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[Data: 29/09/2010] [Categorie: Alimentazione ] [Fonte: Ecoalfabeta] |
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Realtà OGM /1 Semi "legalmente" sterili Dario Bressanini, curatore del blog Scienza in Cucina per l'Espresso, è un vero fan degli OGM, al punto da avere aperto un blog su Il fatto quotidiano dedicato all'argomento. Il compito che si prefigge è quello di sfatare i miti sugli OGM. Il primo mito sarebbe che i semi OGM sono sterili. Qui occorre un po' di chiarezza. E' verissimo, i semi OGM in commercio non sono sterili; tuttavia la Delta and Pine Land Company possiede un brevetto per il cosiddetto seme terminator. Non si tratta di fantascienza, ma di realtà. Se non è mai stato messo in commercio, è forse per la fortissima opposizione della società civile all'idea di un seme sterile che non può essere riseminato, in modo da costringere i contadini ad acquistarlo tutti gli anni (ricordo che persino Dulbecco, con tutto il suo appoggio al biotech, manifestò contrarietà per questo progetto). Ciò che è stato lasciato fuori dalla porta è comunque rientrato dalla finestra; se non bilogicamente, i semi Monsanto sono legalmente sterili, come si evince leggendo il modello di contratto che deve essere sottoscritto dagli agricoltori (la prima pagina è riprodotta in alto; non si tratta di un documento segreto, perchè si trova sul sito della Monsanto). Qui sopra ho ingrandito una parte del contratto. All'articolo 4 si dice che il "grower" (attenzione alle parole: il "farmer" è sparito dalla circolazione!) accetta di: Se qualcuno infrange le regole (Art. 8) il contratto verrà rescisso e si adirà alle vie legali. Da secoli gli agricoltori hanno conservato parte del raccolto come semenza. Solo in certi casi acquistavano semenza da ditte specializzate, ma senza alcun obbligo o divieto. Monsanto e soci sono riusciti nell'impresa di brevettare il seme; la biotecnologia è una "scusa" come un'altra per poter depositare il brevetto in modo da vincolare gli agricoltori, pardon i crescitori, a comprare i semi ogni anno. In questo modo è possibile avere il monopolio assoluto del mercato dei semi (per diverse varietà, come la soia, sono ormai vicini al 90%). Questo, come mostrerò in un post successivo si è tradotto negli ultimi dieci anni in spese crescernti per i coltivatori e in guadagni crescenti per la multinazionale. Invito tutti quanti lavorano nel biotech ad aprire gli occhi su questo semplice fatto. |
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