Scritto per noi [peacereporter, ndr] da Andrea Rauch
Cinquant'anni di pace
Fu progettato da Gerald Holtom in occasione di una marcia per il disarmo nucleare da Londra ad Aldemastor, nel marzo del 1958.
Il
marchio per il Nuclear Desarmement compie cinquant'anni e, in una
società così ingorda di immagini da essere capace di
metabolizzare e espellere tutto nel giro di poche ore, a volte
minuti, si può dire che sia una bella età . Segno che ha
fatto bene il suo lavoro, vien da dire, dato che la "zampa di
gallina" è simbolo universalmente noto, amato da molti ma
anche temuto e osteggiato da tanti altri.
Il
marchio ND, per fare un po' di storia, fu in occasione di una marcia per il disarmo nucleare da Londra
ad Aldemastor, nel marzo del 1958. Nel corso degli anni è
stato variamente interpretato come un albero rovesciato o come
l'impronta della zampa di un uccellino (o di gallina, appunto!), ma
anche come un segno "satanista" o come l'immagine ieratica di
un Cristo dolente con le braccia abbassate.
La
spiegazione di Gerald Holtom, designer che aveva studiato al Royal
College of Art di Londra, era in realtà più semplice,
anche se di difficile decifrazione in assenza di competenze
specifiche.
I
segni interni al cerchio (che significherebbe "totalità")
rappresentano la D e la N (Nuclear Disarmement) secondo il codice di
segnalazione marittimo. Naturalmente poi la decodificazione narrativa
dei simboli è affare di lana caprina e rischia di diventare un
passatempo ozioso per addetti ai lavori. Non crediamo infatti che
tutti quelli che si sono appuntati sul bavero della giacca la spilla
o il botton, oppure che hanno alzato la bandiera del ND, se ne siano
chiesti il significato.
In
questo caso, come in molti altri, 'autoreferenzialità della
grafica ha preso il sopravvento sulla natura retorico-narrativa del
simbolo. Un caso esemplare in cui il "conoscere" è
completamente un "riconoscere" e dove la forza del segno si è
mantenuta intatta attraverso la reiterazione e l'enfatizzazione
dell'uso.
Come
ogni artefatto grafico "di successo" il marchio ND ha dato
inizio, infatti, ad una completa mitologia grafica, con le
imitazioni, le parafrasi, il moltiplicarsi delle metafore. Un
artista toscano, Sergio Traquandi, lo ha cotto in forno come un pane
e ha trasferito nel titolo dell'opera il suo significato etico e
politico ("Questo pane che ho cotto nel 1991 è ancora
buono"); il grafico forse più noto di quelle generazioni,
Neville Brody, cercò negli anni ottanta di ridefinirne in
maniera più trendy, si potrebbe dire, la forma. Ma i simboli
non si piegano facilmente alle mode, nemmeno a quelle grafiche, e il
marchio ND ha continuato a vivere nella vecchia, buona, cara versione
di Gerald Holtom, magari graffiato sui muri o dipinto con bombolette
spray, ma senza cedere di un millimetro a tentazioni pericolose di
redesign.
Il
primo distintivo prodotto con il marchio era realizzato in ceramica
e, nella nota di accompagnamento al gadget, si precisava che, in caso
di guerra atomica, sarebbe stato tra i pochi manufatti umani "a
resistere all'inferno nucleare".
Il
simbolo ND è stato usato e abusato e, fin dalla sua nascita
nel 1958, è stato il simbolo pacifista più diffuso. "Make love not war!", ricordate?
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