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[Data: 30/09/2010] [Categorie: Sostenibilità ] [Fonte: Diritti Globali] |
[Autore: Marinella Correggia] |
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L'impronta climatica Fonte: Marinella Correggia - il manifesto | 30 Settembre 2010 Nei paesi anglosassoni è da tempo accesa la discussione sull'impronta climatica di oggetti, beni e "mali". Mentre è più facile - e diffuso anche da noi - il calcolo di quante emissioni di gas serra sono legate direttamente agli usi finali dell'energia (un tot di km in auto, un tot di kilowattora consumati, un metro cubo di metano), ben più difficile è stimare le emissioni per così dire "virtuali", cioè nascoste nei processi di produzione, uso e smaltimento di oggetti, strumenti, beni o...mali. Il quotidiano inglese Guardian continua a dedicare articoli all'argomento. Ed ecco un po' di calcoli che potranno risultare utili a chi sa che l'orizzonte di giustizia ecologica e sociale imporrebbe ai paesi di non superare una (una sola) tonnellata di gas serra all'anno per persona. Quale impronta ha costruire un'auto? Molto dipende dal tipo: costruire una Land Rover Discovery ha uno zaino climatico imbarazzante: 35 tonnellate di gas serra (CO2 e gli altri). Bocciatissima. Invece la Citroen C1 basic si "limita" a 6 tonnellate e la Ford Mondeo media a 17. Certo sono solo stime: si parte dall'estrazione dei metalli e minerali necessari (un terzo delle emissioni totali dell'auto), si passa per la loro trasformazione che richiede energia (il 12% circa), si aggiungono le altre parti, pneumatici (3%) e vernici ecc., nel conto c'è anche il trasporto dei pezzi in giro per il mondo, l'assemblaggio di tutto e via dicendo. Per calcolare se è "ecoconveniente" sostituire un'auto, bisognerà vedere quanto i risparmi di carburante possono ammortizzare lo zaino iniziale. Se si usa poco (come si dovrebbe) l'auto, è meglio farle fare una lunga vita. Una domanda trabocchetto spesso posta ai calcolatori di carbonio è: per asciugarsi le mani fuori casa è meglio il phon elettrico, o prelevare il tovagliolo di carta, o lasciarle asciugare all'aria o...usare la sciarpa? Le due ultime sono le scelte più eco: praticamente zero emissioni. Sviluppa 10 grammi di CO2 asciugarsi con un foglio di 10 grammi di carta riciclata (che va prodotta) e 20 grammi di CO2 l'energivoro phon elettrico. Sembra irrilevante, ma dipende da quante volte ci si asciuga in un anno. A ripiegare il foglio e riusarlo più volte l'impronta carbonica si riduce in proporzione! (Non ci sono dati per gli asciugamani a scorrimento). E Internet, che sembra così immateriale? Certo questo importante servizio può risparmiare molti viaggi pesanti per il clima. Di carta, ne risparmia invece poca. Comunque, in sé il sistema internet con miliardi di computer provoca ogni anno l'emissione di 300 milioni di tonnellate di CO2 (senza considerare lo zaino ambientale della produzione di computer): più di tutto il carbone, il petrolio e il gas bruciati in Turchia o Polonia. Le emissioni del settore cresceranno del 60% entro il 2030. Una tazza di caffé o tè? Emette circa 20 grammi di CO2 equivalente, c il doppio a riscaldare troppa acqua (e bisognerebbe vedere con quale combustibile...), e che arrivano a stratosferici 235 grammi per un cappuccino e 340 per un grande latte macchiato (da ruminante). Quanto al cellulare, per fabbricarlo si stima un'emissione di 16 kg di CO2, più 6 kg per il suo consumo di elettricità in due anni (sua durata media). Ma poi viene l'uso . E secondo approssimativi calcoli di impronta relativi alla trasmissione in rete delle chiamate, un anno di uso per soli due minuti al giorno darebbe un'emissione totale di 47 Kg di CO2; ma l'uso un'ora al giorno fa salire il tutto a vertiginosi 1.250 chili... |
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