesi del 2010. La notizia è stata data dalla stampa di Pechino su dati della Suprema Corte del Popolo. Dall'inizio dell'anno 2.137 criminali sono finiti sul banco degli imputati con l'accusa di aver rapito e rivenduto esseri umani. Un aumento del 45 percento rispetto all'anno precedente. Nella maggior parte dei casi si tratta di bambini strappati alle loro famiglie per essere portati nelle campagne. Qui i contadini, colpiti dalla legge del "primo figlio", comprano i ragazzini per sfruttarli nei campi.
L'aumento dei casi di scomparsa, nonostante l'applicazione della pena capitale, preoccupa il governo di Pechino che ha promesso un giro di vite. Oggi, se un uomo rapisce più di tre bambini può essere condannato da un minimo di cinque anni alla pena di morte. Nello scorso anno sono 1.238 le condanne eseguite, ma se il malfattore riconsegna ai genitori il bambino il giudice non può imputarlo. Secondo Sun Jungong, portavoce del Supremo Tribunale Cinese, minori pene sono inflitte a chi ha "trattato con gentilezza i rapiti".