Bayer rilancia sul biotech: «Noi puntiamo sugli Ogm»
Tempo di mutazioni genetiche alla Bayer. Non solo perché il numero uno di Bayer Cropscience, Friedrich Berschauer, ha sottolineato ieri che la crescita del mercato della protezione dei raccolti agricoli di qui al 2025
Tempo di mutazioni genetiche alla Bayer. Non solo perché il numero uno di Bayer Cropscience, Friedrich Berschauer, ha sottolineato ieri che la crescita del mercato della protezione dei raccolti agricoli di qui al 2025 «sarà generata principalmente dalle sementi, e in particolari dai semi geneticamente modificati», per cui l'azienda intende giocare un ruolo da protagonista globale in una «secondo rivoluzione verde» in cui gli ogm (organismi geneticamente modificati) avranno un ruolo fondamentale. Il fatto epocale è che Berschauer lascerà, dopo 8 anni, il posto a una americana, Sandra E. Peterson, il prossimo 1 ottobre, lo stesso giorno in cui al vertice dell'intero gruppo Bayer si insedierà un olandese, il 52enne Marijn E. Dekkers, avvicendando Werner Wenning. Una delle aziende tedesche più tradizionali – rimasta fedele a un modello di conglomerato che tiene insieme chimica, plastiche, farmaceutica e agribusiness – si apre a innesti manageriali stranieri ai più alti livelli, nel momento in cui promette di accelerare sulle biotecnologie agricole nonostante le persistenti resistenze europee – specie da parte di singoli stati – verso gli ogm.
Estranea al normale Dna manageriale fondato sulle scienze agrarie è il presidente entrante del consiglio di direzione di Bayer CropScience: Sandra Peterson, nella sua prima uscita con i media, ha subito ammesso di non avere «alcuna educazione o training nell'agricoltura». Ha persino osato rischiare un effetto Sarah Palin (che si riferì alla vicinanza geografica tra Alaska e Russia per suggerire una sua qualche «expertise» di politica estera). «So bene tuttavia cosa vuol dire vivere in una fattoria! – ha detto – Da bambina, ho passato molto tempo aiutando nel lavoro dei campi nel Vermont e New York (probabilmente si riferiva allo stato e non alla città natale ndr)». Così, ha proseguito, «so per esempio che vuol dire alzarsi all'alba e mungere le vacche». Per fortuna il suo curriculum e cursus honorum sono quelli classici dei grandi destini manageriali: Cornell University, master a Princeton (in scienze economiche applicate), consulente McKinsey, e varie posizioni di rilievo in vari settori, tra cui vicedirettore esecutivo alla Nabisco (alimentare). Visto che in seguito ha giocato un ruolo-chiave nello spin-off di Medco Health dal gruppo Merck & Co., è logico che la prima domanda alla quale abbia dovuto rispondere riguardi le voci ricorrenti di uno scorporo della CropScience attraverso una Ipo. Peterson ha glissato, sostenendo che «l'agribusiness è da considerare molto importante per l'intero gruppo», cosa che non esclude una eventuale Ipo parziale per rastrellare più risorse da investire in una società da 18.700 dipendenti di cui quasi 4mila ricercatori.
Il suo compito non è facile, anche perché la gestione Berschauer (che ha pilotato l'integrazione con Aventis Cropscience e ha assunto la guida nel 2004) si conclude, dopo una crescita costante dei ricavi del 5% annuo, con il record di vendite nel 2009 a 6,5 miliardi di euro (e un ebitda del 23,2%), comprensivo di un forte sviluppo del ramo BioScience a mezzo miliardo di euro di cui metà realizzato con gli ogm. L'obiettivo è di accelerare la crescita a partire proprio dal BioScience, che dovrebbe triplicare le vendite entro il 2018 a circa 1,4 miliardi di euro. Il 2010, però, sarà un anno di leggero rallentamento, dopo che nel primo semestre le cattive condizioni atmosferiche hanno pesato sui volumi (-3,4% a 3,836 miliardi di euro, ma 30,1% a 471 milioni il BioScience) e sugli utili (-22,6%). «Anche l'agricoltura, dopo tutto, ha i suoi cicli economici», ha rilevato Berschauer, che ha conseguito i risultati migliori negli anni della «crisi globale» (2008 e 2009). Lui che se ne intende e che lascia una azienda impegnata a estendere gli ogm da cotone e colza a molti altri prodotti, ha concluso l'ultima conferenza stampa con un riferimento alla parallela mutazione genetica del giornalismo: «Sono ben consapevole che anche il vostro campo di lavoro è passato dallo stesso tipo di rapidi cambiamenti del nostro: auguro e noi e voi successo in questo ambiente pieno di sfide e opportunità».
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