Africa, il cambiamento climatico mette a rischio sicurezza e pace
Abdoulie Janneh, sottosegretario generale dell'Onu e segretario della Commissione economica per l'Africa dell'Onu: “Data la portata del problema e il suo impatto sul continente dobbiamo parlare con una singola voce”
ADDIS ABEBA – Affrontare il cambiamento climatico è stata una delle scoraggianti sfide dell'Africa, sebbene un miglioramento nelle prestazioni negli ultimi due anni ha mostrato segni di resistenza. Questo secondo quanto dichiarato da Abdoulie Janneh, sottosegretario generale dell'Onu e segretario esecutivo della Commissione economica per l'Africa dell'Onu (Eca). Per affrontare le sfide della mitigazione e dell'adattamento al cambiamento climatico, ha affermato Janneh, l'Africa deve parlare con un’unica voce, mentre il mondo si prepara per il prossimo turno di negoziati in programma per a Cancun, Messico. “Data la portata del problema ed il suo impatto sul continente, sarebbe importante stabilire un programma di sviluppo consensuale sotto la guida dell'Africa. Ma soprattutto, dobbiamo parlare con una singola voce”, ha detto Janneh nel discorso di apertura durante il Settimo forum per lo sviluppo dell'Africa (Adf VII) tenutosi la scorsa settimana ad Addis Abeba. Ha fatto eco alla sua opinione il presidente della Commissione dell'unione africana, Jean Ping, che ha affermato che questo è il momento per l'Africa di rafforzare la propria diplomazia ambientale adottando una posizione comune durante i negoziati. “Questa conferenza non sarebbe potuta venire in un periodo migliore. Nella fremente attesa dell'incontro di Cancun, l'Africa, attraverso i propri negoziatori, ministri e capi di stato dovrebbe parlare una sola voce. E' attraverso una consapevolezza comune che potremo avere successo nei negoziati”, ha detto Ping.
Il forum, durato cinque giorni ed organizzato dall'Eca in collaborazione con la Commissione dell'unione africana e con la Banca di sviluppo africana si è svolto sotto il tema Agire sul cambiamento climatico per uno sviluppo sostenibile dell'Africa. Ha riunito ministri africani dell'ambiente, dell'energia e della scienza così come rappresentanti di agenzie Onu, organizzazioni della società civile e partner dello sviluppo. Non si può negare che il cambiamento climatico sia una delle minacce più impegnative per uno sviluppo sostenibile in Africa. Sebbene il continente contribuisca solo per un 3,8% all'emissione totale dei gas responsabili dell'effetto serra, le nazioni africane sono fra le più soggette al cambiamento climatico nel mondo. Questa vulnerabilità deriva da tensioni multiple associate a una bassa capacità adattiva. In primo luogo, la locazione geografica di molte nazioni africane è caratterizzata da climi già molto caldi, aree marginali che sono maggiormente esposte ai rischi climatici come la variabilità delle precipitazioni, un terreno povero ed inondazioni.
In secondo luogo, le economie della maggior parte delle nazioni africane dipendono fortemente da settori suscettibili al clima come l'agricoltura, la pesca, la silvicoltura, altre risorse naturali ed il turismo. In terzo luogo, il continente non è in grado di rispondere adeguatamente agli effetti diretti e indiretti del cambiamento climatico a causa della povertà diffusa, di scarse infrastrutture economiche e sociali, dei conflitti, di capacità umane ed istituzionali limitate, di tecnologie e risorse finanziarie adeguate. La vulnerabilità al cambiamento climatico in Africa è particolarmente elevata per i poveri, che tendono a vivere in ambienti particolarmente soggetti a siccità, inondazioni ed altri eventi meteorologici estremi.
E' sullo sfondo di questo scenario che l'Adf-VII si è tenuto con lo scopo di fornire una piattaforma ai molteplici attori interessati per discutere e costruire consenso intorno a quale sia il modo migliore per l'Africa di affrontare il cambiamento climatico attraverso azioni efficaci nelle politiche, nelle strategie, nei programmi e nelle pratiche. “Questo forum offre ai vari attori interessati l'opportunità di intraprendere una discussione di ampio raggio riguardo tutte le dimensioni del cambiamento climatico inclusa la giusta risposta da parte dei leader ed allo stesso tempo di acquisire una comprensione dei segni e dell'impatto di questo problematico fenomeno”, ha detto Janneh.
In un discorso letto per suo conto dal ministro dell'ambiente John Odey, il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan ha osservato che le sfide poste dal cambiamento climatico potrebbero provocare un'insicurezza generale ed una rottura della pace sia globale che nel continente. La questione ruota attorno alla gestione dell'uso delle terre, ai disastri naturali nella forma dell'innalzamento del livello del mare, inondazioni e scarsità d'acqua. “La migrazione pone già una grossa sfida sia a livello internazionale che nazionale, in particolare in quanto le persone che migrano a causa di problemi ambientali non sono attualmente tutelate dalla legislazione internazionale. Di conseguenza potremmo cominciare a guardare nelle nostre carte e nelle nostre leggi come leader africani per agevolare una maggiore cooperazione che porti alla gestione dei problemi migratori in linea con lo spirito dell'Unione africana” ha detto Jonathan.
Il presidente dell'Etiopia Girma Wolde-Giorgis ha sottolineato l'importanza di passare dalla retorica all'azione in quanto il cambiamento climatico è una sfida globale imprescindibile il cui impatto in Africa è praticamente devastante. La conferenza è stata preceduta da attività fra le quali il sesto incontro del gruppo della scienza e della tecnologia così come un workshop formativo per giornalisti su un informazione efficace riguardo al cambiamento climatico. (Zachary Ochieng, traduzione di Sara Marilungo)
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