c Ipcc, Pachauri alle corde - 01/09/2010 (Rassegna Stampa - Ass. Progetto Gaia)
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[Data: 01/09/2010]
[Categorie: Scienza ]
[Fonte: La nuova ecologia]
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Ipcc, Pachauri alle corde
Il capo del panel Onu sul clima ha rimesso il mandato. La decisione dopo un rapporto indipendente che chiede una riforma radicale del gruppo intergovernativo. A ottobre, in Corea del Sud, la discussione sul suo destino

Il presidente dell’Ipcc, il panel dell’Onu che vigila sui cambiamenti climatici, ha le settimane, forse i giorni contati. Rajendra Pachauri infatti ha rimesso ieri il mandato agli Stati membri e aspetta il prossimo vertice, a ottobre in Corea del Sud, che dovrà decidere del suo destino. Le dimissioni giungono subito dopo la pubblicazione di un rapporto sull’operato dell’Ipcc redatto dall’Inter Academy Council, che raccoglie le accademie scientifiche di quindici paesi: secondo il gruppo di esperti, presieduto dall’economista Harold Shapiro, l’allarme sul clima lanciato a più riprese dall’Ipcc non va messo in discussione. Ma l’organismo delle Nazioni Unite deve essere radicalmente riformato per evitare che all’interno dei suoi rapporti si ripetano alcuni errori che ne hanno compromesso, nei mesi scorsi, la credibilità.
La svista più grave era contenuta nel dossier sul clima pubblicato nel 2007, dove si annunciava la fusione dei ghiacciai himalayani entro il 2035, con almeno tre secoli d’anticipo: la previsione, mutuata da un documento di cui non erano stati verificati i contenuti, era stata confutata dal ministro indiano dell'ambiente, Jairam Ramesh. Nel gennaio scorso Pachauri aveva ammesso pubblicamente l’errore, contenuto in un dossier di oltre tremila pagine, chiedendo pubblicamente scusa a nome degli estensori.

Le sue dimissioni però, ancora da ratificare, risentono di una vera e propria campagna denigratoria nei confronti del panel lanciata dalla lobby degli eco-scettici. A cominciare dal cosiddetto “climagate”: lo scandalo delle e-mail trafugate nel novembre scorso dal server dell’università inglese dell’East Anglia e spacciate come la prova di una gestione tendenziosa, da parte di alcuni climatologi, delle rilevazioni sulle temperature globali. L’accusa in realtà è rientrata ai primi di luglio, quando una commissione indipendente presieduta dall’ex funzionario pubblico Sir Muir Russel, ha riaffermato il rigore scientifico delle loro previsioni.

Evidentemente la polemica ha lasciato uno strascico spingendo l’ingegnere indiano, che presiede il panel dal 2002, a fare un passo indietro: in vista del vertice di Cancun, che a novembre dovrà riaprire il capitolo interrotto lo scorso anno a Copenhagen, è un segnale d’allarme che va al di là dei destini di Pachauri. Evidenziando il bisogno d’irrobustire, anche dal punto di vista organizzativo, l’Ipcc perché possa continuare il proprio lavoro senza condizionamenti né boicottaggi.

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